13.

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Dopo un pranzo consumato senza voglia, quasi per obbligo, in un silenzio assordante con solo il monologo di Amelia in sottofondo pieno di rabbia e odio. Tutti volevano solo rifugiarsi da qualche parte con la speranza  con  di finire questa giornata.

- Ragazzi io metto apposto la cucina e voi andate a giocare!- disse l'anziana con voce triste.

- Nonna la faccio io, tu vai a riposare!- disse Isa consapevole che sua nonna non stia bene - vuoi che ti faccia un tè o un caffè? - chiese già alzata dalla sedia cercando di pulire la tavola più silenziosamente possibile.

  Si, silenziosamente... Amelia odiava il rumore fatto dagli altri.

- No Isa, grazie! - disse la nonna prima di andare in camera sua.

Norbi la lascio sola in cucina comunicandogli che tornava da Imre, il vicino anziano e che sarà da loro fino sera.

  Isa sconsolata comincio a sistemare la cucina . Sentiva i singhiozzi di sua nonna in camera accanto la cucina, e la voce di sua madre che parlava da sola. Un monologo sentito e imparato dopo tutti gli anni che la sentiva. Pieno di odio, rabbia, amarezza.

Si sentiva morire dentro, era tutta colpa sua. Per colpa sua piangeva sua nonna, per colpa sua sono litigati di nuovo i suoi genitori, per colpa sua era andato via suo padre e suo fratello era arrabbiato con lei. Si sentiva inutile e dannoso. In sua testa frullavano solo pensieri che era meglio non vivere, che sarebbe tutto meglio se lei non ci sarebbe mai nata.

Non si accorse che sua madre era entrava in cucina.

- La principessa si è abbassata a lavare due piatti sporchi!- esclama Amelia con disprezzo - Piccola troia che non sei altra cosa credi di fare? Pensi che se lavi due piatti sei meglio di tutti noi?

- No, mamma...- rispose lei in un sussurro

- Non sarai mai nessuno! Ricordatelo, sarai sempre un essere inutile,buono di nulla. - sputava le parole con asti e con un sguardo compiaciuto- fammi un caffè ma cerca di farla buona e non bruciarti di nuovo che questa volta non ti porterò a dottore!- disse girandosi con movimenti poco stabili tornando da sua poltrona.

- Va bene, mamma, subito - rispose piano.

Con mani tremanti tirò fuori dal armadio tutto l'occorrente. Macino i chicchi di caffè, versando l'acqua in pentolino poi il caffè macinato fresco. Doveva farla così perché sua madre voleva così e non con la macchinetta di caffè. Dopo che a preparata la posizioni sopra il fuoco del piano di cottura aggiustando la fiamma più piccola possibile.

Inevitabilmente la sua mente riportava in passato.

Ricordava benissimo cosa era successo tre anni fa.

Era Pasqua. Dopo il pranzo di domenica, era andata a fare il caffè per suoi genitori. Era una giornata abbastanza tranquilla anche se sua madre a bevuto tanto, ma non era aggressiva come di solito. I suoi genitori parlavano tranquilli, suo padre le spiegava che uno ha ordinato un dipinto che doveva farlo in poco tempo e che doveva andare a portarlo dopo che sia finito.

Isa era in cucina tranquilla, il caffè era pronto doveva solo metterla in bicchieri e portarli.

Un improvviso rumore di un schianto, vetro che si rompeva e le urla di sua madre l'hanno spaventata e il caffè bollente che finiva su di lei.

Ricordava che in primi momenti non sentiva il dolore, andava verso la camera dei suoi a vedere cosa sia successo. Ha attraversata la cucina il sala di pranzo e arrivando avanti la porta della camera non c'è la faceva più, il dolore era insopportabile. Ricorda che comincio a piangere cadendo a terra, suo padre che correva verso di lei alzandola da terra, sua madre che guardava arrabbiata e diceva che non è capace di niente.

Sognando un futuro diverso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora