La mattina finalmente era arrivata e noi dopo le solite litigate per il bagno e per chi doveva fare per primo colazione dovevamo fare le solite pulizie di fine settimana. Tutti e due conoscevamo i nostri compiti ai quali dovevamo adempiere anche se la voglia per farle era poca dovevamo, era una regola di mia madre. Più mettevamo impegno, più trovava qualcosa che non le piaceva. Mentre mio fratello fuori sbatteva i tappeti io dentro dovevo pulire tutto. La parte che mi piaceva di più era la libreria.
Ogni settimana dovevo tirare giù tutti i libri, spolverarli e rimettergli a posto, cambiava solo la disposizione. Una volta in ordine alfabetico, l'altra per generi. Mi piaceva farlo solo perché ogni sabato avevo il permesso di toccare quei libri antichi e di un certo valore, in altri casi non avrei potuto osare neanche sfiorarli. Tra quelli c'era una Bibbia stampata nella fine del 1700, un libro grandissimo e pesantissimo. Quelle poche volte che lo avevo in mano e sono riuscita a sfogliarlo rimanevo impressionata. Le lettere erano stampate insolitamente in caratteri grandi e quasi ogni seconda pagina era un' immagine che a volte mi spaventava.
Poi c'erano i libri dei miei bisnonni materni che anche se erano scritti con lettere gotiche e in tedesco mi piaceva guardarli. Mia nonna si ricordava un po' e ci leggeva di tanto in tanto e dopo ce li traduceva. Il mio preferito era un volume che conteneva la raccolte di favole dei fratelli Grimm. Adoravo guardare le illustrazioni colorate su quelle pagine ingiallite dal tempo. Ecco questi libri erano separati dagli altri e non avevamo il permesso di toccargli usando la scusa che li avremmo distrutti se ce li avessero lasciati prendere. Ma a dirla tutta la verità noi lo facevamo un po' per dispetto, ma più per curiosità.
Mentre noi facevamo il nostro lavoro mia madre se ne stava seduta davanti al televisore , fumava e continuava a bere e criticare tutto ciò che noi facevamo. Trovava sempre qualcosa... O che non eravamo abbastanza svelti, capaci, che non sapevamo tenere correttamente la scopa in mano o usavamo in modo scorretto lo straccio per spolverare. Insomma trovava qualsiasi cosa per avere un motivo per litigare.
Noi,quel giorno, motivati dalla sorpresa promessa dalla nostra nonna, abbiamo finito in un tempo record tutte le nostre mansioni.
Il pranzo che aveva preparato, per noi, nonna era già sulla tavola, mentre un vassoio era preparato per nostra madre.
- Isa ti prego porta il vassoio a tua madre che non vuole venire a mangiare, mentre io finisco qua. - mi pregava la nonna con un sorriso triste – poi lavate le mani e venite a mangiare, così dopo usciamo.
- Subito nonna. - risposi io prendendo il pranzo di mia madre per portarglielo.
- Mamma il pranzo. - dissi mentre poggiavo tutto sul tavolino – vieni a mangiare. Mia madre mi fissava con uno sguardo pieno di rabbia o odio, non saprei dirlo. Si è seduta vicino a tavolino annusando il piatto fumante di brodo. - Vieni e assaggialo!- mi impose lei fulminandomi con un sguardo pieno di odio. Avevo il cuore che mi batteva nel petto all' impazzata e la consapevolezza che non sarebbe uscito niente di buono. Assaggiai il brodo fumante, gli mancava un po' di condimento, ma niente che non poteva essere aggiustato. Le dissi che avrei portavo immediatamente il sale e il pepe altrimenti sarebbe stato tutto apposto.
Corsi in cucina per prendere i condimenti e il pane, mia nonna mi chiese cosa c'era che non andava ma io come risposta scossi solo la testa prima di tornare da mia madre.
- Mamma ho portato i condimenti e il pane. - dissi mentre appoggiavo tutto accanto al suo piatto. Lei dopo che aveva condito con sale e pepe lo assaggiai poi si dipinse una smorfia di disgusto sulla sua faccia. Era finita, sapevo che sarebbe esplosa.
- Voi mi volete morta! - comincio' ad urlare lei – mi volete avvelenare, così vi liberate di me. Non credere che non conosco le vostre intenzioni. È un schifo questa brodaglia che non darei a mangiare neanche ai maiali.- sbraitava lei totalmente fuori di sé.
- Mamma ma cosa dici? Sai che non è vero! Nessuno vuole farti del male. - dissi io tremante cercando di non scoppiare a piangere.
- Ho capito tutto io, lo so da anni! Tuo padre se aveva i coglioni mi ammazzava da anni cosi poteva portare la cara Silvia a farvi da madre. Credi veramente che quella troia vi teneva? No, con la prima occasione vi buttava sulla strada. - continuava ad urlare con gli occhi sbarrati.
Vedevo afferrare il piatto e scaraventarlo contro il muro. Con il cuore in gola mi inginocchiai per raccogliere i pezzi dei piatti sparsi sul tappetto, cercando di pulire il disastro, ma venni afferrata per i capelli bruscamente, tirata indietro da mia madre.
- Adesso vuoi pulire tutto non lasciando le tracce che volevate avvelenarmi ? -urlava lei in preda alla sua pazzia mentre mi strattonava con i capelli.
- Mamma ti prego! Non era niente, sai che la nonna non può mangiare con troppo condimentio. Non voleva farti nessuno del male. - dissi piangendo tutta tremante.
- Bugiarda! Siete tutti dei bugiardi! -strillava fuori di se mentre mi tirava degli schiaffi. In quel momento entrò mio fratello. Aveva le lacrime negli occhi anche lui.
-Mamma basta! - sentivo la voce di mio fratello – Non è colpa di Isa. Ti prego lasciala mamma. - la stava abbracciando da dietro cercando di staccarla da me.
Ad un certo punto sentivo che venni lasciata libera. Continuavo a piangere accasciata a terra mentre ascoltavo ciò che diceva mio fratello, cercando di calmare mia madre. Mi sentivo malissimo, umiliata, ferita. Volevo solo che sarebbe finito tutto in qualsiasi modo. I pensieri mi affollavano la mia testa che non sapevo più cosa fare. Il desiderio di sparire, di scappare, di morire.
- Mamma non voleva nessuno farti del male. La nonna sicuramente ha dimenticati di assaggiare come era condito il brodo. Sai che è vecchia e si dimentica le cose.- diceva lui mentre mi faceva segno di uscire - Dai che ti preparo un panino io, mamma. Vedrai come te lo faccio buono.
- Va bene Norbi. Ma fallo tu, che di quelle la fuori non mi fido. Sei solo tu che ci tieni a me. Siamo solo noi due contro tutti. Ma stai attento, non fidarti mai, che potrebbero fare male anche a te. - disse mia madre mentre teneva abbracciato mio fratello con tanta tenerezza.
Li osservavo prima di uscire del tutto. Avevo un miscuglio di sentimenti in me che mi soffocavano. Gratitudine, rabbia, disagio, invidia. Ero gelosa di mio fratello, oltre misura. Sapevo che era sbagliato sentirmi gelosa, perche mi aveva appena salvata. Ciò nonostante mi disturbava che lui sapeva calmare mia madre, era amato e coccolato da lei, mentre io no. Mi sentivo in colpa, in disagio per tutto ciò che sentivo. Dovevo essere grata ma io sentivo anche un forte senso di ostilità nei suoi confronti . Tutto ciò mi procuro un forte senso di disagio e sconforto, facendo crescere in me la consapevolezza di essere inadeguata, e sbagliata.
Li lasciai così abbracciati, complici di qualcosa che io non riuscivo a comprendere. Mi vergognavo di me stessa.
Potevo solo sperare che il resto della giornata sarebbe andato meglio. Cercavo di distrarmi pensando che fra poco avrei saputo cosa aveva organizzato mia nonna .
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Sognando un futuro diverso
General FictionIsabella Weiss, ad un età fragile, decide di lasciare la casa dove era cresciuta . La sua decisione, un po' per scappare e un po' per realizzare il suo sogno ,la porterà lontano . Dovrà affrontare tante difficoltà, sperando che il suo futuro sarà di...