CAPITOLO 22

220 12 0
                                    

N:tieni.
Noa mi porge una pistola,la prendo in mano.
Sento un brivido sulla schiena,il metallo freddo e pesante.
Guardo dritta davanti a me,ci sono alcuni manichini di legno sparsi.
N:spara.
Io:eh?!
N:muoviti.
Punto la pistola aspettando che Noa mi di qualche istruzione,ma si limita a fissarmi.
Carico e premo il grilletto,la forza del colpo rischia di farmi cadere,le orecchie mi fischiano e il proiettile ha preso il muro.
N:niente male.
Io:non mi sfottere.
N:guarda.
Prende la pistola,pianta i piedi a terra,uno davanti all'altro,un po' divaricati e spara,il proiettile centra il manichino in testa.
Io:wow.
N:vieni qui.
Mi avvicino e lui mi mette nella posizione corretta.
N:adesso,devi aspettarti lo slancio indietro,il colpo è forte,piante bene i piadi a terra,respira,non far tremare le mani,e spara.
Faccio come mi dice,prendo la mira e sparo.
Il proiettile centra il manichino in pancia.
N:wow impari in fretta,tieni,esercitati anche con gli atri manichini.
Mi porge una ventina di proiettili per ricaricare la pistola.
Noa esce e io continuo a sparare.
I primi proiettili colpiscono il muro perché sono agitata. Prendo un bel respiro e mi tranquillizzo,mi posiziono,arriva il colpo e il proiettile ha centrato il braccio del manichino.
Continuo così per mezz'ora. Mi manca un proiettile,molti sono andati sulla pancia dei manichini,altri sulle braccia,uno sul collo.
Me ne manca uno,mi posiziono per bene,con i piedi ben piantati a terra.
Chiudo gli occhi e quando li riapro,davanti a me non c'è un manichino ma c'è victoria che sorride. Vicino a lei c'è Giulia che piange.
Sparo.
Guardo il manichino.
Il proiettile ha centrato la fronte del manichino.
Io:si!
Sento qualcuno applaudire.
N:niente male,passiamo ad altro.

N:i tuoi riflessi sono lenti.
Io:non è vero.
N:prendi.
Mi tira una pallina da tennis di scatto e mi arriva in fronte.
Io:aia!
N:visto?
Io:si...ho visto.

Siamo stati un ora con lui che mi lanciava palline e io che dovevo prenderle al volo,niente di difficile se non fosse che a lanciarmi le palline non era esattamente lui,ma tre macchine spara palline infemoniate messe intorno a me che lanciavano palline a raffica senza tregua.
Su duecento palline sparate ne avrò prese sì e no una ventina.

N:per oggi abbiamo quasi finito manca solo un po' di parte fisica. Sei forte,si vede,ma non basta la forza. Devi essere agile. Sali sul trapezio.
Io:...eh?
N:sali.
faccio come dice.
N:aggrappati a un trapezio e dondolati,datti la spinta e aggrappati all'altro trapezio.
Io:se cado?
N:muori.
Io:come?
N:dai su,ci sta un tappeto sotto di te,fai qualche prova.

È un'ora che mi dondolo e mi lancio,mi sto annoiando.
Voglio provare una cosa,probabilmente morirò.
Mi dondolo e mi lancio,prima di aggrapparmi al trapezio faccio una capriola in aria,è una sensazione bellissima,sono nel vuotoe per un secondo mi sembra di volare. Poi visualizzo il trapezio e riesco ad aggrapparmici. Una scossa di dolore mi percorre le braccia per la forza dell'impatto. Mi lascio cadere e cado agilmente sul tappeto.
N:tu non stai bene! Sei impazzita? Come diavolo hai fatto.
Io:emh...boh.
N:oddio,beh almeno sei agile. Non lo avevi davvero mai fatto prima?
Io:no mai.
N:wow,è strano,continuiamo domani. Ti do un passagio,anche se...non sembri esattamente stanca.
Io:umh...in effetti non più di tanto.
Non ci avevo pensato,sono un po' indolenzita qua e la,ma non è nulla per una ragazza che ha appena sparato,estata colpita a raffica da palline e ha appena fatto un salto mortale in aria.

Noa mi lascia sotto casa e io salgo.
Quasi ho un colpo quando vedo Edoardo sul divano.
E:chi era? Dove sei stata?
Io:emh...
Merda.merda.merda.
Io:sono stata in palestra...
E:si? E lui?
Io:mi allena.
E:perché i tuoi battiti sono così veloci?
Io:non so,forse perché sono tornata ora dalla palestra? O perché mi hai fatto prendere un mini infarto?
E:perché non mi hai detto nulla?
Io:pensavo che non ti sarebbe andato bene...
E:non mi va bene,soprattutto l'allenatore.
Io:lo hai visto?
Se lo avesse visto,saprebbe che è Noa,figlio di Vladimir.
E:no ho sentito le voci.
Io:comunque,mi piace andare in palestra.
E:va bene,come vuoi.
Io:vado a farmi una doccia.
E:ti aspetto qui.

Non so bene cosa fare,mi sto allenando per uccidere un vampiro,sto andando bene. Ma non so se questo basterà... forse sette giorni sono pochi.
Ma io voglio ucciderla,devo ucciderla. Ma non so come. Come può una semplice umana come me,fragile e indifesa, uccidere un vampiro,il predatore più pericoloso dell'universo. Forse mi sto montando la testa,forse sono una stupida a pensare di poter salavare Giulia. Forse è gia morta...forse dovrei lasciar perdere.
No,non posso.
Voglio salvare Giulia,non solo perché io senza di lei non potrei vivere,ma anche perché lei è così buona,dolce,sincera.
Non si merita di morire per una stronza come me. Non so lo merita davvero.

Esco di colpo dalla doccia,mi asciugo e mi vesto.
Prendo il telefono e inizio a strillare.
Io:no! Non voglio più vederti stronza! Mi fidavo di te! Stammi lontana!

Prendo la borsa e scendo di corsa,Edoardo mi fissa ecidentemente spaventato.
E:cosa è successo?
Io:voglio stare sola! Ti prego! Dopo ti spiegherò tutto...ti prego...È  un momento difficile,se mi ami non seguirmi. Ti amo.

Gli do un bacio svelto e esco correndo.

Lacrime Di Sangue Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora