CAPITOLO 11

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Le lezioni passano velocemente e io non ho ascoltato neanche una parola.
Stavo pensando a lui,a quello che mi ha detto, anzi, a come me lo ha detto.
Cosa gli ho fatto? Nulla,apparte dormire con lui,ma non mi sembrava infastidito.
Esco da scuola.
G:clari ma mi stai ascoltando?
Io:no.
G:non ci credo,ti ho chiesto a che ora stasera.
Io:oh,si alle 8 a casa mia ok?
G:si va bene,ti accompagno in macchina?
Io:no,tranquilla me la faccio a piedi.
Ci salutiamo e io mi incammino verso casa.
Decido di prendere la strada più lunga,che è anche la più isolata, la più buia,la più....Perché mi sto mettendo ansia da sola? Ah certo,perché sto per fare una cazzata. In quella strada è pieno di brutta gente,non ho paura,ma so che sto per fare una cazzata.
Ma io sono io,e la faccio comunque.
Cammino e imbocco un vicolo,casa mia è poco lontana,sono quasi arrivata.
X:eih guarda un po' chi c'è!
Io:ma ciao Liam.
Ero sicura di incontrarlo, siamo stati insieme una volta,per un mese. Poi lo ho scaricato e ha provato a picchiarmi,ma a quei tempi ero abituata a mio padre quindi,le ha date ma le ha anche prese.
L:che ci fai qui?
Io:torno a casa.
L:rimani un po' con me,tra poco arrivano tutti.
Io:tutti i tuoi amici drogati?
L:si,ma c'è tempo.
Mi si avvicina e io mi appoggio al muro,lui mi blocca appoggiando le mani ai lati del muro.
Io:che vuoi?
L:lo sai.
Io:no.
Cerca di baciarmi ma io mi abbasso.
Sembra infastidito e io sono divertita,poi però mi prende per  i capelli e mi sbatte la testa al muro.
Io:stronzo.
Dico quasi in un sussurro.
L:tu sei mia lo sai no?
Io:no,vaffanculo.
A quel punto la mano appoggiata al muro mi prende la gola e stringe, l'altra continua a tirare i capelli.
La mancanza di ossigeno mi affusca la vista e inizio a sentirmi sempre piu debole.
Ad un tratto stacca la mano,anzi,qualcuno stacca la sua mano dalla mia gola.
Sento solo delle grida mentre mi accascio a terra e svengo.

Mi risveglio in una stanza, le pareti sono grigio chiaro, il letto dove prima ero sdraiata e dove ora sono seduta è un letto matrimoniale ,con le coperte nere.
Inizio a spaventarmi,la prima cosa che faccio è guardarmi allo specchio che sta sull'anta destra di un"armadio in legno. Fortunatamente ho tutti i vestiti addosso. Devo solo scoprire dove sono,come ci sono arrivata e di chi è questa casa.
Apro la porta e vedo che ci sono delle scale che portano ad un piano inferiore,scendo e mi trovo in un salotto bellissimo,un divano in mezzo in pelle nera,mensole piene di libri e una televisione enorme attaccata al muro,davanti il divano.
Potrei notare molte piu cose se solo non ci fosse Edoardo seduto sul divano di pelle nera. Perfetto.
Prima di richiamare la sua attenzione,visto che è girato e concentrato sulla televisione,cerco di ricollegare i fatti. Mi ricordo Liam, poi ricordo tutto, mi tocco il collo indolenzito, sicuramente ci sono i livido provocati dalla forte stretta della mano di Liam.

E:non stare li impalata,non ti mangio...
Io:dicono tutti così.
Lui ride e si gira verso di me,poi diventa serio,e con un viso preoccupato mi dice
E:stai bene?
Io:si sono solo un po' stordita...e grazie, cosa è successo dopo che sono svenuta?
E:intanto siediti,comunque ho tirato qualche pugno a quello stronzo e poi ti ho portato a casa mia,spero non ti abbia dato fastidio...
Io:cosa dovrebbe darmi fastidio? Il fatto che mi hai salvato la vita per la seconda volta o il fatto che mi hai ospitato a casa tua mentre ero priva di sensi perché ti sei preoccupato?
E:volevo essere educato.
Detto questo mi sorride e il mio cuore manca di un battito.
Io:oh mamma! Che ore sono?
E:le 4:30 perché?
Io:alle otto devo vedermi con Giulia.
E:ah ok allora c'è tempo,ma non ti sei ancora seduta.
Mi siedo vicino a lui e mi guarda divertito.
Io:cosa?
E:sei arrabbiata per quello che ti ho detto fuori scuola vero?
Io:no...sono stupita e sì un po' offesa.
Ma perché sono così aperta con lui? Che fine ha fatto la Clarissa stronza? In questo momento non riesco a pensare...
E:scusa... lo ho detto per te ma per egoismo mi rimangio tutto.
Si avvicina e io mi avvicino a lui.
Io:egoismo?
E:solo un egoista rimarrebbe tuo amico solo perché non riesce a stare lontano da te,anche se questa cosa potrebbe farti del male...
Io:non ti seguo.
Il mio cuore batte una volta si e una no. Tra poco ho un infarto me lo sento.
E:non dovresti essere mia amica,ma non riesco a starti lontano...
Si avvicina sempre di più e io faccio lo stesso.
Ci fermiamo quando le nostre labbra sono a un millimetro di distanza,sento il suo fiato caldo sulle mie labbra e il suo profumo,probabilmente sarà la mia droga.
E:non credo che...
A quel punto intreccio le mie dita con i suoi capelli e faccio incontrare le nostre labbra

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