Un prelievo rischioso

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- posso aspettare, se questo ti solleva da tutti quegli incarichi che senti sulle spalle.... ma non voglio farlo per sempre - affermo sciogliendo l'abbraccio
- te lo prometto - giura accarezzandomi la mano che racchiude l'anello di fidanzamento per poi baciarne il dorso
Alzo lo sguardo in direzione degli occhi del ragazzo che apre di poco la bocca
- oggi sarò fuori tutto il giorno, il lunedì è sempre una giornata impegnativa, ma dovrei fare un prelievo in banca....- introduce l'argomento grattandosi la nuca
- potrei farlo io, quanto ti serve?- mi rendo disponibile
- ventimila, ventimila euro - sospira
- non sono troppi? Che ci devi fare?- domando leggermente preoccupata
- ti spiegherò più avanti, intanto tieni - sintetizza passandomi dei documenti che poso subito dopo nella borsa
Il ragazzo mi volta le spalle, scendendo le scale velocemente, rischiando di cadere
- ti amo - queste due parole rimbombano nell'atrio
Sento sbattere la porta prima che io possa rispondergli, è strano in questi giorni, non so proprio che gli prende.
Emetto un sospiro ed esco di casa assicurandomi che la porta sia chiusa.
Cammino verso il parcheggio dietro l'appartamento raggiungo l'esatto punto dove l'ho lasciata, ma è vuoto e della macchina neanche l'ombra, l'ha presa senza il mio consenso, comincio a stancarmi del suo menefreghismo e della sua superficialità.
Mi guardo intorno cercando di orientarmi.
Arrivo ad una fermata distante qualche decina di metri da casa stranamente isolata, mi accorgo poi dell'autobus che se ne sta andando ormai molto lontano
- ci mancava solo questa - sbuffo raggiungendo il limite dello stress
Mi fermo su una panchina malmessa e aspetto il prossimo portandomi una mano alla fronte

....
Sento uno strano rumore, il suono di un clacson, apro velocemente ma davanti a me appare un veicolo di tutt'altre dimensioni
- qualcosa non va?- domanda il ragazzo al suo interno
- no, va tutto bene - scuoto la testa ancora assonnata
- non mi sembri sicura - afferma convinto
- si può sapere che vuoi?- chiedo scortese alzando di poco il tono di voce
- mi interesso a te -
- meglio che mi lasci perdere, ho già troppi problemi - lo rifiuto alzandomi dalla panchina e incamminandosi verso la banca
- aspetta - mi segue con l'auto
- senti, vattene - gli dico esplicitamente continuando per la mia strada
Raggiungo il luogo da me desiderato dopo qualche ventina di minuti, entro e mi metto infila nonostante le poche persone avanti a me.
Arriva finalmente il mio turno
- buongiorno dovrei fare un prelievo - introduca alla donna avanti a me
- perfetto, a nome di chi?- mi domanda interessata mentre digita alcune cose al computer
- Stefano Lepri - scandisco bene le parole
- aspetti un attimo - mi fa attendere mentre digita alcuni dei suoi dati
- quanto vuole?-
- ve-venti mila - balbetto, sono difficili da pronunciare quelle due parole
Sento aprire velocemente le porte di vetro per via del fracasso causato dalla rottura, mi giro, un uomo dal volto coperto entra puntando una pistola contro la fila
- a terra, questa è una rapina - grida mentre ognuno di noi esegue i suoi ordini costretti dalla paura
- lasciate i portafogli a terra, insieme a oro e collane io voglio tutta quella merda - continua alzando sempre più il tono di voce
Infilo una mano in tasca estraendo il portafoglio e lanciandolo al centro della stanza, sento il freddo metallo puntarmi la nuca mentre il rumore del grilletto si fa sempre più acuto, ho paura, troppa
- vedo qualcos'altro, sei sicura di avermi dato tutto?- domanda con la sua arrogante voce
Mi strappo dal collo la collana che mi ha regalato Sascha per i miei sedici anni, non voglio dargliela è troppo importante, la allungo piano piano
- l'anello voglio l'anello - grida sicuro di sé
- no - gli rispondo pentendomene subito dopo
- cosa hai osato dire, ripetilo se hai il coraggio - mi incita a ripetere
- ha detto di no - dice una voce maschile che ho sentito già
Sento il metallo allontanarsi seguito dai rumori e dalla figura maschile
- alzati e siediti vicino a lei - gli impone
Col la coda dell'occhio vedo il ragazzo alzarsi, l'uomo lo spinge verso di me con molta forza
- mi hai seguito?- domando infuriata
- può darsi - mi sussurra
- perché? Cosa ho di speciale? - chiedo ancora confusa
- alza la testa - mi impone l'uomo
Ubbidisco sedendomi affianco al ragazzo
L'incappucciato ricarica la pistola con un proiettile per poi puntarla su di me
- non ci provare - grida il moro attirando l'attenzione del signore
- perché tu che vuoi fare?-
Si gira sparandogli dritto sul ginocchio
- ahhh - geme addolorato il ragazzo
L'uomo torna con lo sguardo sulle cassiere ordinandogli di svuotare le casse.
Il ragazzo affianco a me racchiude la ferita con le mani, mentre il dolore si fa sempre più forte.
Appoggio entrambe le mie mani sulle sue bloccando l'afflusso di sangue
- calmati, andrà tutto bene - cerco di tranquillizzarlo spingendo sempre più
- come fai ad esserne sicura? Devi cercare di uscire, potrei morire dissanguato e lasciarti sola...- tiene conto le possibilità
- non ti lascio - rifiuto l'invito
- ascolta, non so come ti chiami, non so chi sei o da dove vieni, ma non permetterò a nessuno di farti fuori - affermo sorridendogli
L'uomo carico di sacchi contenenti ogni tipo di banconote in svariate quantità esce velocemente dalla banca soddisfatto.
Subito dopo arriva un'ambulanza, da essa scendono una decina di uomini vestiti da una tuta rossa
- vuoi una mano ad alzarti?- chiedo in tono premuroso
- magari - annuisce
Porto il suo braccio attorno al mio collo, appoggio una mano alla sua vita
- ti immaginavo più alta - giudica la mia statura
- e io più basso - ridacchio continuando a camminare
- con calma, non abbiamo fretta - lo tranquillizzo mostrandogli un sorriso
Lo accompagno verso l'ambulanza accolta da una donna, lo faccio sedere
- gli hanno sparato al ginocchio - le indico la ferita
- non si preoccupi, per il momento ci pensiamo noi - mi calma
Un signore alle mie spalle mi avvolge con una coperta mentre mi medica i graffi
- ahia - gemo al contatto con il disinfettante
Dopo poco vedo avvicinarsi il ragazzo di prima accompagnato da due fedeli stampelle
- non te la passi molto bene - nota sedendosi affianco a me appoggiando entrambe le stampelle dal lato opposto
- come va il ginocchio?- chiedo interessata trattenendo gli urli per via del dolore
- potrebbe andare meglio - scrolla le spalle
Il medico si allontana dal mio viso lasciandoci soli, cerco di non mostrargli il mio viso ormai rosso circondato da numerosi punti
- perché non ti vuoi far vedere in faccia?- mi chiede confuso
- sono brutta - gli spiego brevemente
- non è vero - scuote la testa contrario a quello che ho detto
Lo abbraccio coprendolo con il telo che mi circonda le spalle, sistemo la testa affianco al suo collo cullata dal suo profumo speciale

Ehilà!
È seriamente lungo questo capitolo.
Avevo voglia di introdurre un nuovo personaggio ed eccolo qua, nel prossimo potremmo far finalmente parlare i due fratelli.
Spero vi sia comunque piaciuto anche se ho alternato qualche fatto un po' triste❤️

Amore dietro le sbarre || Mates ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora