Capitolo 12

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"Si Camila, andrò a Chicago"

Camila era appoggiata con la schiena contro la porta della sua stanza, fissando un punto indefinito all'interno di essa, si sentiva sconfitta, tutta la rabbia che aveva provato negli ultimi due giorni l'aveva sfinita, Lauren aveva deciso di partire e di far rientrare, anche se solo professionalmente, quella donna nella sua vita, tentava di pensare che erano solo quattro giorni e se in quei quattro giorni lei si fosse tenuta costantemente impegnata, sarebbe riuscita a superarli senza fatica, avrebbe trascorso del tempo con le ragazze, si sarebbe chiusa in camera con la sua chitarra e quei quattro giorni sarebbero volati, ma no, non era vero, quei quattro giorni sarebbero stati un inferno, Lauren dall'altra parte dell'America  insieme a Lucy, era li per lavoro è vero ma poco importava, lei l'aveva lasciata perchè il loro rapporto la stava soffocando, voleva ricominciare a vivere, ora era tutto come lei aveva scelto, mentre Camila stava ancora soffocando, e allora come poteva vivere se si sentiva mancare l'aria? Quell'aria che aveva respirato svegliandosi con la sua donna fra le braccia, quando si erano sfiorate, toccate, quella sera prima di Natale, quell'aria che aveva respirato in cucina mentre stringeva forte a se la sua Lolo, era colpa di Lucy, era nuovamente lei la responsabile di tutto, doveva essere lei la responsabile di tutto, non poteva perdere Lauren, non di nuovo, non ora che si stavano ritrovando, la sua mente di era nel caos più totale e l'unica cosa che poteva salvarla da quel momento era dormire, aveva gli occhi gonfi, pieni delle lacrime silenziose che aveva versato dopo aver salutato Lauren, era esausta, così si diresse verso il letto con l'unica e forte speranza che il sonno si impadronisse di lei all'istante.

La mattina successiva, Camila si svegliò più presto del solito ma non ci fece molto caso, cosi si alzò dal letto e andò in cucina per fare colazione, quando arrivò fu sorpresa di vedere Lauren appoggiata sul lavandino già tutta vestita che beveva un caffè

"Ehi, che ci fai già sveglia e sistemata a quest'ora?"

"Buongiorno Camila, nulla ho appuntamento con Simon fra mezz'ora"

"Ah capito"

"Tutto bene?"

"Si è tutto ok, perchè me lo chiedi?"

"Non lo so, ti vedo strana, hai l'aria stanca"

"Non è niente ho solo avuto una notte un pò travagliata, ma sto bene" disse Camila sforzandosi di fare un sorriso che mascherasse i suoi veri pensieri

Lauren fece un cenno col capo e non aggiunse altro, trascorsero un paio di minuti in cui nessuna delle due disse nulla, la maggiore sapeva bene cosa avrebbe voluto dire, ma l'indecisione la stava facendo da padrona, finchè si decise a parlare

"Senti, lo so che cosa ti turba e non voglio nemmeno litigare, ma se vuoi parlarne, io ti ascolto"
 
Camila la guardò per un momento

"Non saprei che dire, o meglio, lo saprei, ma non sarebbe di aiuto nè per te, nè per me"

Lauren annuì, ma era cosciente della risposta che tanto cercava Camila, non era suo dovere rispondere a quella tacita domanda, ma lo fece comunque

"Non ci andrò a letto, è lavoro, solo lavoro"

Camila si bloccò di colpo, erano le parole che voleva sentire, ma sapeva di non aver diritto di dare la sua opinione riguardo alla cosa, dentro di se stava tirando un sospiro di sollievo, per quanto possibile e davanti ai suoi occhi vedeva Lauren ferma ad osservarla in attesa di una reazione.

"Oh, ok" furono gli unici due monosillabi che riuscì a pronunciare, poi si prese ancora un attimo e disse "Senti, non devi darmi spiegazioni"

"Lo so che non devo, ma credo che mettendo in chiaro questo punto, sarà più facile per tutte e due far passare queste settimane prima del photoshoot più serenamente, per te, così non avrai questo dubbio e per me, così non mi farai sentire a disagio per aver accettato"

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