Capitolo 8

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Uno degli aspetti del carattere di Dani che mi fece perdere la testa, era quel suo essere costantemente in bilico tra il mondo degli adulti ed il suo spirito bambino.
Sapeva essere molto maturo, sapeva ascoltarti e sapeva consigliarti, ma era anche un giocherellone.
Adoravo quando mi prendeva da parte, dicendomi con occhi seri "Devo parlarti", e dopo avermi preso le mani scoppiava a ridere perché si era dimenticato cosa doveva dirmi.
Ma più di tutto amavo quando mi coccolava dopo aver fatto l'amore, e mi guardava e sfiorava come se fossi una pietra rara, dicendomi in un sussurro che ero la ragione della sua vita, il suo perché.
Mi stavo innamorando, non volevo ammetterlo ma era così.
Lui invece me lo ripeteva ogni volta che facevamo l'amore, con la sua fronte sudata contro la mia, il suo naso contro il mio.
La mattina del primo di Giugno Celeste, tramite una telefonata, mi annunciò che lei è Riccardo si erano fidanzati, e che quella sera sarebbero andati insieme alla feste dal quartiere.
-Tu e Daniele ci sarete, vero?- mi chiese euforica.
-Credo di sì. Cioe, io sicuramente si, lui arriverà verso le 22 dato che è il compleanno di suo nonno.
-Capisco- sospirò la mia migliore amica al telefono- Beh, basta che veniate, ci saranno tutti- concluse.
-Tranquilla, verrò- sorrisi dietro la cornetta del telefono, per poi salutarla e riattaccare.
Quel pomeriggio lo passai nella vasca da bagno, o impegnata nella scelta di un vestito per la serata.
Optai per un abito in fantasia floreale, senza maniche e con dei sandali abbinati.
Prima delle 21 ero già lì e vidi Celeste venirmi incontro di corsa.
-Stella, io davvero non lo sapevo!-
Non capivo, ma quando si spostò vidi Michele, accerchiato da un gruppo di suoi amici festosi.
Appena mi vide il suo viso si illuminò, il suo sguardo tenero era tutto per me.
Congedò gli amici con una scusa e mi si avvicinò lentamente, ed appena mi fu davanti tutto il resto sembrò scomparire intorno a noi.
Erano passati poco più di quattro mesi, ed erano bastati per farlo diventare ancora più bello di quanto già non fosse prima.
-Stella...- sussurrò ed io sentii le gambe cedermi al solo udire di nuovo la sua voce profonda- Piccola Stella senza cielo...-.
Mi fissava con sguardo tenero, ed io sentii una fitta al basso ventre. Mi faceva, ancora, un effetto tremendo.
Ero come pietrificata e lui allungò la sua mano, posandola sulla mia guancia.
Fu un tocco lieve, quasi impercettibile, ma si interruppe quando un braccio mi cinse le spalle.
-Bambolina, sono in anticipo, visto?-
Ero in panico.
Guardai Daniele, poi Michele, e poi di nuovo Daniele, poi però presi coraggio.
-Daniele, questo è Michele. Michele, questo è il mio ragazzo-.
Vidi Michele irrigidirsi e stringere in modo automatico la mano di Daniele.
-Michele è tornato proprio ora da un viaggio e rivuole le sue chiavi di casa, che aveva affidato a me- spiegai dolcemente, rivolta a Daniele. Tirai fuori dalla borsa le chiavi che il mio ex fidanzato mi aveva lasciato, e gliele porsi- queste sono le tue chiavi. Bentornato-.
Poi presi Daniele per mano e lo trascinai via da qualle situazione alquanto strana.
Avevo detto a mia mamma che sarei rimasta a dormire da Celeste.
Una bugia bella e buona, dato che sarei rimasta con Daniele, che aveva una seconda casa sempre libera in periferia.
Quando ci ritrovammo da soli dopo la serata appena trascorsa, la sua gelosia ebbe la meglio, esplodendo furiosa.
-L'ho visto come ti guardava, Stella!- iniziò- era lui vero? Era quel ragazzo, il tuo ex ragazzo! Quello che era partito per lavoro!-
Annuii senza guardarlo negli occhi.
-Lo sapevo!- continuò lui, ed io cercai di calmarlo.
-Dani, ti prego non fare così-.
Mi avvicinai lentamente e presi le sue mani tra le mie, come lui aveva fatto tante volte per consolarmi.
-Ora ci sei tu- continuai- Io mi sono innamorata di te...-
Lo fissai in trepidante attesa e lui alzò lo sguardo di scatto, incredulo.
-Come hai detto?-
Presi fiato e sorrisi, ero pronta.
-Ti amo, Dani-.
Il volto del mio ragazzo si illuminò e, prendendomi il viso tra le mani, mi baciò con passione.
Facemmo l'amore per tutta la notte, con una tenerezza mai provata prima.
Forse era davvero quella la cosa giusta.

L'amore che Daniele provava nei miei confronti era la mia unica certezza, e quando se ne ha una è meglio non buttarla al vento.
Questi erano i miei pensieri mentre cercavo di farti partire il mio motorino in una calda mattinata di giugno.
-Vuoi una mano?- una voce a me tanto, forse troppo, familiare, mi sorprese alle spalle, costringendomi a voltarmi per poterlo guardare in faccia.
Mi girai e lo vidi.
Capelli con quel ciuffo biondo sempre perfettamente in ordine, maglietta nera ed aderente con degli occhiali da sole fissati nello scollo a V e jeans al ginocchio.
Così maledettamente sexy e uomo.
Michele continuava a fissarmi in attesa di una risposta.
-Allora?- incalzò sorridendo, e quel sorriso fu il colpo di grazia per me, ma cercai di riprendermi.
-Oggi proprio non vuole partire e non so perché- spiegai.
-Lasciami guardare- propose lui premuroso.
Lo vidi lavorare per circa trenta minuti buoni.
-Prova ora- disse porgendomi di nuovo le chiavi del mezzo.
Lo misi in moto e non fece un capriccio.
-Magnifico!- esultai- Grazie-.
Sorrise in modo dolcissimo.
-Per te questo ed altro- poi vedendomi arrossire aggiunse- e comunque non mi ci è voluto niente, ho abbastanza confidenza con i motorini. Alla tua età ero fissato per i motori-.
Abbassai la testa, ferita che avesse sottolineato di nuovo la nostra differenza d'età, come a sminuire quello che c'era stato tra di noi.
Michele mi prese il mento tra pollice ed indice e mi alzò il viso, come  aveva fatto tanto volte ai tempi della nostra relazione.
-Guarda qua- disse prima di tirare fuori dalla tasca la catenina che gli avevo regalato mesi prima- l'ho portata sempre con me-.
Io arrossii e sorrisi.
-Mi fa piacere- dissi semplicemente, provando a divincolarmi da lui, che però mi strinse più forte.
-Stella, io ero innamorato pazzo quando sono partito quattro mesi fa e lo sono anche ora, qui davanti a te, che sei più bella che mai-.
-Michele lasciami- lo implorai- questa cosa non è giusta-.
Mi guardò sbigottito.
-Ma non lo capisci che sono tornato per te? Non ce la facevo più, avevo bisogno della mia piccola Stellina-.
Rimasi di sasso.
-Io- balbettai- Io non so che dire-.
Michele iniziò ad avvicinarsi a me.
-Meglio- sussurrò quando ormai le sue labbra stavano per toccare le mie.
Quelle labbra erano bellissime, così definite, così invitanti.
Fu un attimo però.
-Io amo un altro ragazzo adesso- affermai con tutta la decisione che riuscii a mettere nel tono di voce- ed ora devo proprio andare da lui. Mi sta aspettando- conclusi.
Mi girai, mi misi il casco e saltai sul mio motorino mettendolo in moto, per poi premere forte l'acceleratore, scomparendo in dietro l'angolo in fondo alla strada. 

Piccola stella senza cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora