Capitolo 15

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Le vacanze di Natale arrivarono presto ed io tornai ad Arezzo per festeggiare le feste con la mia famiglia.
Sarei tornata a Londra a Gennaio e avrei ripreso il mio lavoro al Pub e il mio posto nell'appartamento, accanto alle mie coinquiline.
Anche Lola ed Alexis tornarono rispettivamente a Valencia e a Los Angeles.
Tornai in Italia il 20 Dicembre e passai almeno due giorni a fare visita a tutti i parenti, che reclamavano la mia presenza per potermi fare gli auguri.
Il 23 Dicembre tornai a casa che erano ormai passate le 19, e vidi davanti al portone dell'ex appartamento di Michele, proprio di fronte a casa mia, una macchina familiare. Guardai meglio per riuscire a leggere la targa e non ebbi dubbi: era proprio l'auto di Michele!
Ma che cosa ci faceva lì? Pensai che fosse tornato a svuotare del tutto l'appartamento per poterlo vendere o affittare, però quando lo vidi scaricare degli scatoloni stracolmi di roba dalla macchina, mi vennero dei dubbi.
Ad un tratto Michele si voltò ed i suoi occhi incontrarono i miei.
Per la prima volta dopo almeno due anni, provai quel brivido lungo la schiena che non sentivo da tanto, e che forse avevo sentito solo con lui.
Spesso, ai tempi della mia relazione con Daniele, mi ero convinta di poterlo provare ancora, ma così non era stato.
L'unica volta l'avevo provato era stato facendo l'amore con Michele, quando tornò da New York.
Quel ragazzo dagli occhi color del cielo mi faceva ancora un effetto tremendo, e proprio non riuscivo a capire il perché.
-Stella, ciao!- Michele mi venne incontro sorridendo, ed una volta davanti a me mi abbracciò goffamente, dato che eravamo entrambi molto imbarazzati- come stai?-
Il suo odore mi investì completamente ed io dovetti aprire la bocca per riuscire a respirare bene.
-Io sto bene- risposi- e tu? Che cosa ci fai qui? Non eri andato a vivere da quella ragazza, com'è che si chiamava?-
-Sonia- rispose lui serio.
-Sonia...- ripetei io in un sussurro- l'ultima volta che ci siamo sentiti mi avevi scritto che lei era incinta-.
Lo vidi annuire lentamente.
-Credevo che il bambino fosse mio, avevo cercato di ignorare tutte le voci che giravano su di lei quando ci siamo messi insieme, andava tutto bene, la convivenza andava bene, anche se spesso la vedevo distratta e assente, ma credevo fosse per via della gravidanza e degli ormoni-
-E poi cos'è successo?- chiesi, sperando di non risultare invadente.
-Un giorno ho trovato nella sua casella di posta elettronica alcune mail scritte proprio da lei, in cui implorava un certo Marco di riconoscere il bambino che sarebbe nato a breve. Sarei passato sopra la situazione se non fosse che lei non è andata con questo prima di mettersi con me, ma mi ha tradito, e non solo una volta-.
Tirò fuori tutto quello che doveva dire, si sfogò con me e poi tirò un calcio al portone per il nervosismo.
-Mi dispiace- gli dissi mettendogli una mano sul braccio.
Mi prese la mano che si era posata sulla sua spalla e mi guardò sorridendo.
-Ti va di fare una passeggiata? Stare un po' con te è proprio quello di cui ho bisogno in questo momento-.
-Perché?- gli chiesi confusa e con il cuore a mille.
-Perché sei sempre la mia piccola Stella senza cielo- rispose semplicemente- e ci tengo a te-.
Annuii rossa in viso, mi sembrava di essere tornata a quando ci eravamo appena conosciuti.
Cominciammo a camminare e ci ritrovammo a Piazza Grande, la Piazza del nostro primo bacio, dove ci sedemmo sugli scalini della grande gradinata.
-Posso poggiare la testa sulla tua spalla?- gli chiesi timidamente.
-Certo- rispose lui, per poi allargare il braccio per cingermi le spalle, poi continuò a parlare- ci pensi? Oggi sono tre anni dal nostro primo bacio- affermò giocando con una ciocca dei miei capelli rossi.
Io sorrisi istintivamente al ricordo di quella sera.
-Già, faceva freddo quella sera, nevicava-.
-Mi ricordo- rispose Michele- però io stavo bene, non avevo freddo-.
Mi staccai da lui e lo guardai.
-Quando hai capito di esserti innamorato di me?- gli chiesi curiosa.
Michele si passò una mano tra i suoi capelli biondi e ci pensò un attimo.
-Domanda molto difficile- sorrise ed il mio cuore aumentò il ritmo a dismisura- credo di aver capito che per te provavo qualcosa di veramente forte quando stavo preparando il CD che ti ho regalato per Natale, tre anni fa. Ogni canzone mi parlava di te, mi parlava del nostro bacio. Non facevo altro che pensarti-.
-E allora perché mi hai lasciata andare, non una ma ben due volte?- chiesi di getto, e Michele rimase in silenzio, guardando fisso un punto indefinito davanti a sé.

Piccola stella senza cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora