Il 23 Febbraio fu il giorno più brutto della mia vita, ma per certi versi fu anche memorabile.
Sarebbe dovuto essere un giorno speciale dato che erano i primi due mesi di fidanzamento miei e di Michele.
Una volta uscita da scuola, lo trovai appoggiato alla sua moto, bello come non mai.
Tirò fuori un pacchettino dalla tasca del giubbotto di pelle.
-Auguri amore mio- esordì porgendomelo.
Lo scartai emozionata e, quando mi ritrovai davanti una catenina d'argento con scritto Michele, scoppiai a ridere.
Il sorriso del mio ragazzo svanì all'istante.
-Non ti piace?- chiese deluso.
-Ma no, certo che mi piace!- risposi per tranquillizzarlo- guarda che cosa ti ho fatto io e capirai perché stavo ridendo-.
Aprì il regalo che gli porgevo e tirò fuori dalla scatolina una catenina d'argento con scritto Stella.
Rise.
-Ora capisco! Abbiamo avuto la stessa idea- poi smise di ridere e mi guardò in modo serio- Dai sali che ti porto a casa-.
Rimasi stupita da quel suo repentino cambiamento d'umore, ma feci come mi diceva. Afferrai il casco che Michele mi stava porgendo, e salii sulla sua moto, mentre molti miei compagni di classe ci guardavano e parlottavano tra di loro.
Mi riaccompagnò a casa.
-Ho impiegato tutta la mia pausa pranzo per venire a prenderti e portarti a casa, ma avevo troppa voglia di vederti- rise, poi avvicinò le sue labbra alle mie- vieni a casa mia alle 19, voglio stare da solo con te-.
Mi sorrise dolcemente per poi baciarmi. Io rimasi in allerta, preoccupata che mia mamma ci potesse vedere.
Si staccò da me, sempre sorridendomi, poi si infilò il casco, salì sulla moto e partì, scomparendo dietro l'angolo della strada.Nel pomeriggio cercai di studiare, ma la mia mente volava già alle 19.
Sentivo che sarebbe stata una serata indimenticabile. Io e lui da soli a casa sua, non saremmo di certo riusciuti a resistere alla passione palpabile che c'era tra di noi.
Non gli avevo detto che ero vergine, ma di certo se lo immaginava dato che sapeva benissimo che lui per me era stato addirittura il primo bacio.
Ad un tratto il campanello suonò, distraendomi dai miei bellissimi pensieri e facendomi notare che avevo riempito un'intera pagina di quaderno di cuoricini.
Andai verso il citofono e risposi.
-Chi è?- chiesi svogliatamente.
-Stella, sono Celeste, posso salire per favore?-
Sospirai ed aprii il portone.
Celeste era la mia migliore amica, ci conoscevamo dall'asilo.
Avevamo sempre fatto tutto insieme, solo al Liceo ci eravamo divise perché lei aveva scelto il linguistico.
Per me era sempre stata un libro aperto, la conoscevo troppo bene e già sapevo che cosa mi avrebbe detto.
-Celeste, scusami se non ti ho detto niente. Te l'avrei detto appena fossi stata sicura della serietà della storia, ma la conosci Ilaria, non si fa mai i fatti suoi- esordii vedendola entrare in casa mia come una furia.
Mi lasciò a malapena finire la frase.
-Passi che non mi hai raccontato niente di niente. Passi anche che questo tuo ipotetico ragazzo ha 27 anni. Ma non è giusto dimenticare gli amici solo perché ti sei innamorata!-
-Celeste, ti prego ascoltami- provai a farla ragionare ma fu tutto inutile.
-No! Non hai più risposto ai miei messaggi ed alle mie chiamate.
Io sono contenta per te, ma se continui a comportarti così ti ritrovi sola come un cane!-
Celeste uscì sbattendo la porta e lasciandomi a bocca aperta.
Scoppiai a piangere e mi appoggiai al muro del corridoio, lasciandomi scivolare giù con il viso coperto dalle mani.Alle 19 uscii di casa, anche se non ero proprio dell'umore adatto, però non potevo dare buca a Michele proprio in un giorno speciale come quello.
Suonai ed in un attimo il portone si aprì.
Salii le scale lentamente, per poi entrare in casa sua.
-Entra piccola, sono in cucina!- esclamò sentendomi chiudere la porta.
Passai davanti al salotto, diretta da lui in cucina, ma il mio sguardo cadde su di una tavola magnificamente apparecchiata, con una candela ancora spenta al centro.
-Buh- sentii il suo fiato vicino al mio orecchio e due braccio che mi stringevano da dietro.
-Hai fatto tutto questo per me?- chiesi sorpresa.
-Certo- mi posò un delicato bacio sul collo- per noi-.
Mi voltai verso di lui.
-Sei fantastico, Miky. Mi fai sentire speciale- dissi a voce bassa guardandolo dritto negli occhi.
Mi sorrise dolcemente.
-Tu sei speciale, ti meriti tutto ciò che di più bello c'è al mondo- mi baciò sulla fronte, poi continuò- vieni dai-.
Spostò la sedia per farmi accomodare, e con un accendino accese la candela.
Durante la cena Michele appariva strano, a tratti triste.
-Amore, c'è qualcosa che non va?- chiesi un modo premuroso, allungando la mia mano in modo da stringere la sua.
Si guardò intorno.
-No, cioè si, cioè...mi hanno offerto un lavoro ben pagato a New York, in un importante studio di grafica. È il sogno della mia vita, non potevo non accettare-.
Trattenni appena le lacrime, pur sapendo che aveva fatto la scelta più giusta.
-Oh beh, hai fatto bene. Quando parti?-
Michele chiuse gli occhi, poi li riaprì ed erano lucidi, lo notai subito.
-Domani- rispose incastrando il suo sguardo con il mio.
Sentii il mondo crollarmi addosso ed il respiro venirmi meno.
Una lacrima più forte delle altre rigò il mio viso ed io mi alzai di scatto, cominciando a camminare nervosamente su e giù per la stanza.
-Stella calmati!- mi disse Michele alzandosi e prendendomi per le spalle.
-Perché non me ne hai parlato prima?-
Mi dimenavo ed intanto piangevo come non avevo mai fatto in vita mia.
-Pensavo che ci saresti stata male- rispose con voce rotta.
-Perché ti sembra che così io stia meglio?- gridai tra i singhiozzi.
Per la disperazione cominciai a prenderlo a pugni, ma lui mi bloccò i polsi.
-Così non risolvi assolutamente niente. Domani parto, quindi ti chiedo, vuoi stare con me stanotte?- mi guardò. Aveva gli occhi pieni di lacrime, non l'avevo mai visto così. Lui era un ragazzo estremamente forte.
-Non posso- risposi secca.
Afferrai il cappotto e feci per avviarmi alla porta.
-Ti prego- sussurrò.
Mi fermai di scatto e, dopo aver riflettuto qualche minuto, chiamai mia mamma e le dissi che sarei rimasta a dormire da Celeste.
Riposi il cappotto e corsi verso di lui, gettandomi tra le sue braccia forti.
Lo strinsi fortissimo e lui trattenne il pianto.
-Sei la cosa più bella che mi sia capitata, Stella!-
-Sssh...- e lo baciai dolcemente, senza fretta, prendendogli il viso tra le mani come faceva sempre lui con me.
Mi prese per i fianchi e mi guidò verso la sua camera da letto.
Un volta lì mi fece sdraiare e venne sopra di me.
Stava per succedere quello che desideravo da mesi.
Ci spogliammo a vicenda e lui baciò con dolcezza ogni singola parte del mio corpo.
Vide la paura nei miei occhi e si fermò.
-Se non sei pronta non fa nulla- disse dispiaciuto, ma io ero pronta per lui, anzi ero prontissima.
Inarcai il bacino come a dargli il permesso di continuare e lui riprese a baciarmi.
-Dio mio sei stupenda...- sussurrava di tanto in tanto.
Poi finalmente entrò dentro di me, in quel momento eravamo un'unica cosa.
Si muoveva piano continuando a baciarmi.
-Ti amo piccolina- sussurrò al mio orecchio baciandomi.
Era la prima volta che me lo diceva, ed il mio cuore iniziò a battere più forte.
-Anche io ti amo, Michele- risposi emozionata.
Raggiungemmo l'apice del piacere insieme e lui baciò la mia tempia sudata.
Mi coccolò fino a che non mi addormentai sfinita tra le sue braccia.La mattina dopo, quando mi svegliai, lui non c'era già più.
In compenso sul suo cuscino era stata sistemata una magnifica rosa rossa, che fermava una busta con su scritto "Per Stella".
L'aprii con le mani che tremavano."Cara Stella,
sono qui vicino a te e ti sto guardando dormire. Sei magnifica, come sempre.
Guardo te, poi guardo la valigia ormai pronta e poi di nuovo te.
Non posso pensare che tra poche ore sarò lontano chilometri e chilometri dalla mia piccola Stella senza cielo.
Conoscerti è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita.
Quando ti ho baciata per la prima volta, a Piazza Grande, ho provato una delle emozioni più grandi che possano esistere al mondo.
Dico 'una delle più grandi', perché la più grande in assoluto l'ho provata stanotte, su questo letto, con te...
Non so che cosa tu mi abbia fatto, so solo che nonostante la differenza d'età, io mi sento totalmente dipendente da te, che sei la ragazza più bella che io abbia mai conosciuto.
Iniziare una storia a distanza sarebbe troppo doloroso, potrei rimanere lontano pochi mesi, come addirittura anni.
Tu hai solo 16 anni ed hai tutto il diritto di viverti la vita al meglio, chi sono io per impedirtelo?
Resta sempre così piccola mia, perché fidati non potresti mai essere migliore di come sei ora.
Ciao mio piccolo amore, ti vorrò sempre bene.Michele
P.S. Le chiavi del mio appartamento sono sul mobiletto dell'ingresso.
Voglio che le tenga tu, almeno avrò una scusa valida per rivederti una volta tornato".Sorrisi per il Post Scriptum, ma ormai le lacrime scendevano libere.
Portai la rosa al naso. Il suo odore era sublime, ma non bastò assolutamente a calmarmi.
Non potevo restare un minuto di più in quella casa, che ancora aveva l'odore del nostro amore.
Mi vestii velocemente, afferrai tutte le mie cose e le chiavi dell'appartamento, e chiusi la porta, provando a lasciarmi quel posto e la mia storia con Michele, dietro le spalle.
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Piccola stella senza cielo
أدب المراهقينStella ha 16 quando conosce Michele, un bellissimo ragazzo che vede sempre quando porta fuori il suo cane. I due si innamorano, ma c'è un problema non indifferente: tra di loro ci sono 11 anni di differenza. Michele ha infatti 27 anni, e la loro sto...