Io e Michele salimmo a casa sua, e lui si richiuse la porta dietro le spalle.
-Il modo in cui Daniele si è comportato mi fa presumere che tu gli abbia raccontato tutto- esordì, ma la risposta era abbastanza ovvia, per cui mi limitai ad annuire- quello che ti voglio chiedere è perché? Avevi detto di essere innamorata di lui ora-.
-Proprio perché credevo di essere innamorata di lui ho dovuto dirgli tutto- risposi piano.
Michele si avvicinò a me e mise le sue mani sui miei fianchi.
-Credevi?- chiese guardandomi negli occhi, ma io abbassai la testa.
Lui prontamente mise due dita sotto il mio mento e mi alzò il viso.
-Si, credevo- affermai- Perché da quando sei tornato tu, Michele, io non so più niente. Sono stata malissimo quando tu te ne sei andato, ho addirittura pensato che tu mi avessi presa in giro, eppure guardami, gli ho confessato tutto già consapevole della reazione che avrebbe avuto- gli vomitai addosso tutta la mia rabbia, tutta la mia frustrazione, e lui si limitò ad allontanarsi da me senza fissarmi.
Non rispondeva, non dava segni, per cui incalzai.
-Michele, ma tu mi ami?- chiesi poi a bruciapelo, e lo vidi titubante.
-Stella, io non lo so...- rispose lasciandomi a bocca aperta.
-Ma appena una settimana fa mi hai detto che mi amavi!- gridai- non so se ti ricordi, quando mi hai aiutata a far ripartire il motorino-.
Michele si passò nervosamente una mano tra i capelli, poi si appoggiò al tavolo e mise le mani in tasca.
-Non so bene cosa provo per te. Sei il mio più grande punto di domanda, Stella. L'attimo prima credo di amarti alla follia e sarei pronto a fare pazzie per te pur di vederti felice, l'attimo dopo mi ricordo che tra di noi ci sono dieci anni di differenza e faccio un passo indietro-.
Non potevo credere alle mie orecchie.
-Fino a qualche mese fa non ti importava niente della differenza d'età- dissi flebilmente.
-È vero, ma l'offerta di lavoro a New York e tutto quello che è venuto dopo mi hanno fatto capire che naturalmente abbiamo esigenze diverse. Tu hai bisogno di un ragazzo della tua età che stia vicino a te, io ho bisogno di una donna che sia disposta a seguirmi e che magari sia pronta per pensare di poter creare una famiglia- mi guardò triste- Ti voglio un gran bene, Stella, sei importantissima per me e non so resisterti, però...-
-Tu non sei tornato per me, vero?- gli chiesi senza permettergli di finire la frase- Cioè, non sei tornato davvero perché ti mancavo-.
Lo vidi scuotere la testa ed in quel momento mi sentii una stupida, un'ingenua che si era fatta abbindolare.
-Mi hai mentito...- dissi quasi in un sussurro.
-Ho un progetto importante per le mani, qui in città. Voglio aprire uno studio di grafica e dovevo assolutamente tornare-.
Michele abbassò lo sguardo, quasi vergognandosi di sé stesso.
-Sei un bastardo!- esclamai- ma la colpa è mia che mi sono fatta fregare da uno come te-.
Le lacrime ormai stavano rigando veloci le mie guance, e Michele mi si avvicinò per poi abbracciarmi forte.
Nonostante in quel momento lo odiassi, non mi opposi e mi lasciai stringere, fino a che il mio telefono non mi vibrò in tasca.
Era Riccardo, il migliore amico di Daniele, ed io iniziai seriamente a preoccuparmi.
-Pronto- risposi con voce ancora tremante per il pianto.
-Stella, è successo un casino- Riccardo andò dritto al punto e sembrava davvero agitato- mi ha chiamato il fratello maggiore di Dani, ecco lui, ha avuto un incidente-.
Sentii il mondo crollarmi addosso e solo allora realizzai quanto io tenessi a quel ragazzo.
-Cosa?- dissi piano- ma come è successo?-
-Ancora le dinamiche non sono chiare, sanno solo che è finito in un fosso, forse per evitare un Camion che aveva visto troppo tardi- mi spiegò- lo stanno portando in ospedale, è molto grave...- concluse ed io sentii perfettamente la voce di Riccardo rompersi.
-Voglio andare da lui- esclamai.
-Passo a prenderti, sei troppo sconvolta sicuramente per andare da sola-.
Lo ringraziai e poi riattaccai, vedendo che Michele mi guardava con sguardo interrogativo.
-Che succede?- chiese preoccupato.
-Daniele ha avuto un incidente tornando a casa da qui- spiegai- devo andare da lui-.
Michele mi guardò ed annuì.
-Ma sei sicura? Dopo tutto quello che è successo...-
-Forse, anzi sicuramente lui non vuole vedere ma io ho bisogno di vedere lui. L'incidente è tutta colpa mia, se non fosse successo niente, lui sarebbe rimasto con me ed ora non sarebbe in pericolo di vita-.
Ormai piangevo disperata.
-Vuoi che ti accompagni in ospedale?- offrì Michele, ma io rifiutai, non era proprio il caso.
-No, passa a prendermi il suo migliore amico. Adesso mando un messaggio a mia mamma spiegandole la situazione ed aspetto Riccardo giù in strada-.
-Perlomeno permettimi di aspettare con te, è notte e potrebbe essere pericoloso-.
Beh, da quel punto di vista non aveva tutti i torti, per cui dovetti accettare quasi per forza.
-Okay, andiamo giù-.
Scendemmo in strada ed aspettammo Riccardo in religioso silenzio.
Quando quest'ultimo arrivò, io feci per salire in macchina, ma Michele mi trattenne.
-Mi dispiace per tutto quello che è successo, Stella. È tutta colpa mia, da quando sono entrato nella tua vita non ho fatto altro che incasinartela, mentre tu, forse un po', me l'hai migliorata-.
Mi dette un bacio sulla fronte, poi mi lasciò andare e rientrò in casa, mentre Riccardo mi guardava con sguardo confuso.Non fiatammo per tutto il viaggio verso l'ospedale, forse il migliore amico di Daniele, vedendo quella scena, aveva capito tutto e aveva preferito non esprimersi.
Io invece non parlavo per via dell'ansia e della paura.
Arriviamo all'ospedale e ci venne incontro il fratello maggiore di Daniele, che salutò affettuosamente Riccardo e poi guardò me con sguardo dolce.
-Tu devi essere la famosa Stella di cui mio fratello parla sempre- mi disse vedendomi- è molto innamorato, non l'avevo mai visto così felice prima d'ora. E sei anche più bella di come ti aveva descritta-.
Arrossii ed abbassai lo sguardo.
Non mi meritavo tutta quella gentilezza.
Se Daniele era in coma, come avrei scoperto di lì a poco, era tutta colpa mia.
Suo fratello mi guidò fino alla stanza, poi mi lasciò lì sulla soglia.
Io guardai il ragazzo, che ora ero sicura di amare con tutta me stessa, disteso su quel letto d'ospedale, e lentamente avanzai verso di lui.
Mi sedetti sul bordo del letto e gli accarezzai una guancia e parlai.
-Perché la vita è così ingiusta, amore mio. Dovrei esserci io su questo letto d'ospedale e non tu, che non hai fatto nulla di male.
Perdonami ti prego...
Voglio un nuovo inizio con te. Ricominciare a sognare insieme senzà mai più un litigio. Non sai quanto sto male quando soffri a causa mia e più ci penso e più mi rimprovero perché è solo colpa mia, sono io che sono fatta male. È per questo che ho bisogno che tu mi stia accanto, perché devo cambiare, devo maturare ancora e sono sicura che insieme a te riuscirò a farlo. Ti prego non dubitare mai di me, di noi.
Non ti pugnalerò mai più il cuore, farò di tutto per farti stare bene, su tu riuscirai a perdonarmi.
Ora perdonami per tutte le volte che ti tratto male e non te lo meriti e per tutti gli errori che faccio. Odio pensare di stare senza di te, senza sentirti per un'ora o addirittura uno, due, tre giorni. Perdonami ti prego, continua ad amarmi come hai sempre fatto, non piangerai più per me credimi, te lo prometto. Ti amo, Daniele, adesso ne sono sicura-.
Rimase immobile, nessun segno, ed io passai tutta la notte lì in quella stanza ad osservarlo, seduta su di una scomoda sedia accanto al letto.
Sarei rimasta anche tutta la vita vicino a lui, se fosse stato necessario, non l'avrei abbandonato più.
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Piccola stella senza cielo
Teen FictionStella ha 16 quando conosce Michele, un bellissimo ragazzo che vede sempre quando porta fuori il suo cane. I due si innamorano, ma c'è un problema non indifferente: tra di loro ci sono 11 anni di differenza. Michele ha infatti 27 anni, e la loro sto...