Lame affilate

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Mi ritrovo disteso su un freddo pavimento, sento dolori in tutto il corpo e faccio fatica ad aprire gli occhi. La testa fa male e sento le tempie pulsare fastidiosamente. Provo ad aprire un occhio e l'unica cosa che vedo è uno sfondo offuscato. Apro anche l'altro e con tutte le mie forze cerco di mettere a fuoco ciò che mi sta attorno. Ci riesco dopo un bel po' e mi rendo conto di trovarmi in una stanza di forma circolare completamente vuota, con una sedia di metallo al centro, fissata saldamente al pavimento, e una grossa porta per poter uscire.

Mi tiro su facendo peso con entrambe le braccia e all'improvviso sento un conato di vomito che mi costringe a portarmi le mani alla bocca per trattenerlo.

Maledetti viaggi senza capsula! Come fa Jack a sopportare tutto questo?

Cerco di prendere fiato e porto le mani alle tempie mentre con la schiena mi poggio alla parete. Sto bene, devo solo provare ad alzarmi, anche se la testa mi gira da morire. Strizzo gli occhi e mi ripeto che posso riuscire a stare fermo su due piedi. Traballo un po' ma ce la faccio.

- Ok, Dottore. Spero tu non sia molto lontano. - Tiro fuori la pistola e la tengo lungo il fianco mentre mi avvicino alla porta di metallo. So che non servirà a nulla contro dei robot con dei cervelli umani, ma... sempre meglio di essere indifesi.

L'ingresso non ha una maledetta maniglia, nè riesco ad aprirlo spingendo la porta metallica. Solo dopo mi rendo conto del pulsante sulla parete e mi do dello stupido per non essere riuscito a notarlo prima. Non lo premo subito, voglio accertarmi che non ci sia nessun pericolo dall'altra parte, quindi poggio un orecchio sulla porta per una manciata di secondi. C'è il silenzio, un tombale ed inquietante silenzio. Potrebbe essere un buon modo per ingannarmi, non mi fido della calma e della quiete, quindi sollevo la pistola con entrambe le braccia ed emetto un respiro profondo prima di premere il pulsante e fare così in modo che la porta si sollevi. Punto l'arma a destra e a sinistra sulla difensiva, ma con mio totale sollievo mi rendo conto che sono solo e fuori pericolo.

Non chiedetemi che scopo abbia la stanza che mi sono appena lasciato alle spalle, non ne ho la più pallida idea, ma per un momento ho pensato di essere finito in un luogo che non è la nave Cyberman. E se non è questa? E se per un momento i miei pensieri hanno deviato su altro e non sono finito dove avrei dovuto essere? Come faccio ad accertarmi di essere nel posto giusto? L'unico modo è esplorare e trovare qualcosa che mi faccia capire dove mi trovo.

Dannazione, se solo sapessi com'è fatta una nave spaziale! Se solo avessi una maledetta mappa!

Decido di andare a destra, il mio istinto dice che la destra è la direzione adatta. Cammino lentamente, poggiando i piedi sul pavimento con la lentezza e la delicatezza disarmante che uso di solito quando John si addormenta sfinito dal lavoro sul divano.

Oh, John... vorrei fossi qui.

Suvvia, posso farcela. In fondo, prima dell'arrivo di John nella mia vita lavoravo da solo e ne ero totalmente abituato... adesso non credo di esserlo più.

Non so per quanto tempo cammino, ma questo corridoio sembra non finire più. Poi arrivo davanti ad una grossa finestra che lascia intravedere sotto di me il bianco polare della neve, quel colore così acceso mi fa rabbrividire, anche se sembra che questa astronave sia immune alla temperatura esterna.

Posso dire di aver avuto la conferma di essere proprio nel posto giusto. E tutti i miei dubbi si azzerano quando sento dei passi di marcia farsi sempre più vicini. Provengono dal corridoio che sto per raggiungere e, prima che possa essere troppo tardi, mi nascondo velocemente dietro la rientranza di un'altra porta di metallo che chissà in quale strana stanza mi potrebbe far finire. Lascio sporgere leggermente la testa e poi li vedo: camminano in fila e senza mai voltarsi, producendo fastidiosissimi rumori robotici. Sono così tanti che ho perso il conto dei secondi interminabili che ho aspettato nascosto. Non esco subito dal mio angolo sicuro, aspetto di sentire il passo di marcia a malapena. In effetti, non conosco questi alieni e quindi non so in quale modo potrebbero farmi fuori, e stavolta nessun bacio del capitano potrà salvarmi, dato che ha già usato il suo "dono" su di me.

The wrong sideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora