La Torre dell'orologio astronomico, nella patria della leggenda del Golem. Me la sono ritrovata di fronte non appena ho messo piede fuori dalla porta. La folla riempie la piazza e gli artisti di strada fanno i loro spettacoli incantando adulti e bambini, facendo scaturire applausi e risate gioiose. Mi chiedo come facciano tutti a non accorgersi della cabina che è appena apparsa dal nulla. Sono forse stupidi?
- Non vedono il Tardis? - Chiedo mentre punto lo sguardo sulle abitazioni pittoresche e la Cattedrale di San Vito così ben elaborata dall'altra parte della piazza.
- Lo vedono eccome, ma c'è un filtro di percezione. Una volta si adattava ad ogni luogo in cui atterrava. Nell'antica Roma si sarebbe trasformata in una statua di marmo, ma poi negli anni 60 si è guastato il filtro ed è rimasta una cabina blu della polizia. Mi è piaciuta, ho preferito non ripararlo. - Continuo a guardarmi intorno: ci sono delle carrozze, due per l'esattezza, trainate da cavalli bianchi e possenti, carrozze per i turisti che vengono caricate di famiglie entusiaste, pronte per fare il giro della città. - La gente può vedere il Tardis, ma per loro sarà una cosa come un'altra, a meno che non ci prestino particolare attenzione. Ma guarda dove siamo! Praga! Credi che alla gente interessi appostarsi vicino ad una cabina blu apparentemente inutile? - Dice mentre mi fa segno di raggiungerlo. Lo seguo, portando le mani nelle tasche del mio cappotto, fissando il rilevatore che non ha smesso un attimo di suonare.
Quel ding sta diventando fastidioso
L'Angelo deve essere qui per forza, quindi ci ritroviamo ad aggirare il nostro sguardo verso ogni cosa, nella speranza di vedere una statua che non corrisponde a quelle della città, verso gli edifici, verso il monumento della piazza, dove noto le incisioni sulla pietra in inglese...
Aspetta, inglese?
- Dottore, le incisioni non dovrebbero essere in cieco? - Chiedo confuso, senza staccare gli occhi dalla statua di Jan Hus, il teologo boemo rettore dell'Università di Praga.
- Lo sono, è il Tardis che traduce per noi. -
Bene, un altro appunto per il mio palazzo mentale: il Tardis è un traduttore.
- Traduce lo scritto e il parlato, e... - Lo vedo aguzzare lo sguardo e sfilarsi gli occhiali. La sua espressione è confusa, ma diventa quasi immediatamente sorpresa. Non capisco il motivo, probabilmente ha visto l'Angelo, ma non avrebbe reagito in questo modo. Quindi deve aver visto qualcuno e a giudicare dalla sua sorpresa deve essere proprio qualcuno che conosce.
Mi giro per verificare la mia deduzione e a quanto pare è corretta, perché un uomo si sta avvicinando di corsa verso di noi, urlando il nome del Dottore a gran voce.
Non sono riuscito a distinguere bene la sua forma finché non si è avvicinato: alto, robusto, con un inusuale completo anni quaranta, ma il suo cappotto fa intuire che non è un semplice completo, ma quello di un soldato... un capitano, magari? Taglio di capelli corto, il tipico uomo che le persone "normali" giudicherebbero di bell'aspetto. Conosce il Dottore, forse abbastanza bene. Il modo in cui lo ha chiamato, con quell'entusiasmo e quella sorpresa mi fanno intuire che non lo vede da tempo e che probabilmente stava cercando proprio lui. Al polso porta uno strano congegno che non ho mai visto prima, sembra tecnologia aliena.
Bene, un altro buffone spaziale!
- Che diavolo ci fai tu qui? - Urla il Dottore con una punta di isteria nella voce. L'uomo lo abbraccia stretto non appena arriva davanti a lui e quest'ultimo si lascia sfuggire un sorriso rassegnato.
- Dottore! Oh, lo sapevo che saresti arrivato anche tu. Torchwood riceveva strani picchi e sono venuto a dare un'occhiata di persona. - Il capitano, potrei scommetterci tutto quanto che sia più vecchio di quanto sembra, non si è ancora accorto della mia presenza, è troppo impegnato a riferire le sue bizzarre scoperte al Signore del Tempo. Dai suoi atteggiamenti e dai modi sicuri in cui parla si capisce subito quanto si creda mozzafiato. Al solo pensiero roteo gli occhi al cielo e sbuffo sonoramente, cosa che riesce a far spostare la sua attenzione su di me.
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The wrong side
Hayran Kurgu[ Wholock | Johnlock ] [ Seguito di "The side of the Angels", per capire questa storia bisogna leggere la precedente ] "I tuoi occhi. Al solo pensiero che non potrò rivederli mai più sento come una stretta al petto che mi impedisce di respirare. Dop...