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9 anni prima

-Luca,Luca piccolo mio vieni qui.
Gli disse Alida la sua mamma.
Lei era una nota soprano veronese,suo padre il re di Verona se ne innamorò perdutamente e alla fine riuscì a sposarla, ma questa è un'altra storia.
-Madre mia...ditemi.
Le si avvicinò un bambino dai capelli color dell'oro, i morbidi ricci gli accatezzavano le esili spalle.
Indossava una divisa azzuro mare.
I suoi occhi, grandi ed espressivi, avevano lo stesso colore della terra .
Le labbra rosee e carnose.
-Piccolo mio, la mamma ti vorrà sempre bene.
Sempre.
Disse con voce tremante, accarezzando la paffuta guanciotta del figlioletto.
-Sì, madre mia, lo so.
Ma perchè mi dite questo?
Chiese preoccupato il principino.
-Perchè, figlio mio, io sto per andare lontano.
Rispose, dolce accarezzandogli la testa, passando le sottili dita tra i boccoli biondi.
-E dove andrete, madre mia?
Chiese ancora, cominciando a piangere.
-Dovrò andare lontano, in un posto magico.
-Ed io...potrò mai venire a trovarvi?
Chiese speranzoso.
-Piccolo mio, potrai venire a trovarmi nei sogni.
Il piccolo sussultò felice, gli occhi ripresero la sua naturale luce spensierata.
Si issò sulle punte dei piedi e, reggendosi con le mai alla poltrona in vimini, su cui era seduta la regina, le baciò una guancia, per poi correre a giocare con Riccardo.
6 anni dopo
-Ahahah avanti Riccardo cosa fai? Su fatti avanti.
Urlò, gioioso un giovane dai biondi boccoli.
I riccioli d'oro gli ricadevano morbidi sulle spalle.
Le gambe sode e slanciate erano fasciate da uno stretto tessuto color azzurro.
Il petto muscoloso era velato da una camicia di seta bianca, lasciata sbottonata fino all'ombellico.
La manica sinistra era tirata su fino al gomito.
Sulla camicia,  vi era una casacca azzurra, adornata da ricami in oro.
La manica destra ricopriva l'intero braccio, a differenza di quella sinistra la quale era totalmente mancante.
Il viso solare e bello era impreziosito da una leggera barbetta ed un pizzetto ben curati.
-Luca non potrei mai mancarvi di rispetto, rivolgendovi la mia lama contro.
Rispose Riccardo, il suo paggio e migliore amico, inchinandosi.
Il principe sbuffò, alzando gli occhi al cielo e scuotendo la testa da destra a sinistra.
-Oh andiamo, Riccardo, quante volte dovrò ripeterti che non gradisco questi inconvenevoli così inutili?!
Ci conosciamo da 15 anni, ormai siam come fratelli.
Dammi pure del "tu".
Disse raggiante il principe.
Il paggio rise di gusto seguito, poi dal suo principe.

Da una finestra, proveniente dal'ala ovest del castello, una donna spazzolava i lunghi e scuri capelli della sua bella figlia osservando il principe con orgoglio.
Nel mentre, inebriata dalle dolci e amorevoli carezze della genitrice, la ragazza sospirava.
-Madre  mia ditemi, non è bravissimo con la spada?
Chiese la piccola , sognante.
-È un' abile tiratore, ma ora va figliola, il principe vorrà trovare i suoi appartamenti ben ordinati,  al suo ritorno...su va'!
Ordinò, dolcemente la donna.
I lunghi capelli ramati, le ricadevano morbidi sulle spalle, accarezzandole i fianchi.
Due trecce le impreziosivano il capo.
Il corpo era ben fasciato da un semplice abito rosso, dalle maniche a sbuffo.

Giulia si allontanò dai suoi umili appartamenti,  dirigendosi in quelli del suo signore.
Lei era la sua governante,  si occupava dei suoi abiti e dei suoi appartamenti.
Cominciò nel cambiare le lenzuola al grande letto a baldacchino,cominciò poi
a  sgombrare il pavimento dagli abiti sporchi e a rammendare quelli che presentavano buchi, prima di sciacquarli al fiume.
Raccolse i vestiti in una cesta e, sedendosi su una sedia, prese a rammendarli con attenzione e precisione.
-...L'amore che cos'è
nei teneri anni miei,
chissà se quel giorno mai arriverà.
La vita cosè,
è l'inizio per me
ma un vento di pazienza
mi trascina con se
come il mare quì dentro al cuore...
La giovane prese a canticchiare non rendendosi conto della presenza del principe, nascosto dietro il baldacchino.
Notando la spensieratezza della sua giovane serva, continuò ad ascoltare quella dolce e soave voce.
-Oh mio signore, mi perdoni...non vi ho sentito entrare.
Stavo rasentando i vostri appartamenti.
Giulia si incinò dinanzi a Luca, prese la cesta e si incamminò verso l'uscita della stanza.
-Aspetta,come ti chiami?
-Giulia, vostra altezza.
La giovane chinò ancora il capo e mosse qualche passo verso l' uscio.
-Hai un nome stupendo.
Interruppe i suoi passi, udendo quelle parole.
Si voltò verso il suo signore.
-Vi ringrazio, mio principe.
Chinò il capo, voltò le spalle e corse verso il fiume.

"Chi giudica non può aver amato mai."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora