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4 anni dopo.
Erano passati sei anni, sei lunghi e felici anni.
La loro vita era molto cambiata, dalla nascita di quella piccola peste.
Era un tornando in continuo movimento.
Vivace, spensierata, scherzosa e sognatrice.
Proprio come erano il suo papà e la sua mamma da piccoli.
Luca era sempre impegnato in affari di Stato ma non perdeva occasione per far visita alla sua bellissima consorte e alla sua dolce e piccola pulce dai riccioli biondi ed occhioni color cielo.
-Mamma, mamma!
Guardami!
Urlò spensierata la principessina, intenta a dondolarsi su un'altalena costruita da suo zio Gianluca.
-Sì, tesoro ma fa attenzione!
Le rispose, sorridente la mamma.
-Sì , mamma però tu guardami.
Giulia scosse la testa ridendo.
Quella piccola peste riusciva a mettere in riga anche il più scorbutico dei servitori e rendeva eloquente il più timido ed introverso degli scudieri.
Era un amore di bambina e di figlia.
Sarebbe diventata un bellissima donna ed una perfetta moglie.
Certo, questo lo sapeva per certo, non per altro la nonna la istruiva a dovere già dai 4 anni.
Roberta era impossibile, ma voleva un gran bene alla piccola Celeste.

Giulia  raccoglieva delle rose blu da mettere nell'ufficio del suo re mentre guardava la sua piccola creatura giocare con spensieratezza.
Una goccia le cadde sulla punta del naso, facendole capire che era meglio rientrare.
-Celeste, amore, vieni rientriamo.
La richiamò a se e la prese per mano, rientrando a palazzo.

La principessina saltellava allegra nei corridoi decorati in oro  mano nella mano con la sua mamma.
Giulia teneva per mano la piccola mentre, con un braccio, reggeva il mazzo di rose raccolte in giardino.

Nell' ufficio Luca era alle prese con le solite scartoffie burocratiche, quando sentì la porta scattare.
Alzò il capo e un sorriso gli increspò il viso stanco, uno scriccioletto dai riccioli d'oro sorrideva al proprio papà, dal basso dell'enorme scrittoio in legno di quercia.
Sul visino paffuto si formarono delle tenere fossette tipiche di lui.
-Ciao papino mio.
Lo salutò, saltandogli sulle ginocchia.
Lui l'abbracciò e le baciò una guanciotta.
-Ciao mio piccolo fiocchetto di neve.
Era solito chiamarla così in quanto venne concepita in un giorno di neve.
Alla bimba piaceva molto esser chiamata così, infatti lo abbracciò di rimando strofinando la guanciotta contro quella barbuta del padre.
Si scostò subito, guardandolo.
-Papà, la tua barba punge!
Esclamò.
Lui le sorrise divertito posandole un bacio sulla gota morbida.
Giulia li raggiunse cingendo  i fianchi del marito e umendo le loro labbra in un casto bacio.
-Bleah.
Protestò la principessina, guardando i genitori darsi un bacio.
I due risero e le baciarono la guancia.

"Chi giudica non può aver amato mai."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora