15.

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-È morto...è-è morto.
Ripeteva sconvolta la regina di Verona.
Riccardo giaceva, morto sul terreno sabbioso.
Era morto tra le sue braccia.
Era morto per proteggere lei.
Rientrati al castello di Villafranca, erano attesi dai genitori del ragazzo.
Giulia scese per prima dalla carrozza e si avvicinò all'uomo.
Era il fabbro di corte, un signore distinto dai capelli brizzolati e dalla folta barba, ben curata.
Il suddito s'inchinò.
-Maestà.
Pronunciò, invece, la donna con voce atona.
Era una donna bassa e robusta, cuoca di corte.
La voce dolce, spezzata dal pianto.
Giulia li guardò con occhi pieni di dolore e lacrime, stringendolo in un abbraccio.
Luca li raggiunse e si unì a loro.
Il signor Pietro e la signora Grazia lo avevano cresciuto come un figlio, dopo la morte di sua madre Alida.
-Pietro, Grazia...mi dispiace terribilmente.
Credetemi.
Ci siamo vicini nel vostro dolore.
Espresse il re, addolorato.
I coniugi lo stringevano tra le braccia.
La cuoca strinse alcuni riccioli biondi, nella mani mentre calde lacrime scorrevano sulla guance paffute.

6 mesi dopo.
Era la vigilia di Natale, Giulia era in camera e rammendava una  delle casacche azzurre di Luca.
Luca  entrò nei loro appartamenti e le cinse i fianchi, baciandole il collo.
-Ehi.
Sussurrò al suo orecchio, il biondo.
Giulia rabbrividì.
-Oi.
Rispose dolce la sua soposa, voltandosi ed unendo le loro labbra.
-Piccola, chiudi gli occhi.
Le disse dolcemente.
Aveva le mani dietro la schiena...nascondeva qualcosa.
Giulia chiuse gli occhi.
Le porse una scatola color panna con un fiocchetto rosso tondeggiante, posandogliela sul grembo.
Sul coperchio vi erano dei fori.
-Buon Natale amore mio!
Esclamò, raggiante il sovrano.
La ragazza aprì gli occhi e, notando la scatola, l'aprì.
Un piccolo cucciolo di Labrador le leccò la candida mano.
-Oh grazie, è stupendo!
Non dovevi, amore.
Gli accarezzò una guancia, baciandolo sulle labbra.
-Si invece.
Rispose, sorridendole.
-Ma io non ti ho fatto nessun regalo per Natale.
Continuò rattristandosi.
-Si invece,me lo fai tutti i giorni...il mio regalo sei tu.
Mi hai cambiato la vita.
Commossa gli si lanciò addosso,circondando con le braccia il suo collo e  baciandolo ancora, con amore,sentimento e passione.

Quel giorno si unirono ancora, ancora e ancora.
Si unirono sfiorandosi, ammirsndosi, baciandosi, sospirando, gemendo.
Si unirono amandosi.

"Chi giudica non può aver amato mai."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora