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10 anni dopo.
-Sire sire, è urgente.
Sul fronte  mantovano ci stanno attaccando, sono barbari e rozzi.
Il duca Gianluca chiede disperatamente il vostro aiuto!
Un servo espresse agitato.
Luca scostò lo sguardo dal servi e lo posò sulle due figure femminili. Guardò velocemente sua moglie e la bellissima Celeste, ormai sedicenne.
-Và...é il tuo compito no?
Gianluca ha bisogno di te.
Disse Giulia con le lacrime agli occhi.
Pianse.
Pianse contro la sua volontà.
Aveva già vissuto quella scena.
Luca, il suo Luca era già andato al fronte ed, allora aveva ricevuto il dolore più grande.
Non avrebbe potuto sopportare un secondo episodio simile.
Ma non poteva farci nulla, lui era il re e quello era il suo dovere.
Luca le strinse a se baciandole entrambe, poi  corse via.

Tre mesi dopo.
Luca non era ancora tornato, da giorni che Giulia non riceveva una sua missiva.
Ormai aveva perso le speranze.
Ciò che aveva, più di tutto temuto si stava realizzando.
Pregava in Dio che tutto fosse un incubo orribile e che presto si sarebbe svegliata.
Svegliata con lui al suo fianco.
Ma non fu mai così.
Franco, suo suocero cercava di confortarla in qualsiasi modo, così come sua cognata Barbara e sua madre Riberta.
Ma nulla, era tutto inutile.

Celeste  era chiusa in camera  da mesi.
Dal giorno in cui il suo papà, il suo amato papà era partito per il fronte.
L'unica che poteva accedere alle stanze della principessa era sua madre, la quale cercava di infonderle coraggio.
-Tesoro...
La chiamò, atona la regina.
-Mamma, oh mamma non ne posso più...rivoglio il mio papà.
Scoppiò in lacrime la piccola, cadendo sul grembo materno.
-Lo so piccolo fiocchetto di neve...lo rivoglio anche io.
Le confessò la donna, accarezzandole la folta chioma bionda e riccia.
Quei morbidi ricci erano così perfetti e simili a quelli del suo amore.
Chissà se avrebbe mai potuto rivederli e ritoccarli.
Chissà.
Senza accorgersene, pianse anche lei.

-Maestà l'emissario di posta chiede...chiede di voi.
Charlotte lo disse con voce cupa e con occhi spenti.
Non prometteva nulla di buono, quella donna era sempre stata così spensierata e allegra.
Anche nei momenti peggiori.
-C-certo, arrivo subito.
Grazie Charlotte.
La domestica s'inchinò e si congedò dalle due nobili donne.
Giulia e Celeste si diressero verso l'ingresso, a passo svelto.
L'emissario s'inchinò.
-Oh buon emissario, portami liete notizie.
Lo pregò la regina.
La principessa lo guardò speranzosa mentre questi abbassava lo sguardo, rattristato ed addolorato.
-Porto notizie dal fronte, maestà.
-Spero siano letizie.
L'uomo abbassò il capo scuotendolo in segno di negazione.
-Mi dispiace, sono rammaricato maestà ma...il re è, il re è.
Non riuscì a pronunciare altre sillabe.
-N-no non può essere.
Le gambe le cedettero.
-Mi ha detto di consegnarvi questo.
Le porse dei sacchettini in organza azzurra.
Giulia non riuscì a compiere un movimento,  troppo sconvolta.
Celeste prese i fagottini, congedando l'emissario e richiudendosi l'enorme porta alle sue spalle.
Cadde sulle ginocchia e pianse, aprendo i sacchettini.
All'interno vi erano  un cristallo, lo stesso che cresceva nel fiume dove tutto ebbe inizio, e  dei petali di rosa secchi profumati per Celeste.
Luca  sapeva bene  che  la sua piccola bambina amava le fragranze floreali.
Si appoggiò al muro e cadde in un pianto esagerato.
Tutto il tempi si era fermato.
Nel salone risuonavano, atroci i singhiozzi delle due donne.
Era morto.
Il suo papà era morto.
Era andato via, non aveva mantenuto la promessa che le aveva fatto prima di partire.
Flashback.
Celeste corse nella stanza del suo papà, in lacrime.
Lo abbraccio stretto e pianse ancora sulla sua spalla.
Luca le accarezzò la riccia chioma bionda  simile alla sua.
-Sh, piccola mia, è tutto ok.
Cercò di tranquillizzarla, senza successo.
La principessa gli si strinse ancora di più al petto.
-Papà, oh papà cosa farò senza di te?
Chiese disperata.
Il re le baciò la fronte e le sorrise.
-Io ci sarò sempre per te, piccolo fiocchetto di neve.
Qualsiasi cosa accada, qualsiasi distanza ci divida, guarda il cielo azzurro ed io ci sarò.
Non ti abbandonerò mai.
È una promessa.




"Chi giudica non può aver amato mai."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora