Le ginocchia nude contro il parquet gli facevano male, sentiva il bisogno di alzarsi, rivestirsi e andarsene il più lontano possibile da quel appartamento, ma le mani grandi di Theo lo inchiodavano al pavimento. Aveva gli occhi pieni di lacrime, senza versarne nemmeno una perché Stiles non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederlo piangere, né in quel momento né in qualsiasi altro. Teneva le labbra serrate, attento a non rispondere a nessuna delle provocazioni che il suo fidanzato gli lanciava. Non avrebbe vinto quella volta, Stiles non glielo avrebbe permesso a costo di rimanere lì in quella posizione per le prossime ore e perdendo la settimanale riunione del Branco.
Il collare che Theo gli aveva messo al collo era fastidioso e alquanto pesante che spesso lo obbligava a piegare la testa in segno di sottomissione. Era un kink che odiava, raramente attaccava anche un guinzaglio pretendendo che si comportasse come un cane e Stiles non si era mai sentito così umiliato come in quei momenti, Dio, lo aveva addirittura trascinato nel patio sul retro in quelle condizioni nel bel mezzo di una nevicata; era stato a casa con la febbre per le successive due settimane dopo quell'episodio.
Theo stava iniziando a perdere la pazienza, si vedeva chiaramente dal piccolo tic che gli era preso all'occhio sinistro, ma Stiles continuò a guardarlo in ostinato silenzio. Aveva accettato tutto nella loro relazione, ma quello era troppo, almeno quello voleva farlo con qualcuno di cui si fidava e che amava, qualcuno come Derek che negli anni si era dimostrato un uomo premuroso ed un ottimo Alpha.
« Ti darò fino al tre per aprire la bocca. » disse il biondo alzando la mano destra dalla sua spalla per mostrargli tre dita, l'altra a stringergli con forza la spalla. Stiles scosse la testa, non voleva sentire il conto del ragazzo ben sapendo che alla fine di essi sarebbero arrivati i primi pugni. Era pronto, ormai era un anno che sopportava tutto quello, un altro giorno non sarebbe stato nulla. Prima o poi avrebbe trovato la forza di non cedere alle sue minacce e denunciare il tutto a suo padre, avrebbe trovato la forza per essere uomo.
Il colpo sul viso lo prese completamente alla sprovvista, Theo era sempre stato attento a non fargli lividi in posti ben visibili, così da non destare sospetti, ma quella gionata sembrava andare decisamente per il verso sbagliato. Il secondo fu più violento del precedente tanto che il labbro si spaccò inevitabilmente. Si ritrovò sdraiato a terra, le mani sul viso per provare a sfuggire alle mani di Theo, il biondo per niente richiamato dalle urla del suo fidanzato iniziò anche a tirare caldi colpendolo più volte sulle costole e Stiles poteva solamente pensare ad una cosa: « Morirò. ».
Si lavò per la quarta volta consecutiva i denti provando a lavare via in cattivo sapore che Theo gli aveva lasciato in bocca, evitò accuratamente di guardarsi al piccolo specchio nel bagno del Raeken, sentiva ogni parte del viso gonfio e non sentiva il bisogno di confermare la situazione del suo viso. Voleva solamente tornare a casa e chiudersi nella sua stanza fino alla fine dei suoi giorni.
Theo lo stava guardando appoggiato allo stipite della porta, un ghigno soddisfatto in volto, le braccia incrociate sopra il petto nudo. Lo sguardo freddo causava a Stiles più brividi di quanto potesse provarne sotto una bufera di neve, era semplicemente agghiacciante. Si fissarono per diversi secondi in silenzio, lo Stilinski sentiva il cuore battergli fortemente, la paura di finire di nuovo sulle ginocchia a fare quella cosa disgustosa.
Si avvicinò cauto, un piccolo passo alla volta, e solamente quando furono uno davanti all'altro Theo sorrise dolcemente, come quelle volte durante i loro primi appuntamenti « Vieni qui, amore. » disse e Stiles lo fece. Il biondo tirò fuori una chiave dal cassetto dell'armadio posizionato vicino alla porta e la infilò nella serratura del collare, liberando il collo del giovane che per puro istinto si portò le mani dove sentiva il segno bruciante che l'oggetto gli aveva lasciato a causa dell'eccessivo sfregamento.
Theo lo baciò, un semplice contatto delle labbra « Scusami, non lo farò mai più. Non ti picchierò più sul viso. » e Stiles ci credette, come ci aveva creduto tutte le volte precedenti. Forse Theo lo amava veramente, forse era lui ad essere il problema e quelle cose se le meritava eppure ogni volta che vedeva Derek si sentiva strano, come se ogni pensiero triste non potesse traversargli la mente, costringendolo ad assaporare quei piccoli momenti di felicità che condivideva con l'uomo.
Annuì nascondendo il viso nell'incavo del collo del ragazzo più alto, non voleva parlare, voleva rimanere solo per un attimo così e pensare a cosa ne stava facendo della sua vita.
« Stiles guardami. » ordinò Theo prendendogli il viso tra le mani un po' bruscamente « Se dici a qualcuno quello che ti faccio ti ricordi cosa succede? » domandò scostandogli i capelli da davanti gli occhi, così da poter osservare meglio le iridi dorate del ragazzo.
« Mi–mio padre muore... lo uccidi tu. » rispose Stiles, tremende immagini dei possibili modi in cui Theo avrebbe potuto eliminare lo sceriffo gli passarono per la mente constringendolo a chiudere gli occhi nella vana speranza di eliminare anche il più piccolo dettaglio di quelle macabre fantasie. Theo lo baciò nuovamente ed entrò nel bagno chiudendosi la porta dietro, lasciando Stiles da solo nella stanza.
Lo Stilinski prese lentamente i suoi vestiti e gli indossò ben sapendo che aveva il permesso di uscire, una volta che Theo entrava nel bagno per fare la doccia era il suo momento per andarsene. Non c'erano mai stati momenti dopo l'abuso in cui Theo aveva anche solo provato a sdraiarsi accanto a lui e parlare, non che Stiles lo volesse, ma era umiliante essere trattato così, come una bambola per desideri sessuali da riporre sullo scaffale dopo averla usata.
Prese le chiavi della Jeep e sospirò, aveva una riunione a cui andare.
Il profumo che gli aveva dato Deaton era veramente efficace, riusciva a nascondere qualsiasi odore che non fosse il suo, ed era solo grazie a quello che nessuno dei licantropi aveva ancora scoperto il suo segreto.
Appena era entrato nel loft lo sguardo penetrante di Lydia gli aveva come perforato la testa, mentre gli altri si erano limitati a chiedergli cosa gli fosse successo « Sono caduto per le scale. » aveva risposto Stiles con non chalanche attento a non farsi smascherare dal suo stesso cuore. Ormai era diventato bravo a dire bugie, quasi sentiva il dovere di congratularsi con se stesso.
C'era anche il padre lì, tra le mani numerose denunce di avvistamenti di un cavallo per la Riserva con apparentemente un corno. Un Unicorno, fantastico! Stiles guardò attentamente tutti i fogli e le foto che erano state portate alla centrale sotto lo sguardo curioso di tutti i presenti. Lo sceriffo comunque non sembrava più interessato al caso quanto al motivo del perché il viso di suo figlio era completamente tumefatto.
L'umano accese il laptop e senza problemi riuscì ad accedere al deep web iniziando la sua ricerca sugli unicorni nel silenzio più totale, l'espressione concentrata perché se per Beacon Hills si aggirava veramente una creatura del genere erano veramente fottuti. Insomma, gli unicorni non erano certamente simpatici se non con i vergini e nel 2016 ce n'erano ben pochi.
Lydia era seduta al suo fianco e controllava le e–mail sul suo cellulare, Scott ed Allison stavano preparando la cena sotto la supervisione di Erika e Boyd perché l'ultima volta avevano dato fuoco al ripiano in legno. Cora ed Isaac stavano trascrivendo le parti più descrittive delle varie denunce e Derek stava fissando Stiles con la stessa intensità con cui si fissava l'oggetto più ambito al mondo.
Peter girovagava per l'open space mormorando tra sè e sè perché a quanto pare aveva già avuto a che fare con un unicorno e non era stata una esperienza piacevole. A quanto pare tendono ad usare il corno per provare ad impalare la gente, trafiggendola proprio all'altezza del cuore. Macabro a parere di tutti « Non ci credo che vomitano arcobaleni. » borbottò Isaac pensando a tutte quelle immagini che giravano sul web su quei animali considerati fantastici dalla maggior parte del Mondo.
« Qua la ricezione è pessima, posso andare al piano di sopra? Forse prende meglio e... » cominciò Stiles e prima che potesse perdersi in chiacchiere Derek gli disse di seguirlo e sotto lo sguardo malizioso di Peter e quello ammicante di Cora lo guidò fino alla sua stanza da letto dove effettivamente la rete prendeva meglio. Si misero seduti uno vicino all'altro e Derek prese un profondo respiro, la situazione era abbastanza straziante « Certo che devi essere caduto proprio male per ridurti la faccia in questo modo. » disse cercando di suonare del tutto casuale, non voleva certo sapere nel dettaglio cosa era successo. No, assolutamente no, infodno se Stiles aveva detto che era caduto doveva credergli, no? Avevano avuto una bella discussione sulla fiducia mesi prima ed era solo per quello che non lo stava addittando come bugiardo di prima categoria.
« La solita fortuna, ho preso quasi tutti i punti più duri e poi sono anche inciampato sul vialetto. Il cemento non è poi così morbido. » rispose guardandolo dritto negli occhi ed eccolo lì, il cuore che batteva più forte da suonare come un tamburo nelle sue stesse orecchie. Scosse la testa ritornando a guardare il suo laptop cercando di non arrossire ancora di più di quanto non fosse e Derek non disse nulla perché anche lui si sentiva così, anche il suo cuore ogni volta che faceva contatto visivo con Stiles iniziava a perdere il controllo e lui non poteva farci niente. Era più grande di nove anni, il suo insegnante di spagnolo, il suo Alpha e lui era fidanzato con quel Raeken, il chiaro segno che non provava lo stesso per lui. Forse aveva colto male tutti i segni, per un tempo indeterminato aveva sperato che Stiles si fosse innamorato di lui, che stesse per lasciare Theo per dichiararsi, ma così non fu.
« Okay, possiamo scendere, ho tutte le informazioni che mi servono. » disse alzandosi di scatto dal letto e Derek lo seguì.
« Oh mio Dio, Derek! Non sei l'unico che se l'è spassata a sedici anni, non puoi solo tu avere la tua dose di divertimento! » urlò Cora lanciando un vaso contro il fratello dopo che l'aveva proposta come esca per l'unicorno credendola ancora vergine, quando la ragazza aveva scosso la testa la sua reazione non era stata delle migliori e tutti poterono vedere Isaac sbiancare e cercare di nascondersi dietro lo sceriffo, il quale piuttosto imbarazzato per la piega che aveva preso il discorso guardava verso la finestra cercando di ricordarsi che era circondato da un Beanco di adolescenti.
« Oh, andiamo Derek, tanto abbiamo Stiles, il mio Batman vergine. » disse Erika alzandosi in piedi e molto sensualmente avvolte le spalle del ragazzo con il suo braccio, gli depositò un bacio sulla guancia lasciandogli il segno del rossetto color porpora. Stiles tratenne il respiro e cercando un modo molto carino per dire che no, non avrebbe fatto da esca, aprì la bocca, solo che venne preceduto.
« Nemmeno per sogno! » ruggì Derek illuminando gli occhi di rosso « Stiles è umano, non possiamo metterlo in una situazione di tale pericolo. » spiegò trovando un sostegno nel leggero annuire dello sceriffo.
« Si lamenta sempre di non fare nulla, questa è la sua occasione. Tanto al massimo si lascerà carezzare e poi noi entreremo in azione eliminandolo. » disse Jackson sbuffano annoiato, odiava perdere i pomeriggi per quelle riunioni, perché tanto alla fine Derek non si fidava di lui e lo lasciava sempre come piano di scorta.
« Allora tu non mi senti quando parlo! » sbottò Stiles buttandogli contro un plico di fogli « Se uccidiamo l'unicorno, un essere puro, porteremo sventura e sciagure su tutta Beacon Country! » ripeté perché era certo di averlo detto nella prima mezz'ora della sua esposizione delle notizie trovare su Internet.
« Per me ha ragione Jackson. » intervenne Scott, l'espressione concentrata, la mascella leggermente storta stretta tra le dita « Alla fine l'unico vergine del Branco è lui. » spiegò e lo sceriffo si nascose il viso tra le mani perché non aveva veramente bisogno di sentir parlare della vita sessuale di suo figlio.
Stiles scattò in piedi, completamente rosso dalla punta dei capelli fino alla base delle spalle e raccattò tutta la sua roba spingendola a forza nello zaino « Ci vado io! Farò questa stupida cosa dell'esca alla prossima Luna Piena! » urlò in un impeto di rabbia che nessuno riuscì a comprendere « Tanto alla fine servo solo a questo, quando sono l'ultima risorsa disponibile. » aggiunse in un tono talmente freddo che tutti ne rimasero sorpresi.
Senza nemmeno aspettare il padre Stiles uscì di corsa dal loft sentendo le urla di Derek verso il branco e lo sceriffo scusarsi per il comportamente strano del figlio per poi andargli subito dietro. Voleva solamente arrivare a casa e nascondersi sotto le coperte, voleva solo un po' di pace.
Alla fine si era fatto due giorni a casa, aveva creato un cerchiodi sorbo intorno all'abitazione per evitare a qualsiasi essere sovrannaturale di entrarvi, ma non per impedire a Theo di venire a fare i suoi comodi mentre lo sceriffo era in centrale.
Non gli aveva chiesto se stesse bene, il perché non si fosse presentato a scuola, era semplicemente entrato dalla finestra dopo essersi arrampicato sull'albero che – purtroppo – si trovava lì davanti e senza dira una parola lo aveva letteralmente strappato via dai suoi vestiti e girato sullo stomaco.
Il primo colpo della cintuta contra la sua schiena fu seguita da uno schiocco sordo e Stiles non urlò, si morse semplicemente le labbra per paura di attirare l'attenzione dei vicini se fosse stato troppo rumoroso. Theo continuava in un silenzio del tutto normale e non fu soddisfatto fino a quando non vide la prima striscia di sangue macchiare la pelle arrossata del giovane.
« Devi avvertirmi, Stiles, lo sai bene. » gli disse afferrandogli rozzamente i capelli tirandogli dietro il collo « Odio arrivare a scuola e non trovare la tua schifosissima Jeep. » spiegò mordendogli il lobo dell'orecchio più forte del necessario. Lo costrinse a uscire dal letto e un sorriso per niente rassicurante affiorò sulle labbra del giovane « Sai cosa succede ai bambini dissubedienti, Stiles? » domandò sedendosi sulla sedia il legno su cui tipicamente il ragazzo teneva i vestiti, si toccò due volte le ginocchia e Stiles deglutì a vuoto. Non aveva intenzione di assecondare quel kink, era semplicemente inconcepibile la quantità di cose disgustose che eccitavano il Raeken.
« Theo lasciami in pace. » mormorò il ragazzo rimanendo fermo in piedi vicino al letto, lo sguardo che andava dal fidanzato alla porta mentre cercava di calcolare quanto tempo aveva per correre e rifugiarsi nella camera del padre fino a quando il ragazzo non se ne sarebbe andato « Non è giornata. » aggiunse recuperando i pantaloni del pigiama con movimenti lenti per non far scattare qualche reazione violenta all'altro ragazzo.
« Sai cosa peggiorerebbe la tua giornata? » domandò Theo prendendosi il mento tra l'indice e il pollice. Stiles scosse a testa perché, veramente, non aveva idea di cosa ci fosse di peggio che dover sopportare un fidanzato come lui « Trovare il corpo esanime di tuo padre sul portico. Che dici, pallottola nel cuore o un bel colpo in mezzo agli occhi? » sorrise in modo cattivo Theo e adorò oltre ogni cosa l'espressione di puro orrore che si dipinse sul volto dello Stilinski.
« Ora, verrai di tua spontaneà volontà sulle mie ginocchia o devo trascinartici? ».
L'unicorno aveva fatto la sua prima vittima: un uomo di ventisette anni che era un cliente abituale del bar infondo a Oak street nel centro di Beacon Hills, tutti lo avevano descritto come un uomo serio, ma che al primo bicchiere di birra perdeva il controllo e che quindi non si meravigliavano più di tanto se ci era rimasto secco. Lo aveva trovato una ragazza mentre faceva jogging nella riserva, a pochi passi dal parco dedicato ai bambini della zona.
« Amico, che hai? Non stai un attimo fermo! » disse Scott dopo aver notato il migliore amico cambiare posizione sulla sedia per la decima volta. Erano tutti riuniti nel salotto di casa McCall, approffitanto dell'assenza di Melissa.
« Scottie bello, sono caduto e penso di essermi come minimo lesionato l'osso sacro. » rispose Stiles premendo un'altra volta sulla sua sbadataggine sperando solamente che se la bevessero senza ulteriori domande. In realtà era tutta colpa di Theo, non ci era andato per niente leggero quella mattina, la rabbia repressa di due giorni erano state scaricate sul suo fondoschiena (e la schiena) in meno di venti minuti. Eppure gli andava bene così, finché teneva suo padre ed il Branco al sicuro.
« Un giorno di questi attento a non inciampare in una ghigliottina, la tua testa è carina attaccata al collo. » disse Lydia prima di prendere un lungo sorso con la cannuccia del suo succo all'ananas. Forse era quella meno convinta di tutti sulle scuse che Stiles affibbiava loro da un anno a quella parte. Riusciva a vedere il modo con cui le spalle si irrigidivano e la posizione di difesa che assumeva.
« Forse non è nemmeno stato l'unicorno ad ucciderlo. Infondo dove è stato trovato il corpo gli alberi avevano più pezzi appunti e può essere stato quello a perforargli un polmone. » borbottò Isaac guardando la foto del cadavere della vittima. Si prese uno scalppellotto da parte di Cora che con molta calma gli spiegò che era impossibile in quanto – seguendo le leggi della fisica – dopo il corpo sarebbe dovuto rimanere con il pezzo di legno conficcato nel corpo e non disteso sul tappeto di foglie con gambe e braccia stese verso l'esterno. Stavano lavorande su più possibilità cercando di ricreare la dinamica, erano tutti concentrati e perfino Peter aveva per un attima messo da parte il suo solito atteggiamento da sbruffone per aiutarli.
La suoneria del telefono di Stiles prese tutti alla sprovvista, avevano deciso di comune accordo di spegnerli sempre durante le riunioni, era stata un'idea di Stiles stesso « Scusate, devo rispondere. » disse guardando il nome di Theo sul display, ma quando alzò lo sguardò incontrò gli occhi verdi di Derek e vi lesse un po' di delusione. Fu solo per quello che concluse la chiamata senza nemmeno iniziarla e spense il telefono, ricevendo sguardi dubbiosi da parte di tutti.
Avrebbe pagato le conseguenze quella sera, ora doveva pensare solamente a salvare il didietro ai suoi amici non–vergini e a se stesso.
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Save you from bruises
Fanfiction[ Sterek | Derek!Alpha | Theo!Human | Slash | Abusive relationship ] Stiles era sicuro di poter dividere la sua vita tra il mondo sovrannaturale e quello normale, aiutare il branco e avere un fidanzato perfettamente umano. Intrappolato in una relazi...