Capitolo ventidue

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La polvere creava una nebbia innaturale all'interno del loft, creando un'ambientazione che poteva essere possibile solamente sul set di qualche film dal budget molto limitato degli anni '80. Stiles dovette più volte passarsi la manica della maglia sopra gli occhi per liberarsi dei granelli di polvere che gli rendevano difficile vedere quello che stava accadendo.

C'erano troppi rumori e l'eco non aiutava l'umano a capire dove si trovasse chi, rendendolo solamente nervoso, senza riuscire a scegliere una direzione, con il pensiero di colpire con la sua mazza da baseball un suo alleato.

Girava su sé stesso sentendo la testa scoppiargli, poi l'abbaiare incessante di Batman – che protettivo rimaneva davanti a lui, pronto a difenderlo da eventuali pericoli – non aiutava in alcun modo. Desiderava tanto trovare un modo per farlo smettere, forse avrebbe dovuto addestrarlo, ma oramai era tardi per piangersi addosso.

Si chinò posando una mano sulla schiena di Batman, rendendosi conto che poteva perfettamente vedere i piedi dei presenti nel loft. Vide le inconfondibili Vans di Scott, e poco più in là le ballerine color oro di Lydia e non poté fare a meno di pensare che non erano certamente le migliori calzature per partecipare ad un combattimento, al contrario delle scarpe dalle punte rinforzate di suo padre e Parrish, quest'ultimo ancora non aveva preso fuoco e Stiles non sapeva se esserne contento o meno.

Finalmente vide delle scarpe eleganti a cui si accostava un bastone bianco con una lama che premeva contro il pavimento. Era Deucalion e lui doveva raggiungerlo, anche se era l'obbiettivo più difficile sapeva che se avessero battuto lui Ennis e gli altri si sarebbero semplicemente dati alla fuga o come minimo arresi. Strinse la mazza nella mano sinistra, cercando di avere una presa salda nonostante la mano sudata che non aiutasse in alcun modo.

Provò a farsi strada cercando di non inciampare su Batman che non voleva saperne di staccarsi dalle sue gambe, il pugno pieno di sorbo dell'uccellatori, pronto a intrappolare Deucalion. Era talmente vicino da poter sentire il suo sbuffare divertito, sicuramente gongolante su come stesse tenendo testa a Derek essendo cieco, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa si ritrovò afferrato dal collo della maglietta e venire sollevato in alto, mezzo metro di aria tra i suoi piedi e il terreno. Batman iniziò ad abbaiare contro Ennis, provando anche a mordergli la gamba, ma l'uomo era fatto come d'acciaio e non voleva saperne di lasciarlo andare. Dovette reprimere la voglia di alzare gli occhi al cielo, rendendosi di quanto fossero scarsi, perché gli Alpha erano solamente due mentre loro in maggioranza e ancora non erano riusciti a sconfiggerli. Lui stesso, da solo, era riuscito a farne fuori due limitandoli al piano superiore, nella stanza di Derek.

Adorava tutti i suoi amici, ma se fossero sopravvissuti a tutto quello avrebbe imposto al suo Compagno di allenarli fino allo stremo delle forze ogni singolo giorno, così per la prossima crisi forse sarebbero stati accettabili nel combattimento. Mosse le gambe cercando di calciare ai gioielli di famiglia del bruto Alpha, ma c'era troppa distanza tra di loro. Pensò di lanciare il sorbo e creare una barriera per limitarlo in quello spazio nel soggiorno, ma questo avrebbe voluto dire rimanere tra le sue mani e nessuno dalla super forza sarebbe riuscito ad entrare per staccare la mano di Ennis dalla sua maglietta e non voleva mettere a rischio i componenti umani del Branco.

Guardò intorno a sé, rendendosi conto di quanto tutti fossero disorientati in quanto Isaac stava cercando di buttare a terra Erica e Boyd aveva appena morso la spalla a Scott. Erano un vero disastro, non c'era nient'altro da dire, e una bella cinquina sulla faccia se la sarebbe schiaffata se non fosse stato che, hei, era nei guai. Si guardò nuovamente il pugno colmo di sorbo e poi il pavimento, facendo dei brevi calcoli. Aveva veramente poche frazioni di secondo per fare quello che voleva, doveva essere agile e giocarsi tutto sull'effetto sorpresa.

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