Capitolo ventitrè - epilogo

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(01:12 AM) Der, credo che alla fine dei conti la Beacon University non sia così male...

(01:12 AM) Stiles, ne abbiamo già parlato, tu andrai in Virginia.

(01:15 AM) Non voglio lasciare mio padre, te e Batman.

(01:17 AM) E noi non vogliamo che rinunci al tuo sogno.

(01:17 AM) Posso sempre diventare un semplice agente di polizia, Der. Posso anche vivere senza diventare un federale.

(01:20 AM) Puoi dirmi adesso cosa ti preoccupa realmente? Sai che puoi dirmi tutto.

(01:21 AM) Uffa, non ti si può nascondere nulla, Der. Non voglio andare a Quantico, lì probabilmente sanno già tutto su di me e... e mi vergogno, okay? Non mi prenderanno mai sul serio. Che figura ci faccio, Der? Come posso diventare un agente se non sono nemmeno riuscito a denunciare il mio fidanzato abusivo?

(01:25 AM) Stiles, nessuno si farà gioco di te. Anzi, dovrebbero tutti ammirarti per come ti sei ripreso e di come nonostante tutto ti abbiano accettato per entrare nell'addestramento per diventare un agente dell'FBI. Sarai il più bravo, non ne ho dubbi. Ora dormi che tra meno di sei ore dobbiamo alzarci per andare a scuola.

(01:28 AM) Sissignor sì signore!

Stiles spense lo schermo del cellulare e guardò il soffitto della sua stanza sentendosi sereno, il suo Compagno riusciva sempre a rassicurarlo, anche se l'idea di partire per la Virginia ancora non lo entusiasmava. Dopo aver sistemato tutto il Branco di Deucalion ad Einche House, Stiles era tornato alla sua vita di sempre senza sentire più il bisogno ossessivo di avere Derek al suo fianco, sapere di Theo dietro a delle sbarre lo faceva sentire molto più tranquillo.

Batman posò il muso sulle sue gambe creando un dolce peso e il ragazzo prese a carezzargli lo spazio tra le orecchie, pensando a come avrebbe dovuto lasciarlo se avesse accettato di andare a Quantico. Non poteva portarlo con lui nel dormitorio e certamente non poteva permettersi di affittare un appartamento – o anche un posto letto – nei pressi dell'Accademia e non poteva nemmeno pensare di trovare un lavoro part–time in quanto era risaputo che non c'era alcun modo di far coincidere scuola e lavoro. Aveva messo qualcosa da parte, tra paghette e i lavori estivi che aveva svolto durante gli anni, ma non erano sufficienti considerando che l'80% dei suoi risparmi era finito tra le mani del meccanico per sistemare la sua amata Jeep.

Guardò l'orologio rendendosi conto che aveva fatto passare un'altra ora perso nei suoi pensieri e girandosi su un fianco si impose di chiudere gli occhi e di dormire.

♠♠♠

« Papà, dobbiamo parlare. »

« Okay... »

« Non credo di voler andare in Virginia. »

« E, se vuoi, potresti dirmi il perché? »

« Io... andiamo papà, sarò lo zimbello di tutti. Mi tratteranno in modo diverso e forse ho anche paura di... di non aver superato veramente la cosa. Cosa succederebbe se durante un allenamento di corpo a corpo mi venisse un flashback ed iniziassi ad urlare come alla partita di lacrosse? »

« Vorrà dire che hai ancora qualche cicatrice da far guarire e che i tuoi colleghi dovranno aiutarti. Non devi vergognarti del tuo passato, Stiles, nemmeno per un attimo. »

« È difficile, papà. »

« Va bene, figliolo, hai ancora un po' di tempo per pensarci, ma ricordati che qualunque sia la tua decisione hai il mio pieno appoggio. »

« Grazie. »

♠♠♠

« Sono stato accettato alla Sacramento University! »

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