Capitolo dodici

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Capitolo dodici

La stanza era nella totale oscurità, nemmeno una piccola finestra dalla quale capire se fosse giorno o notte. I polsi erano stretti da delle corde, sentiva le mani intorpidite per la mancanza di sangue, ma non poteva farci nulla senza poter vedere come minimo dove fosse il nodo.

Aveva freddo, il pavimento umido sotto la sua pelle, non aveva alcun vestito addosso. A ricoprirlo solamente il suo stesso sangue che fuoriusciva lentamente dalle ferite più profonde. Aveva la testa poggiata contro la parete irregolare, gli occhi chiusi nel tentativo di addormentarsi, ma sentiva troppo dolore.

Desiderò avere accanto suo padre, che qualcuno venisse a salvarlo da quell'incubo in cui era finito. Voleva Derek, sentire le sue mani sulle spalle mentre gli diceva che andava tutto bene e che non doveva avere paura, ma lì non c'era nessuno. Erano solamente lui e l'oscurità che sembrava volerlo inghiottire da un momento all'altro.

Pregò, pregò affinchè chiunque venisse a salvarlo, non sapeva nemmeno se qualcuno si fosse accorto della sua assenza. Da quanto tempo era lì? Gli sembrava un'eternità, ma non poteva che essere una settimana. Piccole lacrime scesero dagli occhi andando a tracciare lunghe scie d'acqua salata lungo le guance, poi lungo il collo. Voleva morire, non ce la faceva più, odiava sentirsi impotente, non potersi alzare e scappare da quell'Inferno.

Si stringe le ginocchia al petto cercando di non pensare al fatto che dovesse andare in bagno, il suo aguzzino gli aveva fatto bere due bottiglie intere d'acqua nemmeno due ore prima. L'aria era viziata, sembrava volerlo sopraffare fino a lasciarlo svenuto, ma sapeva di dover rimanere sveglio e provare a urlare quanto più fiato aveva in corpo sperando che qualcuno lo sentisse.

Sentì i tipici rumori di serrature che venivano aperte e si strinse ancora di più cercando di scomparire. Non era pronto, non voleva vederlo, gli faceva solamente del male e lui non riusciva a ribellarsi con le mani legate.

La porta si aprì lasciando entrare un po' di luce prodotta da una vecchia lampada a olio e il sorriso del ragazzo era così sinistro da fargli rizzare tutti i peli.

« L–lasciami andare. » disse Stiles cercando di non far tremare la voce « Lasciami andare, ti prego, Theo. ».

Si alzò di scatto urlando, ma le braccia di Derek erano già lì pronte a trattenerlo e dirgli che andava tutto bene, che non c'era nessuno a fargli del male. Il suo cuore era impazzito, batteva troppo velocemente e sentiva come se nonriuscisse a respirare.

Ormai era un'abitudine svegliarsi nel bel mezzo della notte a causa degli incubi che tempestavano il suo sonno da quando era uscito dall'ospedale tre mesi prima. Guardò la piccola luce da bambini attaccata alla presa della corrente sentendosi già più al sicuro. Odiava il buio, non gli permetteva di vedere e la sensazione che Theo fosse nell'ombra pronto a prenderlo sembrava non volerlo abbandonare. Strinse la braccia intorno al collo di Derek mentre affondava il viso nel suo petto assaporando l'odore di muschio bianco e aghi di pino che lo facevano sentire a casa.

Era passata una settimana da quando i due si erano baciati e Stiles gli aveva chiesto di dormire con lui ogni notte, così che il licantropo non dovesse correre per il corridoio per raggiungerlo dopo un incubo. Gli piaceva la sensazione di addormentarsi con le braccia di Derek strette intorno al suo busto mentre il respiro leggero gli carezzava la nuca in un ritmo rilassante. Suo padre non aveva preso tanto bene l'idea, avrebbe preferito dormire lui stesso insieme a suo figlio, ma Stiles aveva guardato l'Alpha con tale bisogno che non se l'era sentita di vietargli di dormire insieme. Sapeva che Derek non avrebbe allungato le mani, anche adesso che si erano fidanzati – Dio, ancora gli faceva strano dirlo – e fortunatamente i due non si erano mai baciati in sua presenza. L'Hale gli stava simpatico, certo, ma temeva che il suo bambino non fosse ancora pronto per iniziare una nuova relazione. Se da una parte era sollevato dal fatto che potesse ancora innamorarsi, da un'altra temeva tremendamente che anche Derek l'avrebbe fatto soffrire.

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