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- Un tempo la razza dell'uomo assunse una semplice verità: che non era sola in questo Universo; l'uomo credeva che alcuni mondi fossero la casa degli Dei, e che altri fossero da temere. Da un regno di gelo e oscurità vennero i Giganti di Ghiaccio, minacciando di scagliare il mondo mortale in una nuova Era Glaciale; ma l'umanità non avrebbe affrontato questa minaccia da sola. I nostri eserciti respinsero i giganti di ghiaccio nel cuore del loro mondo. Il prezzo fu elevato, ma alla fine il loro re cadde, e la fonte del loro potere li fu tolta. Con il termine dell'ultima grande guerra ci siamo ritirati dagli altri mondi e siamo tornati a casa al regno eterno: Asgard! Qui siamo eretti come un faro di speranza, che illumina oltre le stelle, e nonostante siamo consegnati ai miti e alle leggende degli uomini è stata Asgard, con i suoi guerrieri, a portare pace all'Universo. -

Nella sala del trono il re di Asgard stava rammentando ai suoi due figli, Thor, il Dio del Tuono, e Loki, il Dio degli Inganni, come fossero stati sconfitti i Ginganti di Ghiaccio, portando la pace nei Nove Regni. Il primo, come ogni volta, ne rimase ammaliato, con uno strano luccichio negli occhi, con la speranza di compiere qualche impresa di tale importanza. Il secondo, invece, conosceva la storia a memoria, ma nascose la sua noia, facendo finta di esserne interessato. Non poteva deluderlo, oramai mancavano pochi anni prima che ricadesse nel Sonno Di Odino e, seppur non volesse, sarebbe potuto essere l'ultimo. Loki sperava in cuor suo di diventare lui il futuro re di Asgard.

- E ora, andate figli miei. E ricordatevi: siete entrambi nati per essere re. -

Entrambi i giovani si inchinarono per poi lasciare la sala. Il moro si stava dirigendo verso i suoi alloggi, pronto ad immergersi in uno dei suoi libri, ma il fratello gli si piazzò davanti, con un sorriso stampato in volto.
Non promette nulla di buono, pensò il ragazzo.

- Fratello! Vieni con me e i miei amici guerrieri all'aria aperta! Hai bisogno di un po' di sole, la tua pelle é troppo pallida! - gli propose il biondo dandogli due sonore pacche sulla spalla.

- Mi dispiace, ma declino l'invito. - rispose grabatamente il principe dopo avergli lanciato un'occhiataccia. Odiava i contatti fisici, di qualunque tipo, ma questo il fratello non voleva capirlo.

Thor amava il fratello, voleva solo il suo bene, ed era per questo che molte volte insisteva per farlo uscire dalle mura di palazzo, dove passava le sue giornate.
Loki lo riteneva invadente, a volte lo avrebbe tranquillamente trasformato in qualche animaletto per far si che lo lasciasse stare, ma Madre non voleva.

- Dai fratello! Non ti ricordi come ci divertavamo insieme quando eravamo dei ragazzini? Non ti mancano nemmeno un po' quei giorni? -

Il moro venne preso alla sprovvista con quella domanda. Era naturale che gli mancassero quei giorni, ma non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Perciò decise di usare un tono annoiato, o addirittura scocciato.

- Va bene, vengo con te, ma solo perché così non mi tormenti più! - lo avvertì. Il biondo, felice come non mai, lo abbracciò, staccandosi non appena si accorse che si era irrigidito. Mormorò uno "scusa", avviandosi dove si era dato appuntamento con i suoi amici.

Diversi chilometri dal palazzo vi era una fanciulla distesa sul prato addormentata.
La luce del sole oramai alto iniziava a darle fastidio, si portò un braccio sul viso, coprendosi dai raggi della stella.
Dopo diversi istanti si rese conto di non trovarsi nel suo letto, ma bensì su un prato. Si alzò di scatto, confermando la sua ipotesi. Della sua stanza nemmeno l'ombra, era sola in mezzo ad un prato.
Dinanzi a se vide un enorme struttura che luccicava, come se fosse stata costruita interamente d'oro, alla sua sinistra vi era un ruscello, il cielo era limpido, e vi erano due pianeti, enormi. La stessa dell'altra volta, pensò.

Dream || Loki Laufeyson ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora