Maggio si stava rivelando un mese caldo a New York.
I raggi del sole filtrava timidamente attraverso le tende del soggiorno, cercando un atmosfera tranquilla all'interno dell'appartamento.
Sharon era seduta sul divano a gambe incrociate, fra le mani teneva un giornale mentre cercava qualche articolo interessante. Doveva assolutamente trovare un nuovo lavoro, non poteva permettersi di vivere di rendita.
I suoi occhi guizzavano velocemente fra le righe del giornale, memorizzando tutte le parole.
Sbuffò sonoramente quando sentì il citofono suonare. Si alzò controvoglia e, con giornale sottobraccio, si avviò verso la porta.- Si? - domandò ad alta voce, facendosi sentire dall'ospite indesiderato. Avvicinò l'occhio allo spioncino e per poco non le venì un infarto. Si appoggiò alla porta, preoccupata di poter finire al suolo, mentre apriva la apriva molto velocemente. Non si sarebbe mai aspettata una visita da parte sua. Non in quel momento.
- Cosa diamine ci fai qua?! -Indossava una camicia blu scura con una giacca di pelle, mentre le gambe erano fasciate da un jeans scuro. I capelli non erano ben ordinati come al solito, ma un po' spettinati. Non era assolutamente abituata a vederlo vestito in quel modo, ma doveva ammettere che stava davvero bene.
- Ciao anche a te, Sharon. - affermò come se nulla fosse, con un sorriso divertito sulle labbra. - Com'è che dite voi midgardiani? - si portò una mano fra i capelli, facendo finta di pensarci. - Ah, già. Sono passato per un saluto. -
Sharon si spostò di lato, facendo accomodare il Dio delle Malefatte nel suo appartamento. Si chiuse la porta velocemente alle spalle, puntando il suo sguardo verso il Principe. I suoi occhi vagavano da un punto all'altro, studiando ogni singolo angolo della dimora della sua amica.
- Non pensavo che potessi venire sulla Terra, Loki. - controllò che sua figlia dormisse ancora e, quando ne ebbe conferma, chiuse delicatamente la porta. Sussultò non appena si rese conto che Loki era esattamente dietro di lei, il suo sguardo puntato dove fino a poco fa vi era il lettino della piccola Jessica. Le tornarono in mente tutte le sensazioni, emozioni, che aveva provato ad Asgard l'ultima volta che erano stati così vicini, qualche settimana prima. Le piaceva quella sensazione, ma non voleva ammetterlo, perciò mise un minimo di distanza. - Allora? -
- Posso fare molte cose. - sintetizzò passandosi una mano fra i capelli. Era come se volesse dirle qualcosa, e Sharon era curiosa di sapere cosa.
In quel momento era come se non avesse davanti Loki, Principe di Asgard, Dio degli Inganni e delle Malefatte, no; le parve di avere di fronte un giovane della sua età, forse addirittura di qualche anno più giovane. Ella alzò un sopracciglio e incrociò le braccia, in attesa di una risposta. Non le piaceva essere liquidata.
Loki, dopo quale minuto di silenzio passato a sfidare la giovane con lo sguardo, cedette e le diede le risposte che desiderava. - Ho imparato a nascondermi agli occhi di Heimdall, in modo da poter andare dove desidero senza che Padre lo venga a sapere. Contenta ora? -- Molto, ma non capisco perché tu sia venuto sulla Terra. - commentò la giovane. - Non che non ne sia felice, tutt'altro, ma credevo che tu e tuo fratello non aveste il permesso di lasciare Asgard. - Mentre pronunciava quelle parole camminò verso il grande salone, seguita a ruota dal suo amico. Posò il giornale sul tavolino del soggiorno e si accomodò sul divano, facendo segno al corvino di accomodarsi.
- Tutta colpa di Thor. È lui quello che ha raso al suolo un intero villaggio per la sua goffaggine. - le sue mani si strinsero in due pugni, pronto a difendersi con ogni arma possibile. Per colpa della testardaggine e di quella zucca vuota che si ritrovava come fratello Padre Tutto aveva severamente vietato ad entrambi di mettere piede su Midgard. Ricorda ancora la rabbia che provò quando gli vennero riferite quelle parole, ma ricorda ancora meglio la lite che creò fra i due fratelli.
Thompson notò subito il cambiamento d'umore dell'Asgardiano: le nocche delle mani erano più bianche del normale, i suoi occhi potevano lanciare saette, le labbra serrate. Poggiò una mano sulla sua, attirando subito la sua attenzione.

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Dream || Loki Laufeyson ||
Fanficᛞᚱᛖᚨᛗ᛫ ᛚᛟᚲᛁ᛫ᛚᚨᚢᚠᛖᚢ︍ᛊᛟᚾ "Un tempo la razza dell'uomo assunse una semplice verità: che non era sola in questo Universo; l'uomo credeva che alcuni mondi fossero la casa degli Dei, e che altri fossero da temere. Da un regno di gelo e oscurità vennero i...