Capitolo 2

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Sentì degli strani rumori. Si alzò.


Adrian: «UFFFAAAA Stavo dormendo fino a qualche momento fa!!!» si stropicciò gli occhi e sbadigliò.
Ad:"Aspetta un attimo... Perché è tutto buio?"
Ad: «C-cosa?» sentì della stoffa che gli copreliva la testa.
Ad:"Dev'essere uno dei miei incubi, tanto tra un pò mi sveglierò con la mia dolce Vany"
Improvvisamente sentì che qualcuno si era seduto vicino alle sue gambe. Iniziò a salirmi preoccuparsi.
???:«Adian,svegliati caro» sussurrò una voce familiare.
Ad:"Ma che... Questà non è la sua voce!"
Ad:«Chi sei!??!?» era in preda al panico.
Yoake: «Calmati Adrian! Sono Yoake. Sono venuta a farti una visitina prima di andare a lavorare»
A:"E ti pareva... Chi poteva essere?"
Ad:«Che vuoi?» le domandò sbuffando.
Yo: «Sono venuta a salutarti e per controllare se eri sveglio»
Ad: «Non ho bisogno di te e ora vattene.»
Si tolse le bende che gli coprivano gli occhi e vide la faccia di Yoake davanti alla sua.
Ad:«Ma che stai facendo!?!» indietreggiò sul letto. Stava cercando di baciarlo.
Era in una stanza dell'ospedale. Le pareti erano bianche, il letto su cui era seduto aveva le lenzuola di un blu scuro e nella parete alla sua sinistra c'era una finestra molto larga che permetteva di vedere una centinaia e qualcosa di colline verdi, ricoperte da cespugli ricoperti da fiori di mille colori, in particolare di giallo. Tra il verde delle mezze colline e il cielo azzurro, si notava una piccola striscia del mare che, a mano mano che ci si avventurerebbe sopra di esso, si potrebbe raggiungere l'oceano.
Ad: "È così rilassante questo panorama... Se colo ci fosse Vanyx qui con me..."
Yo:«Adrian! Ma sei scemo o cosa!?!» gli strilò e scosse la mano davanti alla mia faccia e ritornai nella realtà. La capellona bianca era sull'orlo di scoppiare dalla rabbia.
Ad:" Scommetto che se la vedrebbe..."
Involontariamente rivolsi lo sguardo verso il petto di Yoake.
«Smettila di fissarmi con quello sguardo, pervertito!» mi diede uno schiaffo sulla guancia.
«AIH!!! MA SEI STUPIDA!?!» mi strofinai delicatamente il palmo della mano sulla guancia con ancora il segno dello schiaffo.
«Pervertito» sbuffò e rivolse il viso verso la sua destra, per non guardarmi.
Mentre rivolsi lo sguardo verso la porta, vidi la mia caviglia destra fasciata e appesa ad una specie di "appendino" di metallo.
«Ma che cazzo mi è successo? Perché ho la gamba ingessata?» le domndai ancora furibondo.
«Adrian, hai avuto un'incidente e i medici hanno detto che devi cercare di non sforzare gli occhi e la caviglia. Tutta colpa di quella stronza di Noire» sbuffò ancora arrabbiata per la storia di prima.
«Aspetta... ho... Ma quando?»
«Tre giorni fa e sei stato incoscente fino a poco fa.» rispose avvicinandosi di più a me.
«Non.. Può essere...» strinsi le lenzuola del letto.
«Quella stronza non è venuta nemmeno a visitarti.» disse e sentì che sghignazzava qualcosa.
«Smettila!!» le urlai.
Non... Può essere...
Yoake mi guarda dolcemente e mi dà un bacio sulla guancia sinistra.
«Ora riposati. Ci vediamo stasera... Ok?» mi chiese dolcemente e si alzò per andarsene.
«No.» le dissi mentre chiuse la porta.
Ho avuto un incidente... 3 giorni fa... e... ed è colpa.... di Noire..
Provai a pensare a come sia potuto accadere.
«Non ci capisco nulla!» urlai togliendomi una benda che mi ricopriva una cicatrice che avevo già da anni aperta e non si era ancora richiusa.
Quel dannato demone mi aveva ferito veramente con quello sguardo.
Ridacchiai ma poi mi zittì al ricordo del mostro che mi aveva spezzato già il cuore una volta. Cazzo se era forte quello.
Mi guardai attorno e notai che la stanza mi faceva ricordare a qualcosa avvenuto anni fa, ma non ricordo che cosa di preciso.

Dopo qualche ora sentì che qualcuno bussò alla porta della stanza mia stanza.
Spero sia lei..
«Chi è?»
Nicolas entrò dentro la stanza con troppa forza e rischiò di rompere la porta.
Chi è Nicolas? Ovviamente un ragazzo simpaticone che conosco dall'infanzia ed è ovviamente il mio migliore amico.
Ha una corporatura nella media, la pelle di un olivastro, porta i capelli sparati all'indietro arancioni che a seconda delle sue emozioni , prendono fuoco. Gli occhi sono di un giallo solare e audace, indossa anche degli occhiali da vista con la montatura di un rosso sangue e porta un'orecchino con il simbolo della fiamma di un fuoco fatuo. In questo momento indossa una giacca rossa e bianca, dei jeans e delle converse rosse.
È un burlone di quelli che ti fanno morire dalle risate per ogni singola scemenza e riesce sempre ad aiutarmi nei momenti più drammatici nella mia vita da semplice umano.
«Adrian! Amico finalmente stai bene!» mi dice e mi abbraccia fortissimo, come fa sempre.
«Nicolas!» appena mi abbraccia ci diamo il nostro saluto.
«Come ti senti?» mi chiese un po' preoccupato.
«Confuso... »
«Per via dell'incidente immagino...»
Annuì.
«Mh. Dovresti andare alla tua ragazza e chiederle spiegazioni più dettagliate. Lei era con te quella sera.»
«Vorrei sapere cosa è successo... Solo che non posso muovere la gamba in queste condizioni» cercai di alzarmi da letto ma improvvisamente sentì un dolore atroce al muscolo della gamba destra.
«Me lo dicevi subito! Chiamo i medici e provo a trovare una soluzione» mi dice mostrandomi un sorriso che mi fa sempre ritornare il buonumore.
«Grazie Nico»gli dissi ricambiandogli un mezzo sorriso.
«Di nulla» uscì dalla stanza correndo.

Dopo qualche minuto, la porta si apre di colpo e Nicolas si precipita da me con delle stampelle.
«I medici hanno detto che dei usare le stampelle per camminare ma mi hanno anche riferito che non devi per nessuna ragione appoggiare il piede a terra. Capito? Ah!! E devi tornare qua stasera, devono farti degli ultimi controlli.»
«Ora aiutami ad alzarmi, Nico. Non ho tempo da perdere!»
«Va bene! Stai calmo gattino-» mi tolse le bende e mi aiutò ad usare le stampelle.
Mi ci vollero quasi undici minuti prima di capire come stare in equilibrio con quei dannati trampoli.
«Finalmente.. Finalmente posso rivederla...»
«In bocca al lupo! Spero che si sistemi tutto fra di voi!» mi disse dandomi una pacca sulla schiena.
Uscì dalla stanza e mi precipitai al parco con la lentezza simile a quella di una tartaruga.

Quando varcai il cancello del parco vidi le amiche di Noire sotto un albero con lei vicino.
Lei, la mia ragazza, è una dai capelli castani, indossava una felpa nera con il simbolo dei satanici, dei pantaloncini corti e delle scarpe alte e molto dinamiche, Nelle orecchie porta due orecchini a forma di stella. Come posso definirla? La migliore che io abbia mai potuto avere in questi anni. La mia dolce e piccola stella.
Aspetta...
Lo sguardo della ragazza che amavo diventò cupo e freddo, ed il viso si era rigato da qualche lacrima. Provai a raggiungerla ma iniziò a correre.
Violet mi venne incontro e mi aiutò a raggiungere le ragazze.
«Adrian! Vedo che stai.. Meglio» mi disse e poi guardò la caviglia fasciata.
«Si, abbastanza» ammetto, «la caviglia mi fa ancora un po' male ma per il resto, mi sono ripreso» sorrido.
«Ci hai fatto prendere uno spavento...» sospira Estella e poggiò la mano sul suo petto.
«Ehm.. Adrian... Noire lo sa di questo incidente?» mi chiese dubbiosa Sophie.
«Non ditemi che non glielo avete detto!!!» ribghio incazzato.
«Ops... Mia culpa..» ridacchiò Sophie e abbassalò lo sguardo.
«Almeno... Sta bene?
«Non credo. È stata questi due giorni in camera sua a piangere... » disse Estella.
«C-CHI È STATO A FARL PIANGERE!?!» gli domandai alterato.
Le ragazze si guardano tra loro e poi rivolsero il loro sguardo verso di me. Estella si avvicinò a me, scendendo dal ramo su cui era seduta.
«Sei stato tu.» mi disse in modo freddo.
Sobbalzai confuso e provai a cercare qualche risposta dalle ragazze.
«L'hai lasciata te o è stata lei?» mi domandò Violet.
«C-CHE COSA STATE DICENDO!?!? IO NON LA LASCEREI MAI!»
«E allora perché ci ha detto che ti ha lasciato!?!?» mi chiese Sophie confusa.
« MA CHE NE SO.» urlai.
« Dovresti andare da lei e chiederglielo.» mi propose Sophie.
Ero ancora scioccato per quello che mi avevano detto. Le guardai infuriato e me ne andai dicendo un semplice «Lo farò».
Mentre me ne stavo andando, Mariline si avvicinò a me e mi disse: « Tra due ore e mezzo, recati nella spiaggia.» si voltò e se ne andò.
...vediamo che cosa accadrà..
Mi allontanai per qualche metro dalle ragazze e dissi per cellulare Nicolas per raccontargli le novità.
«...ancora una cosa.» dissi.
« Ti serve aiuto per qualcosa? »
«Esattamente.»
« Dimmi»
«Avrei bisogno che tu mi accompagnassi alla spiaggia, Mariline mi ha detto di recarmi lì tra un'ora e mezzo.»
«Certo. Ah! Una cosa. Mariline sà prevedere il futuro. Segui i suoi consigli, capito?»
«Si-»
«Ci vediamo tra poco»
«Ok, ciao»
Chiusi la telefonata e mi sedetti su una delle panchine del parco. Nel frattempo che aspettavo, guardai tutte le piante che c'erano.
«Sono passati venti minuti.. Chissà dove si è cacciato Nicolas..»
Pronunciato il suo nome, eccolo arrivare con la sua auto.
Mi alzo dalla panchina e vado verso l'auto di Nicolas.
«Non c'è tempo fa perdere!» dico entrando in macchina.
Dopo mezz'oretta arrivammo di fronte alla spiaggia. Scesi dall'auto e andai in spiaggia. Nicolas mi accompagnò.
« E ora...?
«Ecco! » indicai delle sagome sulla spiaggia.
Ci avviciniamo ad esse. Arrivammo e la vedemmo che stava picchiando Yoake.
«Dev'essere successo qualcosa tra loro.»
Da quando Noire è così scontrosa?
Bloccai per un braccio Noire.
È proprio fuori di sè.
«Ragazze fermatevi!»

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Commenta la scrittrice:

Nulla di speciale da dire. Buona lettura!

~Vanyx

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