16. Il ragazzo dai capelli bianchi

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Mi svegliano delle urla. Che cazzo combina Justin di prima mattina?!

Urla qualcosa che il mio cervello addormentato non riesce ad elaborare.

Mi alzo dal letto grattandomi la testa.

Ho dormito nel letto di mamma, e ho scoperto che in questi giorni ci ha dormito anche Jus.

Sento qualcosa che cade e va in frantumi, così decido di scendere.

Sta facendo a botte con qualcuno.

Urlo "Ma che cazzo succede?!"

Nessuno dei due mi sente così corro a separarli ma con le schegge del vaso in frantumi mi taglio il piede.

Gemo di dolore, e finalmente si accorgono della mia presenza.

Quando Justin si sposta da davanti al ragazzo con cui stava litigando rimango pietrificata.

Mi porto una mano alla bocca e nonostante il vetro infilato sotto il piede corro e gli salto addosso "Jack! Pensavo che ti avessero ammazzato! Adams..." Con riesco a formulare una frase di senso compiuto ma lui mi prende il volto tra le mani grandi e pallide come il resto del suo corpo e mi dice "Lo so, è un bastardo. Ma stai tranquilla. Io ora sono qui, e non ci allontaneranno mai più".

Detto ciò mi stringe a se e mi da un bacio.

Non appena le nostre labbra si scontrano mi vengono i brividi e mi ricordo di ieri sera, di Bryan.

Voglio raccontargli tutto, voglio essere sincera con lui e voglio che venga con noi.

"Ho tante cose da dirti"

Annuisce.

Mi ricordo di avere un piede che perde sangue e scendo da lui "Mi sono tagliata" dico guardandomi il piede.

Allora mi riprende in braccio e chiede "Dov'è il bagno?" Guardando me e Justin che è rimasto sconcertato a guardare la scena.

"È di sopra. Comunque ho visto che vi siete già conosciuti. Justin, lui è Jack.
Jack, lui è mio fratello Justin" li faccio presentare molto velocemente.

Si scambiano occhiatacce di fuoco poi Jack pestando i cocci sale al piano di sopra.

Gli indico il bagno e lui dopo essere entrato mi appoggia sullo sgabello "Fammi vedere" ordina.

Alzo il piede tagliato e mi rassicura "Non è entrato in profondità, hai delle pinzette?"

Le cerco nel cassetto e gliele porgo.

Mi guarda negli occhi dicendomi "Sentirai un po' di dolore"

Mi concentro sulla sua espressione impegnata e soprattutto sulle adorabili rughe che compaiono sulla sua fronte.

Tira via il pezzo, fa male.

Dopodiché disinfetta il piede e lega una fascia sulla ferita.

"Ecco fatto" dice soddisfatto.

Stiamo a fissarci per vari secondi "Mi sei mancata Stellina"

Adoro quel soprannome.

"Anche te, e devo raccontarti un po' di cose" dico guardando il pavimento.

"Bene, dov'è camera tua?" Chiede mentre mi prede in braccio.

La indico e mi appoggia sul letto.

Si guarda intorno "Questa camera è vuota, dove sono le tue cose?"

"È una delle cose che devo dirti..." Mi prendo un po' di tempo e lui si siede accanto a me.

"Mia madre è morta. Perciò qui per me non c'è più niente. Sono stata affidata a mio padre ma voglio andare via. Partirò domenica notte insieme a Justin e alcuni amici che poi ti presenterò.
Voglio che tu venga con me, con noi.
Non torneremo mai più qui."

To risk  » Christopher McCroryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora