17. Fermare il tempo

201 12 0
                                    

Bryan

Il suono fastidioso del campanello interrompe i miei pensieri erotici.

Ho dormito poco, il divano è scomodo e gli incubi mi perseguitano. Ho sudato stanotte, nonostante sia autunno inoltrato, perciò mi sono tolto il pigiama fradicio di sudore che al momento giace sul pavimento.

Ho passato metà nottata a pensare ad Alis in tutte le posizioni possibili pronta ad accogliermi.

Il solo pensiero di lei mi fa stare meglio, ma non mi basta più.

Senza rendermene conto sono già in piedi e ho anche aperto la porta.

Mi strofino un'occhio e poi focalizzo Alison davanti a me, con un sorriso sul volto.

"Buongiorno! Jack, lui è Bryan. Bryan, lui è Jack" dice facendosi da parte in modo che io possa vedere un tizio dai capelli bianchi che mi tende la mano.

Chi cazzo è? E che cazzo vuole? E perché cazzo Alis ci sta presentando? Non ci tengo a conoscerlo.

Ma soprattutto perché è con Alison di mattina presto? Hanno passato la notte insieme?

Ho un'improvviso bisogno di rompere qualcosa. Tipo la sua faccia.

Intuisce il fatto che non gli stringerei la mano nemmeno in un'altra vita, perciò la lascia cadere lungo il fianco.

Alis mi chiede "Ian dov'è?" Per cambiare discorso.

Non faccio in tempo a rispondere che Ian spunta di fianco a me e risponde "Qui!"

Si abbracciano -cosa che mi da tremendamente fastidio- e poi si presenta al tizio pallido.

Si stringono la mano amichevolmente.

Mi viene da vomitare.

In più ricordo di essere in mutande, con una temperatura di neanche dieci gradi, sull'uscio di casa.

Entro e infilo i pantaloni della tuta che uso come pigiama e la maglietta.

Ian purtroppo invita Alis e Neve a fare colazione.

Neve gli si addice proprio come soprannome.O Mozzarella; anche meglio.

Vado al piano di sopra e mi chiudo in bagno, devo calmarmi.

"Ehi, sei venuto a reggermelo mentre piscio?" Dice Luke.

"Questo fottuto cesso è sempre occupato?!" impreco ad alta voce per poi uscire.

La giornata non poteva iniziare peggio.

Scendo le scale e sento Alis che ride di gusto dopo un commento sarcastico di Mozzarella sul fatto di non voler tornare in prigione.

Lui sarebbe l'amico di Alison di cui mi ha parlato?

Non poteva restare un'altra settimana al gabbio? No, doveva rompere le palle ora che dobbiamo partire! Fanculo.

Infilo le Dr Martines ed esco di casa sbattendo la porta.

Devo calmarmi.

Serve un po' di Brandy.

Mi dirigo verso il solito bar. Sono uscito senza giubbotto, senza telefono e senza soldi.

Tanto mi deve dei soldi quel barista del cazzo.

Ho freddo. Freddo e paura. Una paura marcia che Alis non mi voglia più. Non che avesse mai detto di volermi, ma ne ero sicuro fino a mezz'ora fa.

Ogni ragazza mi vorrebbe nei suoi desideri più reconditi.

Ho sempre avuto un gran potere su tutto il sesso femminile ma non su di lei.

To risk  » Christopher McCroryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora