Capitolo 5

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LEXA


<< Quindi vuoi dirmi che ogni file rubato da cinque aziende diverse servono solo per depistarci? >> Lincoln annuì aprendosi la giacca del completo facendosi avanti con il busto << Il punto è che non abbiamo ancora capito, chi vogliono colpire >> aveva iniziato a lavorare per lei dopo un lungo periodo nell'FBI e così adesso si occupava degli agenti dormienti della Natblida Corp. << Cosa...cosa vuoi dire? E' un'organizzazione terroristica? >> l'uomo annuì grattandosi il mento << Il problema è che non riusciamo a trovare alcun collegamento. Sono cinque aziende di cinque tipologie differenti: farmaceutica, produzione navale, trasporti, cosmetici e videogiochi? E' troppo strano >> scosse il capo e Lexa accavallò le lunghe gambe, massaggiandosi la tempia << Da cosa sono collegate tutte e cinque? >> si inumidì le labbra << Devi indagare più affondo, non mi importa se pesterai i piedi a qualcuno, trovami più informazioni e manda qualcuno ad indagare sotto copertura >> ordinò scuotendo la testa e alzandosi in piedi << Se è davvero un organizzazione terroristica dobbiamo fermarla >> ne aveva già smantellata altre in passato, dei fanatici sostenitori della natura, che avvelenavano persone con i propri farmaci o giustiziavano un amministratore delegato perché riversava scorie in un lago.
Salutò Lincoln vedendolo uscire.
Certo, lei era sostenitrice dell'eco ambiente e in parte poteva capire quei movimenti, ma arrivare ad uccidere era sempre sbagliato.
Sussultò nel sentire il proprio cellulare suonare nella speranza che fosse lei, ma invece era semplicemente l'agenda che le ricordava della riunione degli amministratori che si sarebbe tenuta l'indomani.
Guardò l'orologio e si chiese se andare o meno a trovarla.
Ma cosa le poteva dire?
Sicuramente aveva capito che la canzone non era per lei, altrimenti perché sarebbe scappata via?
Sospirò grattandosi la fronte << Signorina per oggi non ha altri impegni >> la informò Margaret e Lexa ne approfittò raccogliendo le proprie cose e decidendo di anticiparsi con la preparazione della cena all'amica.

Quando Anya entrò nel suo appartamento non era per niente tranquilla << Lexa non devi arrabbiarti >>.
Perché doveva arrabbiarsi?
Ma fu comunque felice che non si trattasse di sua madre << Perché non dovrei arrabbiarmi? >> la vide gettare la propria giacca sul divano, con la familiarità di chi ha vissuto per troppo tempo con lei << Oggi o meglio stamattina, un giornalista mi attendeva sotto il palazzo della Trisgeda >> Anya prese uno dei crostini ai peperoni << Un giornalista? >> annuì dopo aver letteralmente ingurgitato il pane tostato, probabilmente non aveva nemmeno pranzato << Voleva avere informazioni sulla famiglia Griffin... >> quasi le scivolò il concentrato di pomodoro che aveva tra le mani << C-che cosa? >> si voltò verso l'amica << Perché? >> << Perché anche lui si sta facendo la stessa domanda di tutti...che fine hanno fatto? Che fine ha fatto Clarke? >> Lexa si appoggiò all'isola << Non sei curiosa anche te di saperlo? >> << No... >> alzò lo sguardo sull'amica che si era accigliata << Perché se dovesse scoprire qualcosa di peggio?...io...preferisco stare nel mistero >> tornò a cucinare il sugo per la pasta << Io avvolte proprio non ti capisco >> Anya si tolse i tacchi dirigendosi poi in camera sua << Dove hai messo l'intimo nuovo? >> << Primo cassetto >> le rispose vedendola poi tornare indietro con l'accappatoio << Quanto manca? >> << Ce l'hai il tempo per una doccia >> Anya annuì andando poi in bagno.
Perché volevano indagare?
Assaggiò il sugo ai funghi porcini prima di spegnere la fiamma e dirigersi al frigorifero per tagliare un paio di cetrioli per l'insalata e anche della frutta da posare sul tavolo.
Una parte di lei voleva che diradassero la nebbia sui Griffin, ma l'altra parte, quella pessimista, aveva paura di scoprire che se ne fosse andata per sempre.
Fece un lungo respiro scacciando le lacrime all'indietro.
Odiava sentirsi così, ma non poteva ignorare ciò che era sopravvissuto in quei dieci anni.
Sapeva che se Clarke fosse tornata la sua vita si sarebbe sconvolta.
Si morse il labbro nervosamente ingoiando il nodo alla gola e togliendosi gli occhiali per massaggiarsi gli occhi.
La sua vita poteva anche precipitare per quel che importava a Clarke, probabilmente adesso era fidanzata o addirittura sposata e magari con dei figli, per quel che ne sapeva lei.
L'aveva dimenticata, l'aveva sicuramente dimenticata, altrimenti perché non contattarla?
Perché darle finte speranze?
Lexa ricordava ancora chiaramente le ore in spiaggia ad attenderla inutilmente.
Quel giorno era tornata distrutta a casa e Anya l'aveva consolata per ore, calmandola durante l'impeti d'ira e asciugandole il volto bagnato per i lunghi pianti.
Quando Clarke l'aveva lasciata senza dirle niente, lei si era sentita a pezzi, ma ancora non riusciva a capire perché quel sentimento non volesse assopirsi, come i precedenti.
Perché Clarke non voleva sparire dal suo cuore?
Cominciò a piangere senza rendersene minimamente conto, si ritrovò tra le braccia di Anya senza saperlo, stringendo tra le mani l'accappatoio in cui era avvolta.
Lei sapeva, lei, Anya sapeva sempre tutto.

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