Capitolo 9

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LEXA

Sembrava che tutto il mondo cercasse di allontanarla da Clarke << Come sarebbe a dire che non è in sede? >> << La Signorina Braun ci ha chiamato per comunicarci che è in malattia, rientrerà tra due giorni >> << Sta male? Che cos'ha? >> l'assistente sollevò lo sguardo annoiato e per la prima volta la guardò << Posso aiutarla in altro? >> era così odiosa << Potresti darmi il suo indirizzo >> << Posso aiutarla in altro? >> << Non può darmi l'indirizzo? >> la giovane ragazza scosse la testa tornando poi a digitare sulla tastiera.
Ebbe quella strana sensazione che non le avrebbe più rivolto la parola così si voltò dirigendosi all'ascensore << Lexa? >> si voltò riconoscendo chiaramente quella voce << Raven...Conosci l'indirizzo di Costia? >> Anya alzò gli occhi al cielo << Scusala sembra che abbia dimenticato le buone maniere >> sospirò avvicinandosi alla ragazza << Hai idea di come rintracciarla? >> le chiese con più gentilezza << Ho il suo numero di telefono >> << Non risponde >> ribatté Lexa scuotendo la testa.
<< Ah...allora non saprei proprio come aiutarvi. Costia è una persona molto riservata >> Raven si strinse nelle spalle e Lexa si trovò a domandarsi se fosse davvero anche lei all'oscuro di tutto << Quindi non hai idea di dove abiti? >> << No, mi dispiace, ma posso sapere perché la stai cercando così insistentemente? >>
Avrebbe dovuto mentirle?
<< Hanno litigato >> intervenne Anya trascinandola poi dentro l'ascensore salutando Raven con una mano << Non puoi raccontarle tutto... >> Lexa si accigliò, aggiustandosi la manica del completo che le aveva stropicciato l'altra << E perché mai? Anche lei merita di sapere la verità >> << No, non puoi decidere te chi debba non debba saperlo Lexa >> lo sguardo della sua amica era serio e raramente assumeva quell'atteggiamento nei suoi confronti << L'unica che può decidere di farlo è Clarke e se pensi anche lontanamente di averne il diritto ti sbagli di grosso >> << Perché? >> sospirò mentre uscivano dall'abitacolo << Perché se ha nascosto a te la sua identità non pensi che l'abbia fatto per una ragione che noi non conosciamo? Non sappiamo quanto della storia del giornalista sia finzione Lexa >> si spiegò montando in auto seguita dall'amica.
Aveva ragione.
Come al solito.
Costia era in pericolo quindi Clarke era in pericolo.
Che cosa potevano mai volere da lei?
<< Come faccio a contattarla? >> << Aspetta che torni a lavoro Lexa. Hai aspettato dieci anni, sono sicura che due giorni in più non ti faranno alcuna differenza >>.
L'aveva irritata e sapeva anche il perché.
La situazione di Clarke era delicata e Anya conosceva molto bene il suo non esserlo affatto.
Probabilmente aveva ragione lei e doveva cominciare a calmarsi, altrimenti avrebbe potuto rovinare tutto di nuovo.
Quei due giorni li sarebbero bastati per riuscire ad affrontarla senza rischiare di far saltare tutto.

CLARKE


Raccolse i capelli con una matita dirigendosi poi al piano inferiore per prendere qualcosa da mangiare, visto che raramente le veniva fame.
Stava prendendo la macedonia della colazione di quella mattina, in cui lei non aveva presenziato perché dormiva ancora, quando suo padre entrò nel suo raggio visivo << Come stai oggi? >> << Bene >> non l'aveva ancora perdonato per averla colpita alle spalle con l'attuazione del piano, per questo quando si fece avanti per toccarle la fronte, lei indietreggiò << Clarke >> gli lanciò un'occhiata voltandoli poi le spalle, incamminandosi all'esterno << Per quanto ancora vuoi essere arrabbiata con me? >>.
Ignoralo e vai avanti.
<< Dio mio Clarke l'ho fatto per te! >>.
La bionda sospirò tornando sui propri passi << Non è vero! Tu credi di averlo fatto per me, ma la verità è che non è così! >> posò la ciotola sull'isola, ormai non le andava più << Ogni volta credi di farlo per me, ogni volta credi di fare la cosa giusta, ma la verità è che non è affatto così! >> << Jack >> la voce di sua madre interruppe quella che sarebbe stata l'ennesima litigata con il padre e Clarke ne approfittò uscendo dalla cucina per andare nella serra, che ormai era diventata come un nascondiglio da tutto e tutti.
L'ho fatto per te!
Come poteva anche solo pensarlo?
All'inizio quando tutto era cominciato, ci aveva creduto davvero.
Pensava sul serio che i suoi genitori la stessero proteggendo, ma ad un certo punto, aveva capito che lo stavano facendo per loro stessi.
Per proteggersi da ulteriori scatole sull'uscio della porta, dimenticandosi cosa fosse realmente giusto per lei.
Le avevano portato via ogni cosa.
Da quel giorno aveva visto portarsi via ogni persona a cui tenesse e adesso perdere nuovamente Lexa era stato...devastante.
Si strinse nello spolverino sedendosi poi su una delle sedie di ferro battuto.
La odiava, la odiava davvero con tutta se stessa...quella situazione la odiava e odiava Lexa per essersi dimenticata di Costia.

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