Capitolo Due

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Asia si slaccia il camice verde e la mascherina per poi buttarli entrambi nel bidone appositi fuori la sala operatoria. Esce seguita da i dottori e i vari infermieri che erano con lei durante l'intervento a Gianluca.
È stato complicato dato che per ben due volte il paziente è andato in arresto cardiaco.

<< Menomale che c'eri tu in sala >> Andrea dice queste parole quasi con sollievo, rivolte alla sua amica Asia mentre le appoggia una mano sulla spalla. Lei annuisce seria, come se non avesse colto fino in fondo le parole del suo collega; << Asia, ma va tutto bene? >> le chiede notando forse quell'espressione.

<< Andre, dovresti farmi un favore. Chiedi alle infermiere del piano se mi fanno avere un elettrocardiogramma di Ginoble. Vorrei capirci qualcosa in più. Ora vado che ho una paziente >> dice mentre fa un cenno di saluto con la mano dirigensodosi verso il suo studio.

<< Pensi sia malato di cuore? >> le chiede lui stupito. Asia risponde solo con un'alzata di spalla, come a dire "potrebbe".

La dottoressa Di Maio entrò nel suo studio a ricevere i propri pazienti.

<< Buongiorno signora Maria come va? Come mai quì oggi? Successo qualcosa? >> chiede mentre si va a sedere sulla sua sedia girevole mentre appoggia gli avambracci sulla scrivania.

<< Io bene dottoressa. Le ho portato gli ultimi esami che mi aveva chiesto >>

<< Si certo, non mi ricordavo, mi scusi. Prego si accomodi >> si giustificò mentre le faceva un cenno con la mano di sedersi di fronte a lei.

<< Dottoressa va tutto bene? >> l'espressione della giovane era alquanto perplessa non capendo le parole dell'anziana signora; << ha una faccia molto provata >> la ragazza sorrise per tranquillizzare la simpatica vecchina che aveva davanti.

<< Tutto benissimo, signora. Non si preoccupi. Sono solo appena uscita da un intervento complesso e sono un po' stanca>> affermò passandosi una mano sulla fronte per tirare indietro qualche ciuffo ribelle che le cadeva sul viso.

Ma la motivazione non era solo questa. La dottoressa Di Maio voleva andare fino in fondo alla questione del ragazzo che aveva soccorso. Era convinta che fosse malato di cuore e lei, da quale cardiologa era, voleva assisterlo fino a trovare una soluzione.
Le visite con tutti i pazienti erano finite, durate all'incirca due ore. Bussarono alla porta, che subito dopo venne aperta. Dietro di essa spuntò la testa di Andrea con una cartellina in mano.

<< Asia, qua c'è l'ECG che mi avevi chiesto prima. Mi sono permesso di darci un'occhiata e mi sembra tutto nella norma a dire la verità >> azzardò lui, forse per non demotivare la sua collega.

<< Ok, grazie Andrea. Sai per caso se già lo hanno portato in stanza? >>

<< Si è la 112. Ma ancora non si è svegliato dall'anestesia >> la dottoressa si alzò dalla sua postazione e appoggiò una mano sulla spalla del suo collega sorridendo per poi uscire dal suo studio.
Per prima cosa si diresse alla macchinette in fondo al corridoio del piano. Aveva bisogno di un caffè. Inserì la chiavetta e selezionò la bevanda; nel frattempo che aspettava che fosse pronta infilò le mani in tasca del camice e mosse la testa in tutte le direzioni per far scrocchiare il collo, intorpidito dalla tensione della mattinata.
Prese il bicchierino tra le mani, fece girare il cucchiaino bianco di plastica nel liquido e lentamente si avviò alla stanza del suo paziente. Appena entrata si avvicinò alla finestra e bevve il suo caffè.
Piu guardava Gianluca steso su quel letto e più si convinceva che quel ragazzo non stava bene.
Fece cadere il bicchierino, ormai vuoto, nel cestino accanto alle sue gambe e si avvicinò al letto del paziente. Prese lo stetoscopio e lo appoggiò prima al centro del petto, poi spostato più verso sinistra e poi ancora all'altezza dello stomaco; infine se lo rimise attorno al collo e appoggio le mani al materasso fermandosi a guardare un punto fisso, indefinito davanti a lei.

<< Battito irregolare, qualcosa non mi convince >> appoggiò due dita sul polso di Gianluca per sentire il battito. Scrollò la testa più volte.

<< Cosa c'è che non va? Cosa? >>

Prese la sedia posta al lato del tavolino e la posizionò accanto al letto. Si sedette li, a fissare quel viso pallido in attesa che il ragazzo si svegliasse.

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