Capitolo Uno

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Come ogni mattina, la dottoressa Di Maio, arrivò nel suo studio. Lasciò la borsa sulla sua sedia, appese il cappotto al portabiti e infilò il suo camice bianco.
La sua sveglia era il suono della sirena dell'ambulanza, il rumore delle rotelle di una barella che corre da un reparto all'altro. Le piaceva quel lavoro; la rendeva soddisfatta e orgogliosa ogni volta che vedeva un suo paziente uscire da li con il sorriso.
Era una bella sensazione sapere che, con le tue capacità, riuscivi a ridonare la vita ad una persona, soprattutto per lei che era una cardiologa, che curava proprio il motore che tiene in vita ogni singola parte del corpo umano.
Bussano alla porta del suo studio, fa un respiro profondo per prepararsi allo stress della giornata e, con un avanti, invita la persona ad entrare.

<< Asia c'è un'emergenza. Codice rosso in pronto soccorso >> Andrea, il suo migliore amico ma anche ottimo collega avvisò la dottoressa con fare preoccupato. Uscì in fretta dalla sua stanza e seguì il ragazzo.

<< Cosa è successo? >> chiese al suo collega mentre si avviavano verso il paziente.

<< Un tamponamento laterale, il ragazzo in questione è stato colpito dall'altra macchina che per fortuna non arrivava a velocità elevata. Presenta respiro e battito irregolare>>

<< Pressione? >> chiese ancora lei mentre si annotava tutto.

<< 58 su 89 >> la dottoressa acellerò il passo. Entrò nella stanza dove era posto il paziente salutando con un "Buongiorno" tutti i vari infermieri.

<< Nome ed età? >> domandò mentre con un lucina scrutava gli occhi del ragazzo che gli si presentava davanti.

<< Gianluca Ginoble. 30 anni >> rispose uno dei due ragazzi che si era occupato di lui sul posto dell'incidente. Asia tolse lo stetoscopio da intorno al suo collo; posizionò i due estremi nelle orecchie e iniziò ad oscultare il petto.

<< Mi sapete dire qualcosa di più? >> chiese la dottoressa mentre porta una mano a livello del polso del paziente per poter controllare meglio il battito.

<< Accusava dolori al petto e insufficienza respiratoria per questo gli abbiamo dato ossigeno che è servito comunque poco vedendo le sue condizioni in questo momento >> rispose uno dei due volontari della croce rossa.

<< Ha una frequenza cardiaca acellerata e per di più è in tachipnea. Si può sapere come avete fatto a non rendervi conto che è un pneumotorace traumatico dato da una frattura costale? >> disse Asia con voce dura ma senza alzarla di tono; << È gia tanto se con la ventilazione artificiale non avete peggiorato la situazione. C'è molta aria nello spazio pleurico e bisogna intervenire immediatamente >> continuò ancora lei mentre posizionò la barella in posizione piana.

<< Andrea mi serve un ago 14 e un tubo per il drenaggio toracico >> luí annuí; << Veloce per favore >> dette queste parole Gianluca chiuse gli occhi e svenne abbandonandosi alla stanchezza della situazione.

<< Bisogna intubare velocemente o va in arresto cardiaco >> inclinò all'indietro la testa del ragazzo e infilò il tubo in gola; << Andrea controlla con lo stetoscopio se è inserito nel bronco destro, quello sinistro è compromesso dal pneumotorace >> il suo collega annuí, appoggiò lo strumento sul petto, ascoltò per qualche secondo e poi fece un cenno di approvazione.

Dopo questo la dottoressa si fece passare l'ago; con la mano prima tastò il fianco per trovare lo spazio intercostale giusto dove inserirlo e infine, con un velocemente movimento, infilò l'ago e successivamente il tubo per far sfogare l'aria. 

<< Bisogna fargli fare una flebo che lo faccia riprendere, entro questa sera bisogna operarlo, la costola sinistra non è messa per nulla bene e vorrei evitare che crei altri danni al polmone >> concluse la dottoressa rivolta ad Andrea chiudendosi la porta alle spalle.

<< Vado a controllare la tabella per inserirlo in sala operatoria >> affermò per poi dirigersi lungo il corridoio.

<< Andrea...>> lo bloccò lei; << Voglio essere inserita anche io nell'intervento, vorrei tenerlo controllato >> disse con poca convinzione.

<< Ma non serve Asia, ci saranno già i chirurghi necessari in quella sala >> disse lui in modo ovvio.

<< Questo lo so bene, ma la sua tachicardia non era dovuta solo al pneumotorace, era troppo irregolare per essere solo un'accelerazione dovuta all'aria che comprimeva. Non so, preferirei essere in sala per intervenire subito in caso di emergenza >> disse lei senza lasciare il tempo ad Andrea di rispondere.

Infilò le mani in tasca del camice e con sguardo basso si avviò al blocco operatorio per prepararsi.

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