SoS

533 49 1
                                    

Erano due minuti precisi che si trovavano seduti al tavolo.
In silenzio.
A guardasi le mani.
Imbarazzati.
-Seb, ci dici perché stai così?- interviene Mavis trattenendo altre lacrime.
Sebastien non risponde, si limita a guardarla e sorriderla triste tornando a guardare il tavolo, le spalle ricurve in avanti, due occhiaie peste, gli occhi lucidi e gonfi.
Aveva appena smesso di piangere!
-Sebastien, noi... Io ho esagerato e mi dispiace ma, davvero non puoi restare così, ti stai distruggendo. Per una futilità oltretutto!!- parla Levi.
Il lato destro della bocca di Seb si alza in un velocissimo sorriso sarcastico, per poi tornare come prima.
Levi lo guarda adirato ma non dice nulla.
-Potete lasciarci soli?- chiede Eren d'un tratto.
-E no! E ma scusa, è anche figlio mio, io non sono il genitore stronzo con cui non si può parlare e si deve tenere tutto nascosto, voglio saperlo nel bene e nel male!- sbotta Levi.
Eren gli poggia dolcemente una mano sulla sua sorridendogli amorevolmente -Lo sappiamo Levi, solo... voglio parlargli un attimo da solo- lo incoraggia con un occhiolino.
Mavis si alza subito e lascia la stanza seminando acqua salata sul pavimento, mentre Levi la segue guardandoci alterato.
-Bene Sebastien, adesso io e te chiariamo alcune cose e ne sistemiamo altre. Suppongo che non rispondi se ti pongo una domanda giusto?-
Lo guarda in attesa e la sua convinzione non viene smentita.
-Perfetto, allora parlo io. Punto primo:
Il fatto che tu frequenti tuo cugino non è un problema, e fin qui penso ci siamo arrivati tutti.
Punto secondo: Non mi sembra che io e tuo padre ti abbiamo mai posto limiti, anche perché sei stato un figlio perfetto, non c'è n'è mai stato bisogno.
Punto terzo: il fatto che tutto ciò che sta accadendo ti spaventi è normale, sei un ragazzo timido, è il primo amore, è con una persona del tuo stesso sesso, è una persona che conosci da quando eri uno scricciolo... Il punto fondamentale è il quarto: Perché ti stai riducendo in questo modo ed hai deciso di escludere lui dalla tua vita? Tutto perché tuo padre è leggermente opprimente o perché io mi sono arrabbiato per qualche scappatella? Forse ti senti in colpa nei nostri confronti? Non hai niente da farti perdonare tesoro mio, vuoi far tardi la sera, avvisami. Vuoi dormire da Mikasa, avvisami. Vuoi essere più indipendente, cerca di non farmi preoccupare. Non ti costringo a chiamarmi per una forma di rispetto, e penso che tu lo sappia, ma perché mi preoccupo un casino quando vedo che sfori di parecchio i tuoi soliti orari di rientro. A maggior ragione del fatto che sei sempre stato un ragazzo corretto, puntuale e preciso se vedo sgarri penso subito al peggio, me lo concedi?- lo guarda con un sorriso dolce mentre Sebastien perpetua nel suo mutismo.
Eren però coglie un segno di cedimento -Lo so che stai pensando a cosa ti ho detto- allunga la mano sulla sua poggiata a pugno sul tavolo, facendolo sobbalzare -Mi dispiace amore, non avrei dovuto dirtelo perché non lo penso, in quel momento però mi hai profondamente mancato di rispetto, forse per tuo padre è stata una semplice risposta da ragazzino impertinente, ma per me... Ho pensato che se tu mi vedevi in quel modo allora avevo fallito nel mio compito di genitore e, cucciolo mio, io non sono un tipo tanto sicuro di me stesso come sembra, come tu stai pensando alle parole che ti ho detto io penso alle tue e mi domando se lo pensi realmente- una lacrima solca il suo viso facendo sciogliere del tutto Sebastien che si alza facendo quasi cadere la sedia e corre ad abbracciarlo amaramente pentito, sentendosi in colpa ed imbarazzato per il comportamento stupito avuto con loro per la sua dannata insicurezza.
Tutto sommato poteva giustificarsi dicendo di aver preso da lui.
-Io alla tua età non sapevo neanche cosa fosse l'amore, lo sai te l'ho raccontato che ho solo ed unicamente conosciuto tuo padre nei miei vent'anni, ma io allora con tutta l'insicurezza, la paura, la novità, gli ostacoli del nonno, ho reagito per la prima volta e ho detto a mio padre che poteva anche andare al diavolo ma io ero quello che ero, se lo accettava e bene altrimenti non mi avrebbe più visto. Vedere te che fai esattamente il contrario mi lascia pensare e preoccupare- lo stringe forte.
-Io...- sussurra Seb sorprendendo il padre -Mi... Mi sento così in colpa papà!!- si stringe a lui ancora di più -Q-quando mi hai detto che... Io...-
Eren lo prende velocemente dalle spalle per portarselo davanti gli occhi -Seb, calmati, ti farai venite un attacco di panico così. Cerca di parlare con calma. Lo so, lo so e mi dispiace così tanto, non avrei assolutamente dovuto ripagarti con la stessa moneta- lo prende di nuovo fra le braccia stringendolo forte e baciandolo più volte in più punti.
Da dietro la porta della cucina sostava un Levi combattuto se uscire e abbracciarli entrambi o restare li ad ascoltare per poi far finta di non aver mai sentito nulla in seguito. Voleva andare li e dire al figlio quanto volesse solo la sua felicità, mentre poi prendere Eren e confortarlo il più possibile da quel magone che portava da giorni e che lui non aveva minimamente scorto. Era stato davvero superficiale, aveva trascorso il tempo pensando fosse solo un capriccio del figlio per attirare la loro attenzione, come una specie di ribellione a cui lui non avrebbe mai ceduto e invece...
-Chiamalo!- sente ad un tratto.
-Io... Io mi... Mi vergogno così tanto di farlo, magari non mi vuole più, forse pensa che sono stupido, oppure si è stancato di aspettare... Se mi sta aspettando-
-Ci chiama ogni giorno per sapere novità, dice che tu non rispondi ai suoi messaggi-

Che disastro Sebastien!! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora