"Mavon" o "Levis" ?

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Nome ship!?
Beh, pensateci e fatemi sapere, a me piacciono entrambi!

Sole
Mare
Sabbia
Felicità
Coccole
Dolcezza

Stavo passando il mio tempo sull'asciugamano, giocando con la sabbia rovente che continuavo a stringere in un pugno, come a volermi auto infliggere quel bruciore sul palmo.
Mio fratello si stava godendo il ragazzo a pieno, ridendo, scherzando, coccolandosi...
I miei genitori parlottavano fra loro, commentavano, si scambiavano dolci baci e qualcosa mi diceva che già nella prima notte era successo qualcosa di estremamente piacevole, sembravano dei fidanzatini felici in luna di miele.
I tedeschi se ne stavano tutto il tempo in acqua a giocare come bambini...
Io e Levon non avevamo voglia di nulla, lui passava il tempo a chiamare e messaggiare Ike che sembrava non volerne sapere più nulla, io volevo avvicinarmi in qualche modo ma...
Orgoglio! Fottuto orgoglio, ma anche timore.
Di cosa poi? Ha palesemente detto che mi sta aspettando!
-Fanculo!- sentii sbottare al mio fianco.
Mi girai per vedere un biondo prendere il telefono e buttarlo in malo modo lontano da lui sulla asciugamano, passarsi le mani fra i capelli e sbuffare come un toro inferocito.
-Mi sento una merda!- sbottò rivolgendosi a me.
-È normale, ma tutti sbagliamo e lui se ti vuole realmente bene lo capirà e ti cercherà, adesso lascialo sbollire- risposi continuando a seminare la sabbia ovunque.
Avevo portato con me un libro da leggere, l'Ipod per ascoltare la musica, la voglia di fare un bagno, ma alla fine ero rimasta li sull'asciugamano a non fare nulla, capendo che il mio unico interesse lo avevo al mio fianco e se lui non era dell'umore giusto, non lo ero neanche io.
-Non vai a goderti il mare?-
-E ti lascio solo?-
-Beh, non ti sarei di grande compagnia, ho i nervi a fior di pelle-
-Potrei provare a farti rilassare- sorrisi imbarazzata.
Tutto quello che una volta potevamo dire in tutta tranquillità, adesso sembrava a doppio senso o troppo confidenziale. O almeno era questa la mia impressione.
Sospirò e si girò a guardarmi.
-Devo essere sincero Mavis, penso di condividere il pensiero di Ike. Adesso, se vuoi davvero recuperare il rapporto con me dev' essere il rapporto che desidero io, altrimenti non ci provare proprio, non potrei sopportare un altra delusione, non da te- sussurrò tornando a guardare davanti a se.
Aveva paura, lo sapevo.
Anche io ne ho, ho paura che si scocci di me, che mi giudichi come una bambina viziata e pretenziosa, ho paura che qualcosa tra noi possa non funzionare come coppia che invece da amici va più che bene.
Forse sono paure infondate ma...
la lontananza ci ha davvero distrutti.
Quel via vai di sentimenti.
-Vorrei che le cose fra noi fossero facili Levon, ma la vita in se non è semplice, potrei dirti da subito che vorrei passare la vita con te, ma sai che sono una ragazza fortemente realista e non posso permettermi una promessa del genere, dobbiamo accettare quel che il nostro percorso ci darà e godercelo, fino in fondo, sperando che sia lungo una vita intera- mormorai poggiando il mento sulle ginocchia, rannicchiata sotto il sole e pensierosa, malinconica e stanca, stanca di tutta quella sofferenza, lontananza, sogni infranti, anni persi e battaglie inutili.
Lui era sempre dovuto tornare, lei non avrebbe mai potuto trasferirsi e a volte avrebbe voluto non averlo mai conosciuto quel cugino lontano, che rimanesse lontano.
E invece era la ragione del suo battito accelerato, dei suoi occhi lucenti e vivi, dei suoi sorrisi sinceri e la faceva sognare, una vita con lui piena di bambini, con quella dolcezza che in un omone del genere non ci vedresti mai, facendole sapere ogni giorno che pensava quanto fosse bella, importante, preziosa, tutta la sua vita.
Prima poteva essere innocenza, ma ora...
Adesso è lo stesso bambino di allora, con gli stessi obbiettivi.
Io potevo condividerli e scoprire se quei piani si sarebbero mai compiuti.
-Stai dicendo che mi dai una chance?-
-Sto dicendo che sono ancora quella bambina che voleva un futuro con te e non ho mai dubitato un secondo su quel desiderio-
-Quindi... Vuoi essere la mia ragazza?-
E con mio immenso stupore me lo ritrovo davanti, inginocchiato e una mano intrecciata ad una mia, con occhi lucidi ma felici.
-M-ma s-sei impazzito!- sbottai rossa d'imbarazzo -Dio Levon, e per chiedermi di sposarti cosa mai farai!?-
-Sarà una sorpresa- disse facendomi sgranare gli occhi.
-Hai già pensato a come chiedermelo!- ero sgomenta.
-Piccolezze-
-Tu sei pazzo!-
-Di te sicuramente, adesso però voglio la mia risposta-
-Sei imbarazzante- sussurrai sbattendomi una mano sulla faccia.
Poteva immaginare, e dio solo sapeva, cosa stessero dicendo i suoi genitori di quella scena e stava pregando con tutta se stessa che quegli idioti in acqua non stessero guardando loro proprio in quel momento.
-Mavis Ackerman, sei ufficialmente la mia ragazza?- chiede ancora.
-Si! Lo sono, ma adesso siediti ti prego!-
Sorrise divertito e si sedette vicino circondandomi la vita e stringendomi a se, mi lasciò un bacio sulla testa e restammo li, a coccolarci per delle ore interminabili.

Quando poi fu sera, noi ragazzi, decidemmo di andare a farci un bagno notturno.
C'era la piscina dell'albergo ma perché limitarsi in una piscina quando hai un mare intero a disposizione?
-Chi ha avuto questa brillante idea?- esultò festoso Seb.
-Io- intervenne il ragazzo.
-È per questo che ti... adoro!-
Adoro? Cos'è, un oggetto?
Dio Seb, non dirmi che ancora non gli hai detto le paroline magiche!
Povero Hiro.
Ci buttammo tutti in acqua e cominciammo a rincorrerci come idioti e come soliti sono i maschi dal cervello da troglodita, cominciarono ad abbassarsi a vicenda i costumi facendomi indietreggiare silenziosa.
Dovevano solo provarci con me e me li sarei mangiati!
-Non muoverti-
Sbandai, sentendomi sussurrare quelle parole all'orecchio.
-Volevi farmi prendere un infarto?-
-Sai che sei in pericolo?- disse senza calcolarmi.
-Da cosa?-
-Ho il laccetto del tuo costume fra le mani, sia quello superiore che inferiore, quindi se ti muovi potresti slacciarli e ops potrei fare cose poco appropriate con te nuda in acqua-
Lo sentii accostarsi alla mia schiena e deglutii.
Quell'ultima frase mi era sembrata quasi inquietante, avevo paura di quel passo, ma prima o poi l'avremmo fatto.
Solo non si aspettava tanta schiettezza da quel dolce orso.
-E cosa dovrei fare?- trovai la forza di rispondere.
-Stiamo così- allacciò le braccia intorno al mio bacino, restandomi incollato sulla schiena, dondolando e cullandomi nell'acqua, baciandomi di tanto in tanto il collo.
-Non mi aspettavo un assalto del genere da te- confessai dopo un po'.
-Apprezzo sempre quello che vedo se merita, non ho detto nulla di che-
-Beh, invece secondo me è una bell'allusione sessuale-
-Mi conosci, non dovresti vederla in questo modo-
-Ma prima eri diverso-
-Okay! È tanto strano provare attrazione fisica verso la propria ragazza? Ho sempre provato qualcosa di fisico per te in realtà!-
Divenni rossa antracite e mi strinsi nelle spalle, ringraziando di non averlo davanti, così da risparmiarmi ulteriori domande.
-Penso anche io- sospirai, girandomi fra le sue braccia e baciandolo con foga, stringendolo a me in una richiesta di unione.

Che disastro Sebastien!! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora