Mavis

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A volte mi chiedo, chi è quello stronzo/a dell'artefice della mia vita!??
Sembra volermi davvero male, non perde occasioni nel farmi passare da una piacevole giornata ad una che è meglio non alzarsi proprio dal letto... e magari anche dentro al letto comincerebbero a succedere cose fuori dal normale.
-Vorresti far dormire mia figlia con Levon!?- sbottò Levi.
-Levi, sono gli unici che restano soli, possiamo mai prendere due ulteriori camere singole solo per loro? Hanno gia dormito insieme, quale sarebbe il problema!-
Te li do io tutti i problemi di questo mondo zio!
-Ma c'eravamo noi nella stessa stanza!-
Per una volta in vita mia ero d'accordo con papà... non avrei mai dormito nello stesso letto con Levon! Piuttosto vado sotto un ponte!
-Mavis, diglielo anche tu tesoro- borbottò zio Erwin.
Scossi la testa energicamente lasciandolo di stucco.
-Non vuoi dormire con Levon?- chiese incerto.
-No- risposi semplicemente.
-Perfetto!-
O grazie al cielo. Mi aggrappai al braccio di papà ed entrammo nella hall dell'albergo.
Ormai finita la scuola, il fresco ritorno della famiglia tedesca e i miei genitori che non si godevano un po' di solitudine da mesi, avevamo deciso di prendere i bagagli e andarci a sperdere nella prima località col mare, sole e tanto relax...
Tanto pagava tutto la famiglia tedesca!
-Mi dispiace signori, ma abbiamo concluso le camere singole, al contrario abbiamo proprio 4 doppie disponibili all'ultimo piano-
A quel punto Erwin si girò verso mio padre con un sopracciglio alzato e un sorriso da "e adesso come la vuoi risolvere la cosa?"
Di certo Sebastian non avrebbe condiviso la camera con me invece che con Mahiro, come io non avrei condivido la camera con uno dei miei rovinandogli la vacanza...
Fece per parlare, ma lo anticipai subito -Papà lascia stare, non fa nulla, va bene così- dissi mesta.
Al contrario Levon aveva assistito a tutta la scena senza intervenire mezza volta e in realtà non stava nemmeno ascoltando.
Si ostinava a parlare con qualcuno al telefono, tenendolo con la testa coricata e le dita in constante movimento.
-Voglio la camera accanto però!-
-Papà, ci dormiremo soltanto, non preoccuparti!- esclamai ridendo.
Mio fratello invece mi squadrava da capo a piede notando il mio disagio.
Gli mimai un "Tranquillo" riservandogli un sorriso.
"Pensa a scopare con quel bel fusto" aggiunsi mentalmente.
Dovevo riprendere la mia grinta e positività in mano, altrimenti avrei iniziato a deprimermi e a far notare qualcosa a qualcuno.
Sempre se gia non abbiano capito qualcosa!
-Okay, ma se hai bisogno io sono accanto!- sbottò ancora.
Ridacchiai e me lo strinsi addosso... Attimi di dolcezza!
-A cosa devo le tue enormi robe poggiate su di me?- scherzò senza farsi sentire.
-Papà, dimmi la verità... qualcosa l'hai capita, vero?- sussurrai contro il suo collo.
-Si principessa, non so cosa ci sia tra voi e non voglio immischiarmi okay? Solo che ti ho vista abbastanza tesa e volevo evitartelo. Da una parte però non dimentico che alla mia domanda "se ci fosse qualcosa che non va, ce lo diresti?" hai risposto "Certo" e non mi sembra affatto!-
-Va bene, però in realtà non so neanche io cosa succede, quindi prima lo capisco io, poi lo capisci tu, lo so che vuoi aiutarmi sai? Però ho bisogno di risorverla da sola-
-Ce la fai?-
-Si papà, ce la faccio, per chi mi hai presa!?-
Mi stampa un bacio fra i capelli sorridendo.
-Okay piccola guerriera, sai cosa fare in caso d'emergenza- si staccò dalle mie braccia afferrando le chiavi della sua stanza, prese le valige e papi sotto braccio e si diresse verso l'ascensore.
Presi anche io le nostre chiavi e mi girai verso un accigliato Levon che un attimo dopo prese la propria valigia e senza dire niente si avviò anche lui.
Sospirai.
Si può sapere che cavolo gli prendeva di punto in bianco? Di solito era lui quello che si avvicinava, parlava a raffica e poi puntualmente riusciva a mettermi a mio agio... ora mi sentivo solo tesa come una corda di violino e stranamente invisibile.
Okay lo so, lo so gli ho detto praticamente che con me non ha più speranze, che abitare nella stessa casa non mi avrebbe cambiato nulla... ma non era vero! Figuriamoci a dormire nello stesso letto! E poi uno follemente innamorato avrebbe rinunciato alla prima difficoltà?
Allora potevo anche levarmelo dalla testa subito, chi non sa e non vuole lottare non fa per me.
Arrivammo davanti la nostra camera e papà prima di entrare mi urlò un "sono qui" che mi fece ridere mentre entravo.
Esattamente perché con Seb era stato così restio mentre con me sembrava accettare di buon grado le mie scelte? Ho capito che magari Seb è un po' più ingenuo, ma è nelle mani di Mahiro, non di uno sconosciuto.
Forse sta cambiando...
E forse mi sono fatta qualcosa, perché un opzione del genere è impossibile!
Una volta dentro, poggiai la valigia nel primo angolo e mi tuffai sul letto a peso morto -uuuu finalmente- lamentai.
Avevamo viaggiato di notte e mi sentivo stanchissima!
Però dovevano scendere al mare quindi...
-Mi spieghi con chi cavolo parli?- sbottai continuando a guardare un gigante in piedi vicino la propria valigia, appiccicarsi con la tastiera e mimare sguardi tra l'incazzato, il turbato e triste.
-Non sono affari tuoi!- sbottò a bassa voce.
Mi alzai contro voglia e incazzata, gli strappai il telefono da mano e finalmente ebbi i suoi occhi nei mie e... cazzo! Dire che avevo sentito una scossa per tutto il corpo era poco.
-Per tua informazione- cominciai -siamo in vacanza, quindi ora tu il telefono lo posi, ti dai una sistemata, ti infili il costume e scendiamo a mare-
-Non mi interessa il mare, se voglio posso anche rinchiudermi qui dentro e tu non dovresti metterti in mezzo- sbottò incavolato.
Sbirciai velocemente la chat notando il nome del suo migliore amico.
Lo aveva visto solo una volta e parlava solo il tedesco, tanto che Erwin aveva fatto da traduttore tra me e lui.
Un bel ragazzo, più alto di lui e ancora più bello, però scuro con occhi cangianti e pelle abbronzata.
-Stai litigando con Ike?- domandai sorpresa.
-Non sono affari tuoi!- fece per avvicinarsi.
Non mi avrebbe toccata, ne ero sicura, quindi misi il telefono dietro la schiena e lo guardai con sfida -Come mai?-
-Mavis, dammi il telefono-
-No-
-Mavis!-
-Parlami- sussurrai.
Sospirò passandosi una mano fra i capelli e si sedette sul letto di fronte a me.
-Quando sono tornato in Germania dopo che ci siamo baciati...- si interruppe un attimo come in imbarazzo -mi mancavi ed ero in pensiero, l'unica cosa che volevo era tornare, ma mi imposi di non farlo e non cercarti per non avere la tentazione di abbandonare tutto. Ike mi ha sempre sostenuto e sapevo che infondo lui provasse qualcosa per me, solo che pensavo avrebbe desistito prima o poi, si sarebbe trovato un ragazzo e noi saremmo rimasti amici...- sospirò nuovamente sentendosi mortalmente in colpa, glielo si leggeva in faccia -ma ho solo alimentato quel sentimento giorno dopo giorno e una sera quasi sull'orlo di andare a casa a dire ai miei che sarei sceso, mi ritrovai in un locale con lui a bere e ho fatto una cazzata assurda! Io... ho scaricato su di lui la mia frustrazione, ho fatto qualcosa che fondamentalmente non è nel mio essere, sia perché in quel momento pensavo che forse amare una persona vicina e che ricambiasse così apertamente fosse stupendo e non avrei avuto più problemi, sia perché in realtà io volevo te in quel momento e non lui, mi sento in colpa per averlo ferito e ora ce ne stiamo dicendo di tutti i colori, io non voglio perderlo ma lui da me non vuole semplice amicizia, specialmente dopo quello che è successo- finì mesto.
Ero completamente sbalordita.
Lui con Ike?
Cazzo ma era una maledizione di famiglia quella!
Ma cosa vado a pensare!
Dio Ike perdonami, quest'idiota riesce a pensare solo e soltanto me, spero che un giorno troverai il fusto della tua vita, perché questo è il mio.
Non posso farci niente, lo amo e prima o poi glielo dirò.
-Beh, hai fatto un esperienza- ridacchiai abbassando lo sguardo.
-Mavis, non sto scherzando-
-Lo so idiota, mi dispiace per lui, mi era simpatico- gli porsi il telefono.
-Beh, un po' è anche colpa tua- scherzò.
-Ah! Non provare a scaricarmi le tue colpe! Sei tu l'idiota che mi va dietro!- sbottai fintamente indignata.
-Ah beh grazie- rispose ferito.
-Non è vero- dissi d'un tratto.
-Cosa?- si accigliò.
-Quello che ti ho detto in macchina, io...-
Mi prese le mani nelle sue, stringendosele al petto -Lo so e me lo merito, quando vorrai io sono qui- sorrise.
Il mio cuore invece perse un battito.
Lui lo aveva capito e mi voleva ancora, avrebbe lottato...
Gli buttai le braccia al collo e me lo strinsi il più vicino possibile.
Era teso come un tronco di legno ma continuai a spalmarmi su di lui, salendogli a cavalcioni.
Sapevo che gli stavo facendo un certo effetto e questo alimentò il mio ego di donna che ormai ne risentiva parecchio.
-Mav...- deglutì
-Shh-
-Io... Ehm...-
-Tranquillo, sto attenta- sussurrai contro il suo orecchio, strusciando poi il naso dietro di esso.
Sentimmo bussare alla porta e con uno sbuffo adirato mi staccai da Levon.
-Ragazzi, tra un quarto d'ora vi voglio giù!- urlò la voce di zio Erwin.
Guastafeste!
Mi voltai verso un Levon tutto rosso sorridendo, gli presi una mano e stampai un bacio ad una guancia facendolo diventare, se possibile, ancora più rosso.

Che disastro Sebastien!! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora