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Restarono tutta la notte insieme, coricati sullo stesso letto, lei aveva la testa poggiata sul suo petto e il braccio intorno a lui. Lui la stringeva con entrambe le braccia accarezzandola e sistemandole i capelli.
Amava i suoi capelli ricci e lunghi, erano così morbidi... così perfetti, come lei dopotutto.
Erano stretti sotto le calde coperte, mentre fuori pioveva. Loro erano insieme al caldo, a coccolarsi.
Lui non dormiva, la guardava riposare come una bimba e l'accarezzava dolcemente pensando a lei e alla sua vita insieme a lei.
Ora che erano coricati sullo stesso letto, una sull'altro, si rendeva conto che voleva dormire tutta la vita così. Per sempre. Fin quando non sarebbero morti. Voleva sposarla. Voleva creare una famiglia con lei.
Nella sua testa, sembrava tutto molto affrettato ma il suo cuore diceva di no. Diceva che era ora di seguire i propri sentimenti.
Non voleva aspettare ma non poteva neanche svegliarla nel cuore della notte... E non aveva neanche un anello. Decise che forse sarebbe stato meglio aspettare. La mattina seguente sarebbe andato a comprare un anello e dopo gli avrebbe chiesto di sposarla.
Ma avevano solo diciott'anni, era un peso troppo grande per lui. Era ancora un ragazzo, non era pronto per questo impegno. Non voleva perderla, questo lo sapeva. Non voleva che lei si sposasse con un altro, non lo avrebbe sopportato.
Doveva aspettare, odiava aspettare ma doveva fare questo enorme sforzo per lui. E per lei.
Lui socchiuse gli occhi e le accarezzò la guancia: era così morbida e liscia, come la pelle di un bambino. Continuava ad accarezzarla, voleva farla sentire al sicuro e amata. Perché lui l'amava più di ogni altra cosa e voleva dimostrarle tutto l'amore di cui era capace. Voleva farla stare bene perché dal bene di Eleonora dipendeva il suo.

«Buongiorno.» disse Federico appena lei si svegliò. Lei alzò la testa nella direzione del volto di Federico. Aveva ancora gli occhi socchiusi e sulla guancia aveva il segno della maglietta di Federico.
«Buongiorno amore.» disse con voce assonnata.
«Facciamo colazione?»
«Falla tu, io non ho fame la mattina presto.» e si alzò levandosi la maglietta del pigiama, si girò verso di lui e mise la maglietta sotto il cuscino, poi si levò anche i pantaloni e si mise una vestaglia rossa di lana.
«Vado a fare la doccia.»
Lui non riuscì a muovere un muscolo, tanto era impressionato dalla sua bellezza e dalla sua pelle morbida.
Era sul letto quando lei tornò con l'accappatoio.
«Sei ancora così?» disse lei ridendo.
«Aspettavo che il bagno si liberasse.»
«Ci sono cinque bagni in questa casa.» e rise.
«Sì, ma... Vabbè, vado in bagno.»

FedoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora