L'appartamento è deserto. Neanche Maria, la nostra domestica peruviana, è a casa. Vado in cucina per prepararmi la colazione e sperando davvero che i facoltosi e elegantissimi Johnatan ed Helen Turner, aka i miei genitori, tornino a casa con un qualche regalo per il mio venticinquesimo compleanno. Ma ovviamente tutto ciò non accade e a confermarmelo c'è un biglietto, vicino al centro tavola di cristallo della cucina, firmato da loro.
"Ci dispiace non poter festeggiare il tuo compleanno con te, ma siamo andati al dibattito di Sam a Seattle.
Baci, mamma e papà. "
C'era da aspettarselo che il mio caro fratello maggiore Sam e il suo stupido dibattito, avrebbero avuto la meglio sul compleanno della pecora nera della famiglia. Eccomi l'ennesima prova che ai miei genitori non frega per niente della mia vita da quando ho abbandonato il college per fare l'artista. Cosa mi sarei dovuta aspettare da loro.
Prendo dei cornflakes e del latte freddo e ritorno nella mia stanza proprio quando il cellulare inizia a squillare. Sullo schermo lampeggia il nome di Chelsea e allora appoggio la mia tazza e corro a rispondere. Parte la video chiamata e sullo schermo spunta la chioma riccia di Chels con una sigaretta in mano e sul retro un ragazzo in mutande che cammina in giro per la casa.
"Auguri puttanella!!!" urla talmente forte che mi sento quasi dispiaciuta per il ragazzo che è nella stessa stanza con lei.
"Grazie stronzetta! Nuovo acquisto eh?" le chiedo rendendo la mia faccia più eloquente possibile. Lei si mette a ridere e poi mi mostra il medio. La dolcezza di questa ragazza mi stupisce ogni giorno di più.
" Sai che sono solo distrazioni per me... comunque cambiamo argomento. Tu , io , discoteca, tanto alcool, tanto sesso, questa sera. Non accetto una di quelle tue scuse da ragazza ricca."
Mi metto a ridere ricordando tutte le volte che le ho detto di no solo perchè non ero quel tipo di ragazza. Ma da oggi non me ne frega più niente dei miei genitori e del loro parere. Tanto sceglieranno sempre Sam o qualsiasi altra persona che sia d'accordo con loro al posto mio.
" Okay, ma come mi dovrei vestire? Da troia? O va bene un normale vestito?" le chiedo pensando che nel mio armadio non ho praticamente niente di troppo puttanesco.
" Il vestito rosso che abbiamo comprato insieme qualche mese fa ...metti quello con dei bei tacchi. Per il resto andresti bene anche così." dice riferendosi alla mia faccia e capelli. Ricordo che quando avevo comprato quel vestito dovevo andare ad un appuntamento con un mio compagno di college, ma è finita sul nascere. Voleva solo sesso, ma per quello si poteva trovare una zoccola in autostrada. Non dico di essere una tipa troppo sentimentale, ma neanche un cuore di ghiaccio.
" Okay, ci vediamo sta sera alle dieci. Mi mandi l'indirizzo del posto? " Le chiedo pronta a chiudere la chiamata.
"Sì , certo... Ciao stronzetta" La saluto allo stesso modo e poi chiudo. Torno ai miei cereali e poi mi butto sul letto. Non me ne accorgo nemmeno, ma dopo un'ora passata sul pc mi sono addormentata. Quando mi sveglio sono le otto di sera, ho una borbottio nella pancia e sono in ritardo per andare al locale. Mi faccio un sandwich e mentre lo mangio rispondo a qualche messaggio di auguri di persone che probabilmente me li hanno fatti solo perchè gli è arrivata la notifica.
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TITANIUM
General FictionIl giorno del suo venticinquesimo compleanno, rassegnata al fatto che i suoi ricchi e facoltosi genitori avrebbero continuato a preferire passare il tempo con suo fratello al posto suo, Mia Turner decide di cedere alle richieste della sua amica Chel...