You know nothing

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Avevo uno specchio di fronte a me. Vedevo Nikolai torreggiare su di me, mentre rideva soddisfatto. Si stava tirando su i pantaloni mentre io ero lì in ginocchio con le lacrime agli occhi. Mi prese il mento con le sue viscide mani e mi avvicino a lui. Con la lingua mi leccò l'angolo della bocca.
"Pensi che abbia finito con te? Hai ragione io ho finito. Ma ci sono due dei miei ragazzi che non vedono l'ora di provarti un po' e io sono sempre generosa con le persone che mi rispettano." Poi mi lascio andare e due uomini alti e palestrati entrarono dalla porta e dopo essersi guardati in modo complice , venirono verso di me e si abbassarono i pantaloni.
Le loro mani erano addosso a me e mi bloccavano e toccavano ogni parte del mio corpo.
Inizio a respirare affannosamente e provo ad urlare, ma nessuno mi sente. Poi una scossa forte.
"Ehi. Ehi Mia,svegliati! È solo un brutto sogno."
Apro gli occhi e mi trovò davanti Dorian. Mi alzo di colpo e mi allontano da lui. Vado alla finestra e guardo attraverso le fessure tra le sbarre di ferro.
"Posso fare qualcosa per te?" Mi chiede. Non riesco a guardarlo, o a guardare me stessa.
Mi faccio talmente schifo. Vorrei solo addormentarmi e non svegliarmi più.
"Sì. Vattene."
Gli dico cercando di trattenere il groppo che ho in gola. Sento gli occhi pizzicarmi e inumidirsi.
" Mia. Mi dispiace, davvero." Sento la rabbia crescere dentro di me con un impeto più forte del previsto e allora mi giro guardandolo dritto negli occhi.
"Di cosa ti dispiace esattamente Dorian? Di avermi baciata in quel locale? Di non avermi ucciso quella sera? O forse di essere venuto a letto con me dopo avermi tenuta legata in una cantina per una settimana e poi aver pensato che ti stessi usando? Non è per quello vero? No, forse è perché mi hai fatta rapire da uno psicopatico russo, uno più psicopatico di te, che mi ha stuprata e si è divertito a farlo sia davanti a te che con le sue guardie, a cui dopo mi ha regalato? Eh ,per cosa cazzo ti dispiace?"
Lui tiene la testa bassa e non dice niente. Non so cosa sia. Forse la rabbia che si è accumulata durante questo mese.
"Te lo dico io per cosa dovresti essere dispiaciuto. Perché quando hai capito che avevi fatto una stronzata ti sei comportato come una ragazzina e sei scappato. E così hai lasciato che quella bestia mi prendesse. Tutto il resto è solo una conseguenza. Sai perchè sono venuta a letto con te? Perchè sapevo non mi avresti mai liberato, e che se dovevo proprio rimanere qui per sempre, almeno non avrei dato di matto. Ma non ho messo in conto tutto questo.Tu sei come una malattia e non te ne accorgi. Roza, una persona che non so per quale motivo tiene a te ha rischiato la vita. Nono lo capisci proprio vero?" lo vedo stringere i pugni,come se si stesse contenendo dal dire cose spiacevoli, e gliene sono grata, perchè tutta questa rabbia che ho dentro non andrà via urlandogli addosso quanto questa vita sia una merda.

"Per quel che vale, sono dispiaciuto. Forse di tutto quello che hai detto. Ma se hai ragione e io sono come una malattia, allora non dipende da me. Tutto ciò che ho fatto nella mia vita non ha mai avuto un perchè. Lo facevo e basta. Nell'ultimo mese però...sembra che io abbia trovato un perchè, solo che non l'ho ancora capito."

Sento il suono della porta che si chiude e tiro un sospiro di sollievo. Non voglio che veda come cedo. Non voglio cedere.
Ma sembra una nuova costante nella vita di Mia Turner: i tuoi genitori sono delle merde? Piangi.
Ti rapiscono il giorno del tuo compleanno? Piangi.
Ti tengono ostaggio e ti picchiano? Piangi.
Ti viene la stupida idea di andare a letto con il tuo rapitore? Piangi.
Il tuo rapitore è uno psicopatico? Piangi.
Il tuo rapitore ti fa rapire da uno più psicopatico di lui? Piangi.
Sei ancora più stupida e per salvare te stessa e il tuo psicopatico rapitore ti fai stuprare da dei russi? Piangi.
Piangi e basta.
A volte ti dicono "piangi che ti passa, sfogati", ma non sembra funzionare. Forse sono io il problema.
Decido che forse l'unica cosa da fare in questo caso è lavarmi di dosso il sangue che ho ancora sulle mani e provare a non impazzire. Anche se credo che per quello non posso fare niente. Vado nella doccia e mi appoggio alla parete. Apro l'acqua calda e lascia che mi scivoli addosso. Con le mani accompagno l'acqua e per un secondo mi sembra che l'acqua si mischi alle mie lacrime.
Perdo la cognizione della realtà per qualche minuto, fino a quando il calore troppo forte dell'acqua non mi fa svegliare.
Faccio un urlo quando il getto diventa troppo bollente. In un attimo entra nel bagno Dorian. Ha la faccia preoccupata.
"Vieni qui." Mi dice mentre mi regge un asciugamano gigante. Mi avvicino e me lo avvolge attorno al corpo. Apprezzo che cerchi di non guardarmi il corpo, anche se non credo sarebbe una mossa furba in un momento del genere.
"Se preferisci puoi dormire in camera mia. Ho del lavoro da sbrigare ma poi ti lascio la stanza libera." Io annuisco e lo seguo. Il fatto che ci sia qualcuno mi tranquillizza un po'.
Entro nella sua stanza e lui mi da una maglietta bianca e dei suoi pantaloni di tuta che posso indossare.
La maglietta però è abbastanza lunga quindi non indosso i pantaloni.
Lui si mette alla scrivania e io invece mi metto nel letto. Cerco di dargli la schiena e rimanere in silenzio.
Provo a prendere sonno ma è al quanto difficile. Sento però il suo telefono squillare e lui che si alza, probabilmente per controllare che sto dormendo. Allora chiudi gli occhi e lui risponde.
"Ciao - Si ho nascosto i corpi - Oliver non potevo fare altro - Lo so - Non penso stia bene, ma non so cosa fare. - Forse dovrei solo liberarla - Non lo so okay! - Devo andare. " Lo sento avvicinarsi e poi sedersi affianco a me. Respira profondamente e poi poggia la sua mano sulla mia testa. Accarezza i mie capelli e per un attimo vorrei tirarmi indietro, fino a quando lui non si alza per uscire dalla stanza e sento il panico crescere dentro di me.
"Non andare per favore." Gli dico aprendo gli occhi. Lui si ferma.
"Non credo sia una buona idea." Mi dice lui.
"Lo credo anche io, ma ne ho bisogno."
Allora lui si avvicina e sale nel letto. Si mette non troppo vicino all'inizio, ma poi forse capisce che non serve a niente e si avvicina. Mette un braccio attorno a me e lentamente mi accarezza.
Fino a quando non sento Morfeo attirarmi nel buio e cullarmi nelle sue braccia. E sento una bellissima ninna nanna di sottofondo.
"Sono qui. Ci sono qui io."

N/A
Eccomi con un nuovo capitolo. È stato un po' più difficile scriverlo, ma spero che vi piaccia. Forse questa volta è una cosa più psicologica. Comunque vi voglio davvero dire grazie perché siamo arrivati a diecimila letture Rio non potrei esserne più contenta. Davvero grazie di tutti i commenti e grazie anche di assillarmi a volte quando mi chiedete di aggiornare! Per qualsiasi cosa lasciate commenti, stelline, ma soprattutto seguitemi per ogni aggiornamento.
Baci,
L.S.

TITANIUMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora