Was it real?

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Come si era avvicinata a me. Come mi aveva baciato, come si era inginocchiata davanti a me, come aveva preso tutto il mio cazzo nella sua perfetta bocca, come aveva gemuto quando ero entrato dentro di lei, come mi aveva morso la spalla quando lo avevo rifatto mentre eravamo in piedi, come abbiamo continuato fino a quando lei non si è addormentata sulla mia spalla.
Mi aveva sorpreso. Era stata una sua idea, e non posso negare di esserne contento.
Sembra una piccola bambola mentre dorme. Con la sua pelle morbida come la seta, il suo sedere a pesca e le sue tette.
Cavoli è perfetta.
Cerco di non svegliarla quando mi alzo dal letto, ma lei si gira, come se fosse un riflesso del suo subconscio e mette una mano attorno a me.
È ancora nuda e io pure e se penso a cosa le ho fatto mi eccito di nuovo. Piano la sposto e vado a fare una doccia fredda. Ne ho proprio bisogno.
Entro nella doccia e lascio l'acqua fredda e Poggio la testa contro il muro.
Inizio a lavarmi, ma alla fine succede quello che avevo immaginato. Inizio a massaggiarmi il cazzo pensando a come lo ha preso in bocca, a come le sono entrato dentro. Più veloce vado più sento la temperatura alzarsi.
"Posso entrare?"
Mi giro di colpo e vedo Mia, sempre nuda davanti alla doccia. Ha i capelli tutti arruffati e il rossetto un po' sbavato.
Non attende la mia risposta ed entra. Nonostante mi arrivi alle spalle, riesce in qualche modo ad inchiodarmi al muro. Ha uno sguardo malizioso ed è strano.
Prende il mio cazzo in mano e nel frattempo si avvicina e mi mette la lingua in bocca.
"Cosa stai facendo Mia?" Non posso credere lei lo stia facendo. Non capisco perché.
"Non vuoi?" Dice allontanandosi. Immagino si sia sentita rifiutata.
"Non vorrei tu pensassi che solo perché abbiamo scopato, io ti libererò."
Lei sembra offesa e scioccata.
"Sai che c'è, hai proprio ragione. L'ho fatto proprio per quello. Volevo fare la puttana con te, sperando mi ripagassi liberandomi!"
È arrabbiata ma per un secondo percepisco della sincerità nelle sue parole.
E mi inizio ad irrigidire. E ad incazzarmi.
"Vai via!" Le urlo e lei si allontana, uscendo dalla doccia.
"Vaffanculo!"mi urla lei.
E poi se ne va.
Tutto mi torna alla mente e ciò che pensò diventa sempre più vero nella mia testa.
Mi sento ....usato? Preso per il culo?
Non so cosa sia peggio, se l'averle creduto oppure aver ceduto.
Doveva succedere, ma quando lo dicevo io.
Dopo aver finito la doccia, esco per cercarla, ma alla fine la trovo in camera a disegnare.
Sta usando i carboncini. Fa forme sinuose che si fondono insieme. Solo dopo capisco che sono due corpi.
Pensieroso esco senza farmi sentire ed esco in città.

Punto di vista di Mia

Offesa? No, incazzata. Ma tanto. Sono andata a letto con lui perché volevo, perché mi ha difesa, perché era reale in quel momento.
Ho passato tutta la giornata a distruggere fogli e carboncini, ma la sua espressione quando ha insinuato che io lo avessi usato? È stato orribile.
Vado in bagno, ma è più forte di me, e quando vedo una luce accesa nella sua camera, vado a vedere.
Lo trovo mentre guarda la finestra. Noto la bottiglia di vodka sulla scrivania e lui ha il bicchiere in mano.
"Me ne lasci un po'?"gli chiedo. Se ripenso a cosa abbiamo fatto nel l'esatto punto in cui mi trovo adesso, sento un brivido, e lui pure.
Mi fa un cenno e allora prendo la bottiglia.
"Non ho fatto sesso con te pensando tu mi liberassi. Ormai ho accettato la mia condizione. L'ho fatto per ringraziarti, perché mi hai difesa. Perché ero caduta nello sconforto dopo aver scoperto che a nessuno frega un cazzo di me. Volevo solo sentire qualcosa. E tu me lo hai fatto sentire. Questo non cambia il fatto che io ti odi, mi hai pur sempre rapita e tenuta legata per una settimana in una cantina.
Forse in quel senso ti ho usato, ma lo hai fatto anche tu, dal momento che hai lasciato che ti prendessi il cazzo in bocca."
Okay, forse non volevo essere così cattiva. Ma sono stata sincera e ho capito che è l'unico modo per ottenere le cose a questo mondo.
"Hai ragione. Non doveva succedere."
Rimango un po' sorpresa.
"Davvero? Non lo avresti fatto?"
Si gira e mi guarda con un aria quasi afflitta. O pensierosa. Non è che ci abbi capito molto di questo soggetto.
"Perché non te ne torni nel tu stanza?" Mi dice solo tornando a guardare fuori dalla finestra.
"Strano. Ieri sera a quest'ora mi stavo chiedendo di restare."
Gli dico cercando di provocarlo. Però lui si gira, mi prende per le spalle e mi blocca con le spalle al muro, o per meglio dire all'armadio.
"Lasciami riformulare: vattene nella tua stanza!" Alza parecchio la voce, addirittura mi spavento.
Ma non mollo, perché voglio sapere se ho ragione.
Mi tolgo la maglia che ho addosso, lasciandolo molto stupito.
"Puoi pensare quello che vuoi, che io lo faccia per poter andare via, perché sono fatta così, perché voglio divertiremo... non mi interessa quello che pensi. Ma non mi venire a dire che sta mattina non lo avresti rifatto, o che ora non lo rifaresti."
Lui cerca di tenere lo sguardo fisso nei miei occhi.
"Cazzo!" Urla tirando poi un pugno affianco alla mia testa, contro l'armadio.
"Vuoi che ti scopi? Sarai accontentata, ma non tentare di fare giochetti psicologici con me."
Poi mi prende in braccio, mi porta sul letto, si abbassa i pantaloni e rimane in boxer.
Si piega per toglierli anche a me e in un colpo solo mi toglie anche gli slip.
Poi si abbassa i suoi, si avvicina a me, posiziona il suo membro nella mia entrata e con un spinta netta, si fa strada dentro me.
Non ero assolutamente pronta, il che lo ha reso un po' doloroso, ma mano a mano che aumentava le spinte e la loro intensità il dolore è diventato piacere.
Forse non se lo aspettava e sperava non mi piacesse, allora aumenta ancora di più. Io mi aggrappo a lui e con i piedi sul suo sedere lo aiuto a farlo.
"Ti piace così? Rude?"
Mi dice all'orecchio mentre continua.
Io gemo e annuisco.
"Rispondi!" Mi dice aumentando ancora.
Lo lascio aumentare avendo capito cosa vuole ottenere e quando sento L'orgasmò arrivare urlo "Si!"
Una volta uscito da me mi manda via. Vorrei tanto controbatterete ma non ha molto senso. Forse non dovrei tirare troppo la corda. Prendo i miei vestiti, me li metto e me ne vado.
"Fammi sapere quando ti va di rifarlo."
Gli dico. Mentre guardo per terra, noto un biglietto da visita.
Lo prendo in mano senza farmi vedere.
'Oliver Twain
- Psicologo e analista -
Lo metto in tasca e me lo porto in camera.
È il primo vero indizio che ho su di lui. Un nome, una parte della sua vita.

N/A

Nuovo capitolo!!!!
Cosa ne pensate??
L.S.

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