RUSH

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POV DORIAN

È indescrivibile l'effetto che questa ragazza ha su di me. È come se riuscisse a calmarmi con uno sguardo, ma allo stesso tempo fosse in grado di farmi scoppiare con le sue parole pungenti che colpiscono nei punti giusti. È stato il suo stesso carattere a farle finire dritta nella tana del lupo e ora non la posso fare scappare.
È egoistico da parte mia. Ne sono assolutamente consapevole, ma sono altrettanto consapevole che ho trovato un diamante grezzo e non sono disposto a cederlo a nessuno.
La osservo dormire, anzi ho passato l'intera notte a farlo, e sono incantato. Anche con i lividi, le ferite e gli scatti nel sonno provocati probabilmente dagli incubi, rimane l'essere più bello che io abbia mai visto.
So di essere un illuso a sperare che lei rimanga con me, dopo tutto quello che le ho fatto e che ha dovuto passare per colpa mia. So che se le lasciassi scelta, sparirebbe da un momento all'altro, e io rimarrei così, da solo.
Non che la solitudine sia una cosa nuova per me; succede questo quando decidi di andare contro il tuo stesso padre e diventare il suo più temuto competitor nel nostro giro d'affari.

 C'è stato un periodo in cui per me la famiglia veniva al primo posto: avrei ucciso per lui, anzi ho ucciso per lui e lo rifarei. Forse è per questo che lui ha iniziato a vedermi solo come un cecchino a pagamento e non più come un figlio e per lo stesso motivo io ho deciso di mettermi contro di lui. Non mi stupirebbe che dietro al secondo attacco dei russi ci fosse dietro lui. Avrà scoperto che c'era una misteriosa ragazza e avrà deciso di colpire.
Ecco, questo è quello che posso offrire a questa ragazza: guerre, rapimenti, torture e in mezzo a tutto ciò del buon sesso.
Tragico ma è così. Come posso aspettarmi di poter diventare importante per lei?

Mentre questi pensieri da sfigato mi inondano la testa, vedo che Mia si sta svegliando. Probabilmente in seguito ad un altro incubo; senza dire nulla, mi guarda e poi esco dalla stanza. Vorrei seguirla, ma poi penso che sia giusto che abbia i suoi spazi. Sento il rumore dei suoi passi man mano diventare sempre più lieve fino a diventare nullo. Per più di mezz'ora rimanga seduto sulla sedia di pelle della mia camera. Lei non arriva. Penso al peggio, che si sia sentita male, ma andando in bagno e nella sua stanza non la trovo. Con i nervi a fior di pelle scendo le scale per arrivare in cucina, non trovandola neanche lì. 

Esco nella piccola terrazza della casa, ma di lei non c'è traccia. Un altro timore mi fa uscire di testa: e se i russi fossero tornati per vendicarsi? Chiamo Antony, quello che se mi potessi fidare veramente di qualcuno, potrei considerare il mio braccio destro. In pochi secondi mi rassicura facendomi sapere che non ci sono stati movimenti sospetti da parte dei russi, anzi che si stanno scannando tra di loro per prendersi il trono del loro ormai defunto ex capo. 

Improvvisamente sento un tonfo provenire dalla cantinetta dei vini. Corro a controllare ed è lì che mi si spezza il cuore. Affianco ad uno dei scaffali, poggiata contro il muro c'è lei, quasi priva di sensi, con affianco tre bottiglie di vino finite e una di bourbon che però le è caduta e ora tutti le sue gambe sono ricoperte di tagli e sangue. Anche le braccia sono messe piuttosto male. Probabilmente sarà caduta e i cocci delle bottiglie l'hanno ferita. Mi avvicino a lei e le prendo il viso tra le mani. Nei suoi occhi vedo come ha toccato il fondo. Come se da questo non si potesse più rialzare. Come se neanche io la potessi aiutare a rialzarsi, ma soprattutto come se io fossi l'artefice. E lo sono cazzo.

Non riuscendo a sopportare il suo sguardo spento, mi affretto a rimuovere i piccoli pezzi di vetro che le sono rimasti sulle gambe e poi la prendo in braccio facendo attenzione. Lei si appoggia al mio petto e si lascia trasportare. Arrivati nella mia camera la faccio stendere. Ancora non ha detto una parola. Prendo dall'armadio un piccolo kit di primo soccorso, le pulisco le ferite dal sangue e poi torno in bagno. 

Osservo la mia immagine allo specchio e per un secondo mi sento una merda. Ma non posso lasciare che questo mi accechi o mi fermi. Torno a testa bassa in camera per trovare una scena inaspettata: Mia, nuda, stesa sul letto.

" Dai Dorian, stai con me. Fai l'amore con me." Al sentire quelle parole sento come un urgenza di andare da lei mai provo a controllarmi.

"Lo so che mi vuoi. E ti voglio anche io. Ti voglio dentro di me e ti voglio in piedi contro quel muro, come le prime volte." La sua voce è spezzata, discontinua. Come se quelle fossero le sue ultime parole.  Mi avvicino a lei per coprirla, ma lei mi ferma e mi guarda negli occhi. 

"No Mia. Non stai bene, devi riposare." le dico aggrappandomi a tutto il mi o auto controllo.

Lei mi tira, con la poca forza che le rimane, verso di lei. Mette le sue mani sotto la mia maglia e mi sfiora il petto e l'addome fino ad arrivare alla cintura. Con naturalezza riesce ad aprirla e a sbottonare i pantaloni. Non riesco a guardarla, non riesco a vedere cosa sta facendo. So solo che sento le sue mani sul mio cazzo e poco dopo lo avvolge con le sue labbra. Il piacere che sento in questo momento mi fa sentire davvero una persona orribile ma lei è cosi unica. Dopo aver lavorato fino a farmi diventare duro, non che ci sia voluto molto, fa quello che poco prima avevo fatto io con lei. Mi prende il volto e con gli occhi lucidi mi fissa.

"Ti sto supplicando Dorian. Fai l'amore con me." poi avvicina le sue labbra alle mie e perdo il controllo. La stringo tra le mie braccia mentre lascio che le nostre bocche parlino da sè. Sento i suoi capezzoli toccare il mio petto e allora mi tolgo la maglia per sentire meglio quel contatto. Tolgo ogni traccia di vestiti che rimane e poi la faccio stendere. Appoggio i miei avambracci ai lati della sua faccia e dopo averle aperto le gambe, entro dentro di lei, lentamente, senza troppa prepotenza. Lì lei, con le sue mani sulle mie natiche, mi fa entrare fino in fondo.

Inizio a muovermi come faccio sempre, poi lei, a pochi millimentri dalle mie labbra, mi dice di andare più lentamente, mentre le lacrime scendono dai suoi occhi. Rallento, pur andando in profondità. Poi le prendo le mani e le stringo tra le mie. Sento che sta per venire e così anche io. 

Prima di liberarmi le do due colpi secchi. Lì cambia tutto. Lei mi guarda come se avesse dentro un conflitto che non le dà pace. "Ti amo Dorian...come faccio ad amarti?" poi si appoggia a me e così, nella sua bellezza si addormenta, lasciandomi completamente spiazzato. Nessuno mi aveva mai detto quelle parole. Nessuno mi ha mai fatto sentire come lei. Ma chi prendo in giro...nessuno è lei. 

Dopo qualche minuto lacerante, scendo dal letto e richiamo Antony. 

"Vieni subito alla casa; è giunto il momento di lasciare uscire l'uccellino dalla gabbia." Il mio uomo, con leggero stupore acconsente e un'ora dopo arriva. Gli avevo scritto di portare una dose di sedativo. Me la porge e con delicatezza lascio che il liquido della siringa entri nel corpo di Mia che, mi ero preoccupato di rivestire. 

"Signore, so che non mi è permesso chiederlo, ma è certo della sua scelta?" Gli basta il mio sguardo per capire tutto. Cerco di essere il più duro possibile nel dargli le istruzioni sul dove portarla e come farla ritrovare. Lui la carica in macchina, ma prima di farla partire le accarezzo il volto un'ultima volta.

"Lo devo fare per te." dico provando inconsciamente ad auto convincermi. 

E poi sparisce. Torno alla cantina ed apro una bottiglia. Ne bevo un sorso e poi la scaglio contro il muro urlando come un disgraziato.

La mattina dopo, tutti i notiziari raccontano della liberazione di Mia. Nelle poche immagini che ho visto di lei, gli occhi sono rossi, gonfi...le ferite si erano riaperte, quindi è coperta di sangue ormai seccato. Sembra spaesata,  incazzata, delusa. Non so cosa c'è nella sua testa ora. Ho il timore di scoprirlo. So solo che forse per una volta nella vita, non sono stato egoista, ma nulla mia ha fatto mai così male.

POV MIA

3 mesi dopo

... continua nel prossimo capitolo.

NOTA AUTORE

Premessa, so che in molti di voi che hanno seguito questa storia fin dall'inizio sono arrabbiati con me in quanto per quai un anno ho lasciato la storia in sospeso. Mi scuso con tutti, perchè capisco che dopo un po' di tempo ci si affeziona ai personaggi, alla scrittrice e a tutto. Non che io mi definisca una scrittrice, ma alla fine è quello che ho fatto. Come vedete la storia ha preso una piega diversa. Nell'anno che non ho pubblicato, tra maturità e problemi personali, non riuscivo a vedere un finale per questa storia, non sapevo proprio come proseguire, ed ecco che questa sera ho avuto l'illuminazione. Ovviamente non finisce qua. Spero vivamente di riprendere a pubblicare i capitoli con più costanza e frequenza. Chiedo scusa di nuovo a tutti i miei lettori. 

Vi aspetto al prossimo capitolo!
Layla Smith

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