SKIN

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Tornata nella galleria non capisco più nulla.
Sono frastornata. Confusa. Distrutta? No, distrutta no. Stanca sí però.
Non capisco perché lui dovrebbe fare così. Perché mi ha lasciata andare se ora torna a tormentarmi? Mi odia così tanto? È come quando da piccola cadi e ti sbucci le ginocchia, e poi appena stai guarendo ti togli la crosticina. E la ferita non guarisce più. Non fino in fondo.
Mark mi chiede se sto bene, ma alla fine gli dico che voglio stare da sola e lui se ne va un po' scocciato. Ha anche ragione. Spesso l'ho respinto e spesso l'ho fatto non tanto per paura ma per restituire un po' di quella cattiveria che mi è stata infierita a qualcuno altro...qualsiasi persona.

Prendo un'altra bottiglia di non so quale alcolico e nel giro di un'ora la finisco. Sono così sulle nuvole che non mi accorgo di essere arrivata in un altro locale. Ho chiuso la galleria? Non me lo ricordo bene. So solo che ora mi ritrovo tra un sacco di gente e non so bene se sarò in grado di controllarmi. Il telefono squilla, ma non riesco a rispondere. So che è Mark ad avermi chiamato, ma penso che se gli rispondessi in questo stato farebbe di tutto per rintracciarmi il telefono. Una mano si posa sulla mia spalla. Mi giro con i riflessi di un elefante stordito e mi ritrovo una faccia familiare davanti. 

"Ci conosciamo vero?" dico biascicando. Ci metto un po' ma poi mi ricordo. "Il ragazzo misterioso di prima alla galleria." mi appoggio a lui e lo osservo molto bene.

"Sai..mi ricordi tanto uno stronzo. Ma era davvero stronzo. Ha pensato di potermi...ah non ti voglio annoiare." lui mi regge, deve aver notato che non sono nelle migliori condizioni.

"Vedo che la bottiglia di prima non è stata l'ultima. Comunque sono curioso di sentire la storia, ma magari quando sei sobria? " Lo prendo per un braccio e lo trascino verso la pista. Lui non sembra molto contento, ma mi segue. 

"Vuoi che ti porti a casa?" mi chiede avvicinandosi al mio orecchio per farsi sentire. Faccio finta di nulla. Non voglio andare a casa, voglio solo divertirmi, svuotare la mente e lasciarmi andare. Inizio a ballare, a muovermi. Ho come dei flash-back di quando ho conosciuto Dorian, io che ero imbarazzata dal suo sguardo e che non sapevo cosa pensare su di lui: così austero rispetto alla gente che ci circondava, ma così fondamentale in quel momento. Mi ha fatta sciogliere, mi ha catturata con il suo sguardo e poi quando ha ottenuto quello che voleva, l'ho seguito e sono caduta dritta nella sua trappola. 

"No...non voglio tornare a casa mia." Gli dico guardandolo fisso negli occhi, poi mi avvicino, non controllo quello che faccio e quando manca davvero poco ad annullare le distanze gli dico "Portami a casa tua" e lascio che lui mi baci. Non penso a nessuno in questo momento. Mi sento un egoista in gran parte perchè so che sto ferendo qualcuno che a me tiene veramente, ma sento il bisogno di essere me stessa, di ritrovare quel brivido. Quando lui si stacca dal bacio dopo qualche minuto, mi sembra che tutto il locale si continui  a muovere attorno a noi mentre stiamo fermi a guardarci. Allora mi prende la mano e mi porta verso la cassa, paga con la carta ed usciamo.  

Quando usciamo mi aspetto che mi porti alla sua macchina ma si ferma davanti ad una bellissima moto nera. Ci sale sopra, prende il casco e me lo passa. Rimango ferma, allora si alza e mi mette lui il casco in testa. Prima di abbassare la visiera mi fa l'occhiolino. " Fidati" mi dice. Ma non sa quanto è difficile per me. Non sa quanto fa male farlo e poi pentirsene. Una volta lessi in un libro che fidarsi di qualcuno è come dargli una spada che punta al tuo cuore e permettergli di conficcartela in profondità. Mi è successo. Ma questa sera non è questione di fiducia, o di sentimenti. Siamo due persone che non si conoscono, che non hanno nessun legame e che probabilmente non lo avranno mai. Salgo con lui sulla moto e stringo forte quando parte. Non ci mettiamo molto, ma in quegli istanti alzo le mani e mi lascio andare a delle urla pazze. Sento una lacrima che scende e che rimane incastra per via del casco ma sorrido. Questa notte è mia. Questa notte mi riprendo un pezzo di me.

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