Capitolo 22

6.1K 279 18
                                    

''Hai solo magliette qui, ti do una felpa?'' feci un sorriso.
Annuii sorridendo.
''Grazie'' sussurrò quando gliela porsi.
Si tolse i vestiti fradici e serrai gli occhi quando vidi il suo corpo.
Era magrissima. E no, non solo magra, quella ragazza era anoressica. Potevo contarle le costole nonostante fossi piuttosto lontana da lei.
Ma la cosa che mi lasciò più interdetta, fu la sua pancia. Aveva un piccolo rigonfiamento.
''Aspetta, tu sie incinta'' urlai.
<<Vabbeh, vai al TG e dillo in diretta Italia. Ops>>
''Shh'' si buttò su di me e mi mise una mano sulla bocca.
''Si'' ammise poi e vidi il suo labbro inferiore tremare ''Sono incinta'' disse sospirando.
''Ma sei anoressica'' dissi levandole la mano dalla mia bocca.
<<La delicatezza a fanculo?>>
''Lo so'' abbassò lo sguardo ''Aspetto un figlio e sono anoressica''
Rimasi a guardarla con occhi sbarrati per parecchio tempo.
''Ascolta'' mi prese la mano ''É quello che voglio dire a Tayler e ho paura. Il padre vuole che io abortisca, ma io non voglio'' singhiozzó ''Ma non dirgli nulla dell'anoressia'' disse in un sussurro.
''Non puoi nasconderglielo'' quasi urlai.
Ero sconvolta. Sconvolta dal vedere Sharon così distrutta e vulnerabile. Sconvolta da quello che mi aveva detto.
''Lo farei solo preoccupare. Già devo dirgli che sarà zio'' i suoi occhi si illuminarono.
Ci pensai su: in effetti sarebbe già stato un bel colpo.
''Emily, davvero, mi dispiace per tutto'' disse in un sussurro.
''È tutto okay'' sorrisi ''Però solo se mi permetti di definirmi la zia di questo piccoletto'' le misi una mano sulla pancia.
Mi abbracciò e io sorrisi. Non capivo che stesse succedendo nella mia vita ma stavo bene e bastava.

Si sedette sulla poltroncina e io mi misi di fianco a Tayler sul divano. Gli presi la mano e gli sorrisi.
Spostai lo sguardo su Sharon. Fissava le nostre mani, ma non era infastidita, sembrava felice.
''Tayler volevo dirti che, si, insomma, cioè...'' inizió a balbettare.
La guardai negli occhi e le sorrisi.
''Tayler'' fece un respiro ''Sono incinta'' sputò.
Tayler sbarró gli occhi, poi guardó Sharon, guardó me e inzió a tirarsi nervosamente i capelli. Abbassó la testa e, quando la rialzó, i suoi occhi erano lucidi.
Senza che me ne rendessi conto lo trovai inginocchiato davanti a lei, le sue labbra sulla pancia di sua sorella mentre lei gli accarezzava i capelli guardandomi con un'espressione stupita.
Non ce la feci. Le lacrime iniziarono a scendere silenziose sulle mie guancie.
''Tu... tu mi stai dicendo che qui dentro c'è mio nipote?'' puntò il dito sulla sua pancia.
Aveva uno sguardo curioso e io risi debolmente cercando di cancellare le lacrime.
Sharon annuii timidamente mentre le lacrime scendevano silenziose anche sulle sue guancie.

''Chi è il padre?'' chiese Tayler.
Sharon deglutí rumorosamente.
''Trevor'' sbottó.
''Cosa?'' urlammo io e Tayler insieme.
''Stai scherzando, vero?'' chiese Tayler.
''Lo so, scusate. So i problemi che vi ha causato'' abbassò la testa.
Io e Tayler rimanemmo in silenzio a guardarci sconvolti negli occhi.
''Vuole che abortisca'' disse poi in un sussurro.
Le prese le mani e le chiese con occhi quasi supplicanti: ''Non lo farai, vero?''
''No, Tayler, non voglio farlo, ma ho paura'' disse con voce increspata.
''Ti proteggo io, piccola'' tolse una mano dalla sua e prese la mia ''Vi proteggo io'' disse serio.
Gli sorrisi.
Ero orgogliosa di lui. L'aveva presa nel migliore dei modi. Nessun attacco di ira o altro, nemmeno dopo aver sentito il nome del padre.

Passammo quasi due ore a parlare di tutto e mi ero decisa di cucinare qualcosa perché la ragazza incinta aveva fame.
<<Ma se eri tu quella ad aver fame? Sh, non lo devono sapere.>>
Comunque, si, stavo cucinando. O meglio, stavo cercando di cucinare senza bruciare mezza casa. Ma era alquanto difficile dato che il mio cervello era andato a farsi una bella vacanza alle Hawaii.
Del resto, era da manicomio quello che era successo.
La sorella di Tayler che torna a casa in lacrime, manco una conversione religiosa. Il suo corpo troppo magro, l'anoressia. Il suo "sono incinta" e la rivelazione del padre, Trevor. I gesti di Tayler che non mi sarei mai aspettata e i miei gesti che, chiunque mi avesse visto, avrebbe chiamato l'ospedale psichiatrico. Era tutto un casino che non so nemmeno descrivere.
''Ohh fanculo, quanto cazzo di sale ci devo mettere?'' borbottai.
Io e il sale non andavamo d'accordo. Mai che ne avessi azzeccato la giusta quantità.
Sentii una mano sulla schiena e mi girai di colpo. Due occhi azzuri mi guardavano dolcemente.
''Hai bisogno di una mano?'' sorrise dolcemente.
''Si'' piagnucolai facendola ridere.
''Il trucco è di usare sempre lo stesso misurino. Ad esempio, puoi usare un cucchiaio, io ora ti metto la misura esatta ed è fatta'' sorrise.
''Tu sei la nostra salvezza'' spuntò Tayler.
''Ehi, tu, prova a cucinare e vediamo'' misi le mani suoi fianchi.
''Non è difficile mettere del sale, ma tu o fai troppo salato o troppo insipido''
''Sei un bugiardo. Io cucino divinamente'' gli lanciai un'occhiataccia.
''Dobbiamo proprio parlare del caffè o del mooncake?'' mi lanciò uno sguardo di sfida.
''Io ti odio'' sbuffai lanciandogli uno straccio.
''No, mi ami'' mi prese i fianchi tra le mani.
''Convinto'' girai la testa.
''Convinto'' ripeté prendendomi il mento fra due dita e avvicinando le sue labbra a due millimetri dalle mie.
''Sei un lurido adulatore''
''Lo so'' sorrise spavaldo e mi diede un bacio delicato.
Tutto questo sotto il sorriso furbo e divertito di Sharon.
''Tuo fratello è un idiota'' sbuffai facendola ridere.

Poco dopo eravamo tutti e tre a tavola.
È pure strano dirlo.
Tutti e tre. E pensare che da lì a poco saremmo stati in quattro.
Vidi Sharon in difficoltà: guardava il piatto quasi con disgusto.
''Sharon, non ti piace?'' le chiesi senza cattiveria.
''No, è che non ho molta fame'' balbettó.
''Eddai, una buona volta che azzecco la quantità di sale'' tirai fuori il labbro inferiore.
''E ci credo, l'ha messo lei il sale'' borbottò Tayler.
''Zitto tu'' gli puntai la forchetta contro.
"Non minacciarmi con la forchetta'' mi puntó il coltello.
''E tu non minacciami col coltello'' dissi senza abbassare la forchetta.
Ormai puntarci cose addosso era la normalità tra di noi.
Sharon scoppiò a ridere e notai che inzió a mangiare. Bisognava solo farla mangiare e io ero decisa, l'avrei fatta tornare a un peso normale almeno per sostenere una gravidanza, fosse stata l'unica cosa che avrei fatto prima di morire.

***

''Dio, è solo un sogno, vero?'' si buttò sul letto a sacco di patate.
Mi buttai su di lui senza la minima delicatezza.
''No, è tutto vero'' sorrisi e lo baciai ''Sarai zio e io zia''
Mi guardò sconvolto.
''Eddai, non guardarmi così. Abbiamo parlato mentre eravamo in camera. Ha inziatato a scusarsi e io le ho detto che l'avrei perdonata solo se mi avesse permesso di definirmi la zia del mocciosetto''
''Perché stai facendo tutto questo? Anche per la cioccolata. Ti ha fatto del male insieme ad Allyson'' mi prese il viso tra le mani.
''Lo so, ma ti amo e poi sembra pentita davvero. Tutti hanno il diritto ad una seconda possibilità'' alzai le spalle sorridendo timidamente.
''Grazie, piccola''
''Shh'' lo baciai.

Tempo record di cinque minuti e Tayler era addormentato avvinghiato a me come sempre, mentre io continuavo a pensare a Sharon. Era solo una ragazza di sedici anni e sapevo che avrebbe avuto contro molte persone. A partire dalle persone a scuola, poi i suoi genitori. Ma aveva suo fratello e, infondo, aveva me.
Ce l'avrebbe fatta. Ne ero sicura.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimo 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora