Capitolo 76

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Sospirai scocciata.
"Che cosa vuoi?" sbottai.
"Brutta giornata?" chiese con un ghigno.
"Si, Trevor, una giornata di merda. Puoi farmi quello che vuoi, tanto mi hai tolto tutti i miei amici e Tayler" alzai le spalle.
Sbarrò gli occhi.
"Quindi se ti dicessi di salire in macchina tu saliresti?"
Feci spallucce.
"Emily, ti senti bene?" chiese.
"Come se ti interessasse" sbottai "Che c'è? Non ti piace avere tutto su un piatto d'argento? Credevi che avrei iniziato ad urlare o minacciarti? Beh, no, non ne sei felice, fratellino?" sibilai.
"Tu sei troppo furba" assottigliò gli occhi.
"Cosa te lo fa capire?" lo provocai.
"Il fatto che sei riuscita a scappare"
"Siete voi troppo stupidi. Il giochetto delle chiavi non hanno funzionato?"
"Sei insopportabile, ragazzina" ringhiò.
"Lo so, fratellino" sorrisi.
"Prima o poi ti ucciderò"
"Perché non lo fai subito?"
"Perché voglio vederti soffrire"
"Sei un bastardo" ringhiai.
"Lo so, sorellina" sorrise.
Mi girai e ricominciai a camminare.
Presi dalla tasca del giubbotto le cuffie e le misi all'orecchio. Avevo bisogno di Mostro.

Trevor ormai non mi faceva più paura, senza Brandon valeva meno di zero e non aveva le palle di fare male nemmeno ad una mosca, ma allora perché avevo quella terribile sensazione? Perché li avevo allontanati in quel modo?
Ero convinta che fosse finita ma qualcosa mi aveva spinta ad allontarli ancora. Ma cosa? Cosa stava per succedere? O era solo una mia terribile sensazione?

E poi un pensiero mi balenò in testa facendomi tremare le gambe: se Brandon fosse stato ancora vivo?
Non poteva essere.
Nessuno sarebbe sopravvissuto a un colpo del genere.
E allora perché Trevor non si cagava in mano? Perché era ancora in giro? Cosa diavolo nascondeva? Chi lo stava aiutando? Chi gli stava guardando le spalle? Chi lo difendeva?

C'era più di "qualcosa" che non andava.
C'era un casino di cose che non andavano.

Mi sedetti su una panchina e lasciai che i pensieri mi inondassero la testa.

Tayler's pov

Ero uscito da quella casa, non riuscivo più a respirare.
Ero stato troppo duro con Emily, ma aveva esagerato.
Ormai era inutile: Bradon era morto e Trevor non aveva le palle di fare nulla.
Ma lei no. Lei aveva ancora paura e diceva che aveva una brutta sensazione.
Era davvero così oppure erano solo le paranoie di Emily?

Stavo camminando con le cuffie nelle orecchie e non mi ero accorto di essere arrivato a casa di Erik.

Bussai esitante ma nessuno mi venne ad aprire.
Presi dal portaombrelli la chiave di riserva e la inserii nella toppa.
Quando entrai trovai tutto in oridine, Crystal aveva reso quella casa un minimo presentabile, santa ragazza. Ma non c'era nessuno. Era deserto.
"Chi cerchi?" chiese una voce.
Mi girai lentamente.
Giacca e cravatta e un ghigno malefico. Il diavolo vestito da angelo.
"Tu?" ringhiai.
"Sorpresa, ti sono mancato?" sorrise in modo cattivo.
"Tu eri morto anni fa" dissi scuotendo la testa.
"E invece no" aprì le braccia.
Un dolore lacinante alla nuca mi fece chiudere gli occhi fino a farmi cadere a terra privo di sensi.
Non era finita.

Emily's pov

Avevo ancora quella orribile sensazione.
Non potevano essere solo le mie paranoie, era troppo reale.
Sbloccai il telefono e chiamai Tayler.
Suonava a vuoto, senza che qualcuno rispondesse.
Provai per un'infinità di volte, ma nulla, era sparito.
Mi alzai e iniziai a correre verso casa mentre le lacrime minacciavano di uscire.
Corsi e, quando arrivai davanti alla porta, la aprii: non c'era nessuno.
"Tayler" urlai.
Urlai il suo nome più volte, ma nessuno rispose.

Senza che me ne rendessi conto stavo chiamando Carter.
"Emily?" disse.
"È sparito" sussurrai "Tayler è sparito" e scoppiai a piangere.
"Dieci minuti e siamo lì" disse frettolosamente e chiuse la telefonata.
Tayler era sparito: sapevo che non era finita. Lo sapevo, me lo sentivo. Ma nessuno mi aveva dato retta.
"Cazzo" sbraitai.
Iniziai a tirare pugni al muro. Dalle nocche usciva una grande quantità di sangue, ma non mi importava. Ero incazzata nera ma non sapevo con chi. Forse con Tayler, forse con quei figli di puttana, o forse con me stessa.

"Emily" urlò qualcuno "Basta"
In un attimo mi ritrovai tra me braccia di Erik. Quella braccia che mi avevano sempre dato forza.
Ma non quella volta: quella volta le mie gambe cedettero fino a farmi sedere a terra e, con me, anche Erik.
"Shh, lo ritroveremo" sussurrò.
"Mi dispiace, mi dispiace tantissimo" scoppiai ancora a piangere "Sono un casino, un disastro"
"No, ehi, guardami" mi prese il viso tra le mani "Non sei un disastro e noi ti vogliamo bene, guardati intorno" sorrise.
Alzai lo sguardo e li vidi tutti lì: Crystal che mi guardava piangendo, Chloe, Sharon, Sidney, Hanna, Carter, Andrew, Drake, Cameron. Erano tutti con me, nonostante li avessi cacciati nel peggiore dei modi.

Mi asciugai le lacrime e mi alzai con l'aiuto di Erik.
"Mi dispiace" sussurrai.
"Amore, no, è tutto okay" disse Crystal venendomi ad abbracciare.
Poco dopo mi ritrovai in un abbraccio di gruppo. Diamine quanto mi era mancato.
"Che è successo?" chiese Carter.
"Non lo so, quando ve ne siete andati, io e Tayler abbiamo litigato e io sono uscita di casa. Due ore dopo circa ho avvertito una bruttissima sensazione. Ho chiamato Tayler ma non ha risposto. Sono corsa qui e non l'ho trovato. È sparito" ed ecco che le lacrime mi inondarono di nuovo le guancie.
"Lo troveremo" disse guardandomi negli occhi.
"Questa volta è la fine, Carter, lo so. Dobbiamo solo fare in modo che sia un lieto fine per noi e non per loro" dissi asciugandomi le lacrime
Annuì: "Al lavoro"

Un'ora dopo eravamo tutti pronti per cercarlo. Drake e Carter stavano a casa per rintracciargli il telefono. Insieme a loro stavano Hanna e Sharon con Thomas.
Crystal e Erik, Sidney e Cameron, Andrew e Chloe, lo avrebbero cercato in posti diversi.
Io ero sola, nonostante tutti non volessero, ma potevo farcela. In caso avrebbero preso solo me.
Solo io avevo tenuto le armi, non volevo immischiarli. Loro dovevano solo chiedere in giro e cercarlo, sarei andata io a prenderlo.
Quelli erano i piani.

Se solo avessi saputo che non sarebbe finita in un giorno...

Tayler's pov

Ero convinto che fosse morto. Lo avevo visto con i miei stessi occhi anni fa. Steso a terra, in una pozza di sangue mentre il carabiniere gli puntava la pistola con cui l'aveva ucciso.
Non avevo fatto i conti giusti: Trevor e Brandon non erano gli unici a volermi morto, ma c'era pure lui. E solo perché non lo avevo aiutato quella sera di pioggia.
Il suo nome mi faceva venire i brividi solo a pensarlo: Adam Reeve, nonché il padre di Johnatan Reeve, quel grandissimo figlio di puttana.
Ecco chi proteggeva Trevor dopo la morte di Brandon.
Emily aveva ragione. Maledetto me che non le avevo dato retta.
E ora eccoli lì, padre e figlio appena uscito dalla prigione, mentre mi guardavano con odio.
"Da quanto tempo, Tayler" ghignò Adam.
"Che cosa vuoi da me?" strattonai le braccia.
Ero legato a un palo o qualcosa di simile e delle dannate catene mi stavano uccidendo i polsi.
Ovviamente era troppo furbo per legarmi con delle corde normali. Mio malgrado.
"Vendicarmi e fidati, ho una lunga lista" ringhiò.
"Non è colpa mia se quel carabiniere ti ha preso e se ti ha sparato. Non potevo uscire fuori dal nascondiglio, ordini di Brandon" dissi calmo.
"E infatti fino ad ora non ho fatto nulla. Ma adesso Brandon è morto e, con lui, il suo ordine. Poi vogliamo parlare di quello che hai fatto a mio figlio?"
"Johnatan si è meritato tutto, fin dalla prima ginocchiata nei coglioni da parte di Emily. Compresa la prigione" ringhiai senza paura.
Non l'avessi mai detto: iniziarono a prendermi a calci e pugni manco fossi stato un animale.

Ero solo con due psicopatici. E io ero futtuto.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimo 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora