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Aprii gli occhi e un dolore alla testa me li fece chiudere dal dolore allucinate. Non mi ricordo tanto di quello che é successo.

Riaprii gli occhi e vidi che ero sdraiata su un lettino bianco, coperta da delle coperte calde nonostante il freddo e dei fili collegati sul mio braccio.

-Si dobbiamo solo...signorina si sdrai immediatamente- disse un dottore vendendo verso di me con affianco Kevin.

Feci come ha detto e mi sdraiai, Kevin appena mi vide sorrise non era arrabbiato con me?

-Più tardi faremo dei controlli ora vi lascio a dopo- disse il dottore uscendo dalla stanza.

-Cosa mi é successo?- chiesi

-Hai fatto a botte con Madison, e per colpa sua sei finita in ospedale- disse sedendosi affianco a me

-Almeno non sono morta- dissi ridendo, anche lui si unii alla risata.

Un minuto di silenzio, si sentivano solo i nostri respiri, le lancette dell'orologio scoccare, i bip delle macchine nella stanza.

-Ehm...hai avvisato che sono qui ai miei genitori e ai tuoi?- chiesi

-Si, i miei genitori verranno fra dieci minuti. I tuoi non riusciranno a venire, il loro capo glielo impedisse disse, annuii e restai in silenzio.

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Essendo stati in silenzio per almeno dieci minuti, Kevin andò al bar a prendersi qualcosa da mangiare.

Per passare il tempo presi il cellulare e vidi alcuni messaggi da un numero sconosciuto. Curiosa aprii i messaggi e li lessi

'vedi cosa succede se qualcuno mi fa qualcosa che mi letteralmente incazzare? la prossima volta non ci sarà nessuno a salvarti e invece di salvarti in ospedale morirai. ciao troietta!'

Madison. É lei. Dovrei preoccuparmi? Dovrei dire tutto a Kevin? No. Io non ho paura di una stupida ragazza che la da a chiunque pur non conoscendoli. Farò la forte.

-Ashley!- gridò una voce femminile, mi girai verso la porta e vidi Emy con le lacrime agli occhi. Aprii le braccia e mi abbracciò subito cercando di non farmi del male.

-Chi é stato!?- chiese guardandomi il collo per poi passare alla faccia

-Madison- dissi e subito Emy si rabbuiò.

-Emy succede qualcosa? Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiesi

-No é solo che...che Madison era la mia migliore amica. Ma ora non più, da quando ho cambiato scuola mi ha sempre tormentata. Anche quando ero li, mi prendeva in giro, mi umiliava davanti a tutti. Ma tranquilla- disse

-Mi dispiace tesoro. Comunque tu non dovresti essere a scuola?- chiesi ridendo

-Mamma e papà sono venuti a prendermi e portarmi qua visto che sapevano che a te già ci tengo- disse sorridendo, l'abbracciai e subito entrarono i suoi genitori.

-Oh cara! Stai bene! O mio dio! John guarda, povera ragazza- disse la madre abbracciandomi e lo stesso fece il padre .

-Per quanto dovrò restare qui?- chiesi

-Il dottore ha detto che puoi uscire già da oggi. Solo che non dovrai andare a scuola per un pó. Devi stare a riposo. Io e mio marito questa sera partiamo per un funerale, staremo via due giorni poi torneremo. Con te ci saranno Emy e Kevin.- disse sorridendo e accarezzandomi la guancia, sorrisi e la ringraziai.

-Bene, io mi vesto e usciamo. E...E Kevin?- chiesi

-Non lo so dove sia andato, ma tornerà- disse Emy, sorrisi e loro uscirono.

Indossai gli abiti che Emy mi aveva dato, sistemai i capelli, il trucco colato, presi il mio zaino e lentamente uscii dalla stanza.

••••$••••
I genitori di Kevin erano già partiti da un'ora, erano più o meno le undici di sera. Emy era andata a dormire, mentre io ero seduta sul divano ad aspettare Kevin che tornasse.

Intanto presi il telefono, navigai su vari social e di colpo sentii la serratura della porta aprirsi. Mi alzao lentamente e andai a vedere se era Kevin.

-K...Kevin che cazzo hai fatto?- chiesi con le mani davanti alla bocca. Lui non rispose e lo aiutai a sedersi sul divano.

Aveva il sopracciglio spaccato, il labbro spaccato, un occhio nero, un graffio sulla guancia e alcuni lividi sul corpo.

Presi la valigia del pronto soccorso e tornai da lui. Presi un pezzo di cotone e lo imbevvi con il disinfettante

-Che cosa hai combinato?- chiesi guardandolo dritto nei suoi occhi verdi

-Niente- disse

-Farò finta di crederci- dissi tamponando il cotone sulle ferite.

Finito il mio lavoro, stanca essendo mezzanotte andai in camera a riposare.

Chiusi la porta, indossai il pigiama, spensi la luce e mi sdraiai sotto le fresche coperte.

Il Mio Compagno Di Banco||#wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora