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Prima che i miei genitori tornassero, pulii il disastro che avevo fatto per poi andare di sopra e piangere come ho fatto in questi sei mesi.

-Porca puttana ho fatto male ad amarlo!- gridai lanciando una foto che ritraeva me e lui, alla sala giochi. Brutto stronzo. Lo odio. Lo odio con tutto il mio cuore.

-Tesoro! Cos'è successo!?- gridò mia madre in corridoio

-LASCIATEMI IN PACE PORCA PUTTANA!- gridai, sono cambiata molto in questi mesi. Ho cominciato a fumare, sono stronza, acida e fredda con i miei genitori, con le mie amiche no. Sto cominciando a non dedicarmi più allo studio, ho cominciato ad uscire di nascosto.

Sono cambiata punto.

-Tesoro ti prego. Voglio aiutarti- disse mia madre sbattendo i pugni sulla porta

-BASTA CAZZO! NON FATE ALTRO CHE DIRE VOGLIO AIUTARTI, VOGLIO AIUTARTI. AVETE SCASSATO LA MINCHIA ORA BASTA!- gridai furiosa.

Devo uscire, devo andare nella palestra da box. Devo sfogarmi. Presi un borsone e dentro ci misi una maglietta corta blu, dei pantaloncini, delle scarpe da ginnastica, cuffie, sigarette e cellulare.

Intanto indossai un top grigio, dei pantaloni verdi che sotto cadono e le vans nere. Presi il tutto ed uscii dalla finestra.

Corsi più veloce, facendo urtare le persone che passavano di li senza nemmeno scusarmi. Tanto in questo mondo nessuno si scusa.

Arrivata alla palestra, andai negli spogliatoi e mi cambiai. Raccolsi i capelli in una coda alta, indossai i guantoni e feci partire la canzone beliver degli Imagine Dragons.

Cominciai a dare calci e pugni al saccone credendo fosse quel rincoglionito di Kevin. Intanto pensavo a quale cambiamento potevo fare. Un piercing, un tatuaggio e il colore ai capelli.

Dopo questo vado sicuramente a farlo, ma prima devo farmi la doccia a casa e poi andare.

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Dopo una buona ora di sfogamento, tornai a casa a farmi la doccia. Fatta decisi di vestirmi decentemente.

Svuotai l'armadio ed indossai
un top dell'Adidas, dei jeans corti strappati, degli occhiali da vista vintage e le vans nere.

Piastrai i capelli e mi truccai con mascara, eyeliner ed illuminante. Presi il telefono, la borsa con dentro tutto il necessario e uscii di casa, ma stavolta dalla porta principale

-Dove vai?- chiese mio padre

-ehmmm...vado a farmi un tatuaggio, un piercing e cambio colore di capelli. E già che ci penso la ricostruzione unghie- dissi sorridendo

-anche se ti dicessi qualcosa non mi ascolteresti quindi vai- disse mio padre sapendo che anche se me lo avrebbe proibito lo avrei fatto comunque

Per prima cosa la tinta, poi la ricostruzione unghie, piercing e poi il tatuaggio.

Arrivata dal parrucchiere in cui incluso c'era pure l'estetista chiesi di farmi i capelli nero scuro per poi lisciarli.

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Dopo aver fatto la tinta passai alle unghie, decisi di farle nere. E così me le fecero. Pagai il tutto e andai al negozio di tatuaggi e piercing

-Buongiorno signorina. Come posso aiutarla?- chiese la ragazza dietro al bancone

-Vorrei fare un piercing ed un tatuaggio- dissi

-Dove lo vuole il piercing?- chiese

-Ehmm...quello sulla lingua, grazie- dissi

-Si accomodi e stia tranquilla. Farà male, ma poco- disse sorridendo, annuii ed aspettai che facesse il suo lavoro

Dopo venti minuti...

-Allora che tatuaggio vuole?- chiese la ragazza

-Una kappa unita ad una a- dissi, odio il fatto che mi abbia tradito ma voglio avere una parte di lui incisa sul mio corpo.

-Va bene. Dove lo vuole?- chiese

-Sa quando si piega il gomito, sotto la specie di cerchio- dissi

-Va bene- disse

-Ehmm...poso chiederne un'altro? In verità sono cinque. Vede questa foto? (Foto inizio capitolo)- chiesi

-Ah! Vuole qui tatuaggi?- chiese

-Si, grazie- dissi

-Va bene, ora iniziamo- disse

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Dio merda se ha fatto un male cane! Ma comunque i miei tatuaggi mi piacciono, anche il piercing, le unghie e i capelli.

Tornata a casa andai a cenare visto che era già sera. I miei non osarono aprire bocca.

-Allora...che tatuaggio hai fatto?- chiese mia madre

-Questo e questi- dissi indifferente

-E il piercing?- chiese mio padre, tirai fuori la lingua e feci vedere il piercing.

-Mi piacciono i tuoi capelli e le tue unghie- disse mia madre

-Grazie- dissi indifferente, stanca del silenzio mi alzai da tavola, presi le sigarette e andai fuori in giardino a fumarne una.

Se vi state chiedendo se i miei lo sanno, si lo sanno. L'hanno presa male poi l'hanno accettato sapendo che sto passando un brutto momento.

Il Mio Compagno Di Banco||#wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora