La sabbia si alzò impetuosamente sotto i piedi dell'unica ragazza che correva alle sei di mattina in riva al mare di una piccola cittadella italiana costiera.
Una piccola culla per chi vuole sfuggire dal caos delle città e della vita.
Aurora, così si chiamava, era una ragazza molto estroversa e sportiva. Non passava mai la mattina ad oziare, anzi, a volte odiava persino dormire perché secondo lei passavano troppe ore da una corsa all'altra.
In quel cielo estivo dipinto dall'alba correva a piedi nudi per sentire la spiaggia morbida sprofondare al suo passaggio.
Aurora corse, corse, corse e corse finché non ne poté più. Tornò camminando a casa e lanciandosi sulla sua breve colazione per poi spendere dieci minuti con le gambe strette attorno al sacco da boxe per fare delle flessioni.
Con un bagno nel mare cristallino, che abitava proprio davanti a casa sua, si tolse di dosso l'odore di sudore per profumarsi con il suo profumo di qualità: il mare.
Quel pizzico di sale che le profumava la pelle, i capelli di un rosa deciso ma non troppo con la ricrescita nera le stavano da incanto al contrario di ciò che sostenevano gli altri.
Poi quegli occhi, quei due occhi di giada con una sfumatura gialla attorno alla pupilla catturavano ogni sguardo dentro il suo e questo la faceva sentire bene.
Passava il tempo libero a dipingere quadri e quasi non impazziva per l'amore smisurato che portava verso l'arte della pittura.
Creativa e una mente nella cucina, per questo era la sola ed unica proprietaria del Stardust, il suo pub-ristorante conosciuto in tutto il paese dove ogni sera affluivano gli abitanti e i turisti.
Non riusciva a dare una categoria al suo locale perché esso si trovava sulla spiaggia non lontano da casa sua con la prima parte formata dal pub e la seconda con una veranda che occupava un pezzo di spiaggia e sfiorava il mare.
Due caratteri completamente diversi tra di loro ma comunque in sintonia.
Dopo essersi asciugata e indossato dei vestiti leggeri scese in garage, montando sul suo hoverboard decorato da schizzi di vernice varia per poi uscire di casa.
Con il suo fidato skateboard tecnologico arrivò in cinque minuti a destinazione, lasciando dietro di se la sua tipica casa costiera, con tutti i mobili che in qualche modo richiamavano il mare.
Non appena frenò davanti alla porta vetrata del Stardust tirò fuori il mazzo di chiavi e aprì il suo ristorante, volando sul suo hoverboard fino alle cucine.
Aurora si muoveva così quando era sola nel suo locale, lo amava.
Il suo staff di camerieri e cuochi sarebbe arrivato tra mezz'ora esatta e già iniziò a preparare le tazzine da caffè per i soliti anziani del paese che alla stessa ora venivano a raccontare le loro storie e a bersi di tutto, dal vino alla birra di prima mattina.
Azionò l'impianto elettrico e accese le cucine perché subito dopo gli anziani non tardavano ad arrivare chi scendeva a fare colazione e i turisti che preferivano le sue brioche a quelle dell'hotel.
Si legò i capelli colorati in uno chignon da dove spuntavano piccoli ciuffi che la rendevano più socievole di quanto non lo fosse già.
La giornata stava per cominciare e tutto stava per cambiare.*ammirate la cover di questa storia e osannate PicsArt. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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The Sea
RomanceIn cui una vacanza si trasforma in un'avventura e una vita si trasforma in una storia d'amore vissuta tra il cielo, il vento e le onde.