Competizione

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Aurora stava correndo come di consueto in spiaggia, gareggiando con il vento.
Dopo aver suonato il violino al mare in presenza di Robert, qualcosa era cambiato, qualcosa che solo il tempo potrà giudicare se giusto o sbagliato.
Quello sguardo che le aveva rivolto era diverso dagli altri ricevuti sino a quel momento, perché dentro di essi vedeva semplicemente il guizzo allegro e niente di più.
Quel pomeriggio dentro quei due occhi profondi e dorati sotto la luce solare si erano riempiti di qualcosa di strano, simile al voler fare qualcosa ma con la paura di pentirsene.
Aurora accelerò il passo, seminando quelle numerosi riflessioni che, da quando aveva posato gli occhi su Rob, le avevamo rovinato la vita.
Lei prima di lui era una ragazza che viveva la vita senza farsi troppi problemi o viaggi mentali, odiava i problemi e spesso li ignorava invece di affrontarli.
Una saetta  le passò accanto, superandola come in un gara di MotoGP.
Aurora con la bocca aperta si concentrò sull'uomo che l'aveva superata, non smettendo mai di correre senza sosta.
-Ti piacerebbe!
Urlò per far trasportare la propria voce dal vento fino alle orecchie di Robert che girò leggermente la testa, guardandola con la coda dell'occhio con un sorriso di sfida.
-Il primo che arriva al tuo ristorante vince!
Urlò di rimando, mangiando la sabbia con ampie falcate che risaltavano i muscoli delle sue gambe.
E lo Stardust era laggiù, a metà della lunga spiaggia del paesino.
Robert indossava solo dei pantaloncini corti, il suo costume probabilmente a giudicare dalle imbarazzanti paperelle stilizzate sopra.
Aurora inchiodò gli occhi di giada su quella schiena ampia e muscolosa che le stava facendo mangiare la polvere, e lei odiava perdere. Ricucì il proprio fiato per usarlo al meglio, quasi non sentendo i polmoni bruciare fino a farle male.
Iniziò a fare delle falcate più grandi di lei, come un mustang che corre libero nella prateria e sfida l'aquila nel cielo...solo che questa volta nel cielo c'era un gabbiano che volava con loro.
In pochi secondi lo raggiunse, spalla contro spalla, un'occhiataccia mandata di sfuggita.
Aurora saltò un tronco naufragato portato dalla corrente, correndo con il sudore come seconda pelle verso il suo ristorante che piano piano si avvicinava.
Era la salvezza per uno e l'umiliazione per l'altro.
La competizione, a pochi metri dal traguardo, si fece sentire tanto da spingere entrambi a darsi delle spallate per fare cadere l'altro con la faccia nella sabbia.
Fu l'animo più fresco e più giovane tra i due a vincere.
Si fermarono, Aurora stesa supina a terra con un braccio abbandonato sulla pancia, respirando talmente velocemente che quasi credette di morire.
Robert era piegato sulle ginocchia, i capelli sudati che gli ricadevano sul volto e quel sudore appiccicato alla pelle che sembrava delineare ogni contorno dei suoi addominali.
Poi quella collana con un cerchio di cera come ciondolo attaccato esattamente sul piccolo solco che divideva i due pettorali sporgenti, un vero spettacolo.
-Adesso tu me la paghi per avermi fatto perdere!
Tuonò lui canzonatorio, avvicinandosi ad Aurora che giaceva a terra priva di forze e sollevandola di peso. La ragazza sentì l'odore acre del sudore invaderla quando le mani scivolose di Robert le circondarono la schiena per non farla cadere.
L'uomo si avvicinò al mare, lasciando un brivido nella schiena quando le onde fresche gli bagnarono le caviglie.
Caricò le braccia, lanciando Aurora tra le onde piatte per poi tuffarsi insieme a lei.
Forse il mare era deciso a mostrare loro il suo segreto, o forse erano loro a doverlo scoprire.

*raga c'ho un male alla schiena che neanche mia nonna. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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