Capitolo 12

762 44 0
                                    

Non voglio ricadere negli stessi errori dell'anno scorso, per tutto il mese di ottobre e nelle vicinanze delle vacanze di natale  non facevo che stare male.
Il Natale è sempre stata la festività più importante per la mia famiglia, quando ero piccola, Will e papà svegliavano sempre me e James nel cuore della notte per scartare i regali di natale. Ho sempre amato il natale, fare l'albero tutti insieme, decorare la casa con lucette e cose varie, le decorazioni nelle piazze e attorno agli alberi, le casette di natale sulla piazza che formano un grande mercato. Dopo la morte di papà tutto è cambiato.

<<spero soltanto di farcela>> gli dico guardandolo

<<so che per te è difficile ma devi cercare di non pensarci, concentrati solo sulla scuola perché se non passerai i due esami te la vedrai con me>> mi dice puntandomi un dito contro

<<okok>>

<<promesso? >>

<<promesso>> gli dico sorridendo

Si avvicina a me e mi stampa un bacio sulla fronte accarezzandomi i capelli.
È così bello averlo così vicino, sentire che lui c'è e ci sarà sempre.
Restiamo abbracciati sul divano guardando la tv e scambiandoci baci e carezze fino all'ora di pranzo. Non volevo che se ne andasse e James sarebbe tornato a casa momenti per preparare il pranzo visto che mamma resta al negozio fino questa sera insieme a Thomas.

<<sai, mia sorella chiede sempre di te>>

<<dio quanto manca insegnare. Mi manca anche Skylynn e tutti i bambini. Sky poi, è letteralmente la mia fotocopia quando avevo la sua età>>

<<giuro che la volta che ho raccontato di te ad Hayes, di quando ci siamo messi insieme, Sky ha sentito tutto quando ed ha letteralmente urlato dicendomi che sapeva che sapeva successo, era così felice>>

<<ha solo sette anni!>>

<<avrà anche sette anni ma è stata lei a obbligarmi a venire qui e mi ha supplicato, se avremo fatto di pace, di chiederti se un giorno vieni da noi perché ti vuole vedere.sarà anche una scusa per farti conoscere i miei>>

<<puoi dirle che vengo con piacere. Troverò un buco nella mia intensa settimana di prove per venire da te>> gli dico sorridendogli e stampandogli un tenerlo bacio sulle labbra

<<oggi puoi? >>

<<devo iniziare a preparare la coreografia anche se non ho nessuna voglia di farla. Forse verso sera>>gli dico buttandomi a peso morto sul divano

<<verso le sei?>>

<<ce la dovrei fare>>

<<Ok allora ti aspettiamo. Si è fatta ora di pranzo vado a casa>>

<<non so perché mio fratello non è anc... >> vengo interrotta dal rumore della porta che si chiude e subito mi accorgo che è entrato James

<<oh ciao>> dice appena ci vide seduti sul divano <<non avevate litigato voi due? >>

<<abbiamo fatto pace>> gli rispondo sorridendogli

<<piccola, vado a casa, ci vediamo stasera>> dice alzandosi in piedi insieme a me e lasciandomi un bacio sulle labbra

Lo accompagno fino alla porta e ci scambiamo un altro bacio, stavolta più intenso per la mancata presenza di mio fratello e, appena se ne va corro in cucina, dove trovo James che stava preparando da mangiare e lo aiuto apparecchiando la tavola per noi due...

Finito di mangiare James si risistema perché alle due e mezza sarebbe dovuto tornare a lavoro, in officina.
Alle tre mi preparo anch'io in tenuta sportiva per andare al capannone, non è proprio il massimo ballare lì perché è tutto sporco e c'è cemento in più gli specchi non ci sono. Potrei sempre chiedere ad Allison se mi presta una sala da ballo...

*****

Sono passate ormai tre settimane da quel giorno. A scuola le cose non vanno molto bene e non sono riuscita a mantenere la promessa fatta a Nash. Durante la settimana di preparazione degli esami sono riuscita a concentrarmi e a fare tutto bene, ma appena sono ritornata a scuola tutto è cambiato. Il professor Wolf ci ha detto che il primo esame pratico, sulla coreografia che ci ha fatto imparare, è andata bene per tutti. Tutti quanti noi abbiamo dato un senso a ciò che stavamo ballando e abbiamo aggiunto dei passi o delle mosse, è questo ciò che è piaciuto a tutti i professori. Per quando riguarda la prova comune... bhe lì ci sono stati dei problemi. Spero di averla fatta discretamente bene, punto alla sufficienza, non mi aspetto molto. Quel bastardo del professore di classico ha chiesto a tutti i passi e le varie figure che si fanno nel classico. Per esempio il pas des deux, l'attitude, l'arabesque, il pique, la pirouette e altre cose che non mi ricordavo e non ho avevo mai sentito il nome. Insomma siamo stati un completo disastro.
La settimana dopo gli esami è stata la peggiore, ho avuto un crollo emotivo e psicologico. Non riuscivo a stare attenta in classe, sbagliavo tutti i passi e mi sono presa varie sgridate dal professore di classico e alcune del professor Wolf. Una volta mi ha preso in disparte e mi ha chiesto che cosa mi stava succedendo perché, di solito, in ogni sua lezione, ero sempre pimpante e super eccitata. Mi ha detto anche che qualunque cosa fosse successa di lasciarla fuori dalle mura di questa scuola ma non ce la facevo.
Appena tornavo a casa da scuola mi chiudevo sempre in camera, poche volte uscivo di casa, solo per aiutare mamma a fare la spesa.
Debby e Nash erano gli unici che ho voluto vedere, venivano a casa mia, alcune volte anche insieme.
Una volta Nash ha portato anche Johnson e mi ha fatto tanto piacere, ma entrambi non sapevano come gestire la situazione. Mi stavano vicino, mi sfogavo con loro e cercavano di non farmi pensare alla mancanza di mio padre, raccontandomi di tutte le cose che succedevano con gli altri ragazzi ma solo Debby sapeva che questo non sarebbe durato poco.
Anche mamma non sembrava stare bene. Uno giorno, tornata a casa da scuola, l'ho sentita piangere in camera sua, con una foto di papà in mano; ero entrata in camera e mi ero accorta che stava sfogliando l'album di famiglia. Dalle foto del matrimonio di mia madre e di mia padre, a quelle della nascita di Will, di James e le mie, le foto, e a tutte le foto ricordo dove ci siamo tutti e cinque che ridiamo e scherziamo. Siamo rimaste a guardarle tutte quante, ammetto di aver versato qualche lacrima ma cercavo di farmi forza almeno in presenza di mia madre.
Da ottobre a dicembre non è mai stato un periodo facile per la nostra famiglia dopo la morte di papà, ogni anno cerchiamo di sopravvivere a questo dolore.

|Era solo un gioco 2| Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora