Capitolo 33

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AUDREY'S POV
Da quella terribile sera è passata solo una settimana. Una settimana tremenda, direi. Harry mi sta addosso peggio di una sanguisuga, altrettanto Alexia Niall e Louis. Mi fanno tantissime domande e mi hanno fatto fare tantissime visite mediche. Non li sopporto più. Adesso sono a casa, aspetto che Harry porti la colazione. Non mi lasciano uscire dall'azienda, se proprio devo uscire devo sempre essere accompagnata o da Taylor o da uno di loro. Sento aprire la porta, eccolo di nuovo pronto a starmi addosso. È diventato insopportabile, sto iniziando ad odiarlo. "Piccola ecco la colazione." Non rispondo, già il fatto che mi abbia chiamato piccola è irritante. Poggia i cappuccini con i cornetti sul tavolo. Mi siedo silenziosamente e sorseggio il mio cappuccino. Non prendo il cornetto, non mi va, non ho fame. Ultimamente non sto mangiando molto e per questo il dottore mi ha prescritto degli integratori che non sto prendendo, hanno un sapore nauseante. "Mangia il cornetto." Mi incita Harry mentre gusta il suo, al cioccolato. Lo ignoro e continuo a sorseggiare il mio cappuccino. "Mangialo." Mi dice arrabbiato. "NON HO FAME." Urlo a mia volta. "AUDREY SEI SOTTO PESO, DEVI MANGIARE." Finisco il mio cappuccino restando in silenzio, non ho proprio voglia di rispondergli. Mi sforzo di essere più gentile ma non ci riesco. Non riesco a dimenticare quanto poco tempo ci ha messo a rimpiazzarmi con una zoccola di merda. Sta diventando una situazione insostenibile e non ce la faccio più ad averlo tra i piedi, visto che fino a pochi giorni fa non mi guardava nemmeno. Sembra essere frustrato ma poco importa, è solo colpa sua se mi sono ridotta così. Anzi, solo per aver fatto sesso con lui, mi hanno ridotta così e averlo qui mi mette più in pericolo. "Secondo me dovresti andare via." Dico all'improvviso, stupida bocca che non è ben collegata al cervello. "Puoi dire quello che vuoi; io non mi muovo da qui, ordini di tuo padre." A quelle parole mi acciglio. "Hai chiamato i miei?" Incrocio le braccia avvicinandomi a lui. Si gratta la nuca, probabilmente anche la sua lingua non è ben collegata al cervello. "Dovevano saperlo." Patetico, cerca anche di giustificarsi. "Non avevi il diritto di chiamarli. Lo avrei fatto io." Affermo. "Oh ma davvero?! Non li avresti mai chiamati Audrey." Dice, ed è vero non li avrei chiamati per non farli preoccupare. Mi giro e mi dirigo verso la mia camera. "Dove vai?" Mi chiede. "Vado a fare una fottuta doccia e dopo vado a fare una passeggiata okay?" Dico furiosa. Mi dirigo nel bagno che ho in camera e inizio a spogliarmi rimanendo in intimo. I lividi sono quasi spariti e anche i dolori. "Ti strapperei questo intimo a morsi." Sobbalzo alla voce di Harry, mi ha spaventata in quanto non l'ho sentito entrare. "Esci per favore." Dico coprendomi. "No tesoro." Dice avvicinandosi e baciandomi il collo. "Quanto ti desidero." Sussurra sulla mia pelle. Sapessi quanto ti ho desiderato io, Harry. Sapessi quanto ho sofferto quando ti ho visto andare via e quando ti ho visto baciare un'altra ragazza. Sembravi la persona giusta per me, mi facevi stare bene, mi rendevi felice, libera, adesso non so nemmeno perché sei qui. Non so più chi sei, o forse non l'ho mai saputo. Questi baci mi fanno impazzire ma non riesco a tollerare il fatto che hai scelto lei, non me. Hai sempre difeso lei, non me. Questi baci bruciano sulla mia pelle, mi fanno male, mi fanno piangere.

HARRY'S POV
Dio quanto è bella. Sento che per lei non provo solo attrazione fisica ma qualcosa di più. Ogni volta che la vedo sto bene, ogni volta che sorride, sorrido anche io. Se mi sfiora provo dei brividi. Solo che ho l'impressione che lei mi odi. La bacio sul collo e il suo profumo è buonissimo, eccitante. Sento dei singhiozzi, sta piangendo. Cerco di abbracciarla ma lei mi respinge. Audrey perché fai così? Per te darei la vita...

AUDREY'S POV
"Vai via ti prego." Dico tra i singhiozzi, fa troppo male andare avanti così. Cerco di respingerlo ma lui ha la vinta e mi abbraccia forte. Alzo la testa e l'unica cosa spontanea che riusciamo a fare è baciarci. Dio quelle labbra quanto mi erano mancate. Un misto tra tabacco e caffè, morbide ed eccitanti. I baci aumentano e mi slaccia il reggiseno. Gli sfilo la t-shirt bianca e mentre cerco di chiudere l'acqua della doccia, lui mi spinge dentro. È bastato girarmi per trovarlo nudo nella mia doccia. È molto più muscoloso , ho notato che facesse più palestra. Mi strappa gli slip e infila due dita dentro di me, le muove energicamente mentre l'acqua calda scorre sulla nostra pelle. Le nostre labbra non si staccano, hanno bisogno le una delle altre. Mi tocca il seno e mi sculaccia leggermente facendomi sorridere un po'. Mi penetra lentamente e i nostri ansimi riempiono la casa. Le spinte sono regolari ma poi aumentano sempre di più fino a raggiungere il culmine. Harry raggiunge l'orgasmo poco dopo di me. Esce da me sfinito r decide di farlo rilassare sotto il getto di acqua calda e spalmandogli il bagno schiuma ai frutti di bosco sulle braccia e la schiena possenti. "Adesso tocca a me." Dice facendomi girare e prendendo il bagno schiuma. Mi massaggia la schiena, il seno, l'addome, le gambe, il sedere. Al suo tocco mi rilasso. Stiamo sotto l'acqua calda per circa un'ora poi decidiamo di uscire e di asciugarci. Mentre asciugo i capelli mi accorgo che Harry è già pronto è più sexy di prima. Finisco di asciugarmi e mi vesto (come in foto). "Sei bellissima" mi dice facendomi arrossire. "Oggi voglio portarti a mangiare fuori. Dove vuoi andare?" Mi chiede sorridendo. Sono sorpresa da questa sua richiesta, non abbiamo mai avuto un vero e proprio appuntamento e portarmi a mangiare fuori in questo momento mi sembra la cosa più bella che esista. "Non lo so scegli tu." Gli dico sorridendo. Usciamo dal mio appartamento e lui mi stringe la mano. Che sensazione strana camminare con lui mano nella mano, mi porta verso la sua macchina e mi apre anche lo sportello. Wow che galanteria cari Styles. La mia azienda dista circa 10 min dal centro di Miami quindi facciamo un breve viaggio in macchina e mi rilasso moltissimo, non mi sono mai sentita così bene. "Ecco siamo arrivati." Mi dice soddisfatto.

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