Chapter 28: Tears.

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"When you go, I can't watch you leave
Just promise me you'll sneak out when I'm asleep
And when you go, and you're miles down the road
I wake up wishing everything was just a dream."

Da quando Travor aveva oltrepassato quella porta non avevo fatto altro che piangere, mi ero recata nella mia stanza buttandomi a peso morto sul letto con le cuffie alle orecchie in attesa di Jan.
Volevo parlare con qualcuno, sfogarmi, urlare, piangere; quella volta non mi sarei tenuta tutto dentro, non l'avrei fatto.

Le lacrime scendevano copiose lungo le mie guance mentre la voce di Shawn Mendes risuonava a palla nelle mie orecchie.
Act Like You Love Me rispecchiava alla perfezione il modo in cui mi sentivo in quel momento, ma del resto ero sempre riuscita in qualche modo a rivedermi nei testi di quel cantante.

"Sono giù, mi apri?" aveva scritto la mia migliore amica.

Nonostante avessi un incredibile bisogno di sfogarmi con lei, non le avevo mandato alcun messaggio anticipandole quanto accaduto per evitare di metterle fretta.
Volevo che passasse la serata con il suo ragazzo nel migliore dei modi senza dover pensare a me e ai miei problemi.

Mi alzai lentamente dal letto su cui giacevo da un bel po' di tempo e con movimenti quasi meccanici raggiunsi il piano inferiore per aprire la porta a Jan.
Non m'importò molto dell'aspetto che potessi avere al momento, non avevo né capacità fisica e né quella mentale di pensare lucidamente.

Quando aprii la porta d'entrata pensai al fatto che pochi minuti prima avevo compiuto lo stesso gesto con Travor, ogni scena avvenuta precedentemente era fissata nel mio cervello e continuava a darmi il tormento; non aveva alcuna intenzione di lasciarmi in pace.

Non ci riuscii, scoppiai nuovamente in lacrime e la mia migliore amica mi accolse tra le sue braccia immediatamente.
Non domandò nulla, si limitò semplicemente ad accompagnarmi al piano superiore e mi fece distendere sul letto.
Lei mi conosceva bene e sapeva che prima di parlare di qualsiasi cosa avevo bisogno di calmarmi.

Quando fui nettamente più tranquilla, feci un respiro profondo e iniziai a raccontarle tutto: da quello che era accaduto con lui e Alex la sera precedente, il rapporto che Jade ed io avevamo creato con quel ragazzo in pochissimo tempo e per concludere le parlai della visita improvvisa di Travor e del modo in cui avevamo litigato.
Jan, nel frattempo, ascoltava attenta le mie parole senza interrompermi e stringeva la mia mano quando l'argomento diventava troppo difficile da affrontare.

Alla fine fissò il suo sguardo nel mio, mi strinse forte a sé e disse:"So che probabilmente quello che sto per dirti non sarà molto d'aiuto ma credo che siate due completi deficienti.
Lui più di te...
Insomma, da quanto tempo conosci Alex? E prima che tu possa chiedermelo, gli anni dello stalkeraggio non contano Avril!"

Quella frase fece finalmente spuntare un sorriso sulle labbra. Jan era fatta così: riusciva sempre a farmi tornare di buon umore, lo aveva sempre fatto.

"Per questo Jan." dissi:"Trovo esagerato il suo comportamento. Conosco Alex da pochissimo tempo, non credo di poterlo definire neanche amico."

"Ed ora? Cosa hai intenzione di fare?" domandò tornando seria.

"Oh di certo non sarò io a cercarlo." urlai.

"Sei al secondo stadio."

Aggrottai le sopracciglia per poi chiedere:"Secondo stadio?"

Lei annuì:"Il primo era quello del pianto disperato e del 'Non ce la farò mai senza di lui." fece una pessima imitazio e della mia voce e poi concluse:"Ora invece, sei passata allo stadio due."

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