Guardai Travor dritto negli occhi mentre i miei si stavano già riempiendo di lacrime. Ero stanca.
"Cosa?" rispose lui, incredulo.
Non ci stavo capendo più niente ormai."Sei stato tu." urlò Dylan:"Mi hai aggredito."
"Sei impazzito? Ma se nemmeno ti conosco."
"È vero, ho sbattuto la testa, ma ricordo ogni minimo particolare di quel momento e so benissimo che tu ti trovavi in quel bar, mi hai preso i gelati dalle mani e li hai buttati in mezzo alla strada. Dopodiché mi hai detto di lasciare in pace Avril, hai iniziato a prendermi a pugni e a calci, mi hai trascinato ancora dolorante sulla strada e l'ultima cosa che hai detto è stata 'spero che tu abbia capito adesso'."
"Tu sei uno psicopatico." urló Travor:"Uno psicopatico."
Fu in quel momento che trovai un po' della mia forza e m'intromisi nel discorso :"Scusa Dylan, non hai dei testimoni? Non sto mettendo in dubbio ciò che hai detto, ma questa accusa non regge molto se non hai dei testimoni."
"Il proprietario del bar." sputò fuori.
"Bene." dissi:"Molto bene."
Ed iniziai a mettere a posto le mie cose per poi fuggire via da quella camera, avevo bisogno di riposare e dormirci su.
Era stato tutto così improvviso che non avevo neanche avuto il tempo di pensare bene a ciò che era accaduto.
Avevo fatto le mie considerazioni, certo, ma c'era una cosa che mi mandava in tilt: durante tutto il discorso con Dylan aveva mantenuto una naturalezza tale da convincermi, quasi, che non c'entrasse davvero nulla con quella storia."Avril, aspetta un secondo!"
"Tu." urlai:"Non provare nemmeno a rivolgermi la parola."
Non amavo Dylan, ma mi sentivo comunque in colpa per ciò che era accaduto. Inoltre, non avrei potuto di certo rompere con lui in quelle condizioni, sarebbe stato troppo crudele e meschino persino per la parte stronza del mio carattere.
***
Per tutto il tragitto verso casa non riuscii a fare a meno di riflettere. Travor era davvero capace di fare una cosa simile?
E soprattutto per tenerlo lontano da me? Non aveva mai provato niente nei miei confronti, per quale motivo avrebbe dovuto dire a Dylan quelle cose?Avevo solo una certezza: un altro punto da aggiungere alla mia lista dei motivi per la quale stare lontana da Travor.
La sera precedente mi aveva fatta stare bene, in un certo senso, si era mostrato così disponibile ma alla fine poteva averlo fatto solo per entrare nelle mie grazie dopo ciò che aveva fatto al mio presunto fidanzato.
Stava solo cercando di abbindolarmi in modo tale da crearsi un alibi perfetto, l'obbiettivo doveva essere ferirmi, e beh, c'era riuscito.
Dopo aver pagato, scesi dal taxi ed entrai in casa.
"Avril, Santo cielo!" proferì esasperata mia madre "potevi farci almeno una telefonata!"
"Telefono scarico" mentii.
"Come sta Dylan?" continuò.
"Male mamma, è in condizioni pessime."
"Anche tu sembri distrutta in un certo senso. Ma che gli é successo?"
Decisi di non raccontare a mia madre i sospetti su Travor, non era ancora nulla di certo e poi non avrei voluto sentirla mentre diceva "Non è possibile, Travor non sarebbe capace di fare cose simili.".
Questo perché lei non lo conosceva come lo conoscevo io.
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Heartbeat.
RomanceATTENZIONE: Il nome ''Travor'' è scritto con la 'a' per un motivo ben preciso. Lo scoprirete leggendo la storia. Dopo aver passato un mese estivo a Londra per via di uno stage con la scuola, Avril torna a casa desiderosa di riabbracciare i propri ca...