Chapter 1

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La sveglia inizia a suonare, disturbando così il mio sonno.
Un altro faticoso e noioso giorno è appena iniziato.
Sfilo un braccio dalle calde coperte e, ancora con gli occhi chiusi, tasto la superficie del comodino, cercando la sveglia. La spegno e rilascio un piccolo sospiro nell'aria, abbracciando il cuscino.

«Alza il culo da quel dannato letto, sei in ritardo!» ed ecco mia madre, la tenera Stephanie, con la sua dolcezza.

«Dai mamma, non mi sento bene.» piagnucolo io in risposta, arricciando il naso. Nemmeno mi ero accorta di essermi riaddormentata dopo aver spento quell'aggeggio infernale.

«Sono le 7:25, alzati.» mi ordina con tono autoritario e serio, avvicinandosi al letto per togliermi le coperte di dosso. Subito un brivido si diffonde per il mio corpo, costringendomi ad aprire gli occhi.

«Che rottura di palle.» borbotto, lanciando un occhiataccia a mia madre che, dopo aver spalancato le finestre, lascia la camera.

Mi bastano cinque secondi per capire in che situazione di merda mi trovo. Ho solo 20 minuti per fare tutto, altrimenti avrei perso il pullman.

Così salto fuori dal letto e corro in bagno per una veloce doccia rinfrescante. Qualche minuto e sono nuovamente in camera. Apro le ante dell'armadio, prendendo da esso uno skinny jeans nero e un felpone del medesimo colore. Nonostante sia il triplo di me, rimane comunque il mio capo d'abbigliamento preferito. A completare il tutto, le mie amate vans nere.
Torno in bagno per sistemare i capelli e truccarmi.
Non può mancare il profumo. Posso considerarlo una mia ossessione. Non esco mai di casa senza aver spruzzato del profumo.

Telefono in tasca, giubbotto e zaino in spalla.
Scendo a passo svelto le scale e saluto con un cenno del capo mia madre, notando subito Collin, mio fratello, aspettarmi accanto alla porta. Purtroppo andiamo a scuola insieme. Una costante palla al piede.

«Muoviti idiota, o perderemo il pullman.» afferma con la sua solita dolcezza. Ma che fratello di merda mi ritrovo?

«Anche oggi ti sei alzato con il piede sbagliato?» domando con una smorfia in viso per poi uscire fuori dall'abitazione con lui.

In risposta scuote la testa, rimanendo però il silenzio.
E così ci avviamo verso la fermata senza spiaccicare una sola parola. Lascio scivolare le mani nelle tasche del giubbotto, tirando su con il naso. Dannato freddo.

«Non dirmi che ti sei raffreddata di nuovo.» sbuffa Collin, puntando il suo sguardo su di me.

«Non sono raffreddata.» taglio corto, fissando la strada, evitandolo completamente.

Dopo una decina di minuti arriviamo a destinazione, appena in tempo per prendere il pullman.
Il viaggio dura poco, infatti dopo venti minuti circa arriviamo al liceo.

Mi guardo intorno alla ricerca del mio gruppo e, una volta individuato, mi avvicino a loro con un piccolo sorriso.

«Buongiorno gentaglia.» saluto tutti, sussultando nel sentire qualcuno saltarmi totalmente addosso.

«Tvoia!» mi rompe i timpani la mia migliore amica, America. Chi mai poteva essere se non lei con i suoi modi molto garbati e gentili?

«Tvoia!» ripeto, voltandomi per abbracciarla. Nessuno può immaginare quanto io tenga a lei. Se la perdessi sarebbe la fine per me.

«Quando avete finito con le smancerie, avvisateci.» ed ecco anche Harry.

«Hai una sigaretta Abigail?» domanda Ryan, alzando lo sguardo dal suo telefonino.

«Ma se ci saltassimo la prima ora?» non c'è due senza tre, no?

«Tyler, questa settimana abbiamo fatto già due ritardi. E siamo solo a giovedì.» lo fulmina con lo sguardo Harry, alzando un sopracciglio.

«Hey hey, tutti calmi.» scoppio a ridere io, sciogliendo l'abbraccio con America, dedicando la mia attenzione ai tre ragazzi davanti a noi.

«Primo: un abbraccio con America è d'obbligo ogni mattina.» inizio a dire, guardando Harry. «Secondo: non sono una tabaccheria.» continuo, spostando lo sguardo su Ryan. «E terzo: non credo sia il caso di saltarci la millesima prima ora. Okay, abbiamo diritto, ma deve spiegare.» concludo, elencando le tre cose sulle dita.

«Vale a dire che possiamo tranquillamente dormire sul banco.» precisa la mora accanto a me con un piccolo sorriso.

«Ma quanto siete scoccianti.» piagnucola Tyler, mettendo su un tenero broncio.

«Ora non fare la parte del cane bastonato, non ti si addice.» afferma con una sonora risata Harry, dandogli un piccolo colpo sulla spalla.

La campanella suona, segnando quindi l'inizio delle lezioni. Ma a noi poco importa, visto che continuiamo a ridere e scherzare per altri dieci minuti. Solo allora decidiamo di entrare.

I corridoi sono ormai deserti, pochi alunni girano per essi con gli zaini in spalla. Le nostre risate si diffondono per tutto l'edificio, ed essendo distratta, vado a sbattere contro qualcuno. Per un secondo perdo l'equilibrio, ma una presa salda avvolge il mio braccio, impedendomi quindi di cadere.

«Scusami, ero distratta.» mi difendo subito, alzando lo sguardo sulla persona con cui mi sono, per errore, scontrata.

Ma porca puttana.

Un dio greco.

«Siamo in due allora.» una voce fottutamente rauca proviene dalle labbra del ragazzo. Il mio cuore prende a battere a mille sotto il suo sguardo così intenso e profondo.
Respira Abigail. Respira e andrà tutto bene.

«Grazie...per avermi presa.» sussurro solamente, prima che la sua mano lasciasse il mio braccio esile.

«Abigail dobbiamo andare.» afferma Ryan, facendomi così risvegliare dai pensieri che si sono diffusi nella mia mente.

Scuoto infatti la testa e schiarisco la voce, mordendomi il labbro inferiore prima di percepire la mano di Harry afferrare la mia, trascinandomi via di lì. Dedico un ultimo sguardo a quel ragazzo, prima di voltarmi.

«Cazzo Abigail.» mormora America con un ghigno, affiancandomi. «È un bono della madonna.» commenta ancora, passandosi una mano tra i capelli.

Ma le sue parole da un orecchio entrano e dall'altro escono. Sono troppo impegnata a rivivere quel bellissimo momento ad occhi aperti per darle ascolto.

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