Si alza in piedi per salutarmi non appena mi avvicino a lui, posando le sue morbide labbra sulla mia guancia. «Credevo non venissi.» mi sussurra vicino all'orecchio prima di fare un passo indietro.
Sa perfettamente che mi fa un certo effetto quando si avvicina così tanto ma non ci pensa due volte a farlo.
Stronzo.
«Non mi sembrava corretto nei tuoi confronti...» inizio a dire, sorpassandolo per andare a sedermi sulla sedia di fronte alla sua. Meglio mantenere le distanze.«...ormai mi conosci, dovresti saperlo.» concludo facendo spallucce.
Appendo la borsa dietro di me e ritorno a guardarlo notando che, nel frattempo, si è accomodato anche lui.
«Beh, sono mesi che non ci vediamo nè parliamo. Quasi un anno a dire il vero.» precisa con un piccolo sorriso giocando con l'anello che porta all'indice della mano sinistra.
Un gesto tipico di quando è nervoso o teso, questo lo ricordo perfettamente.
Così, per tranquillizzarlo, allungo una mano e la poso sulla sua, stringendogliela leggermente. «Non essere nervoso, va tutto bene.»
Cessa ogni suo movimento e abbassa lo sguardo sulle nostre mani. È da tanto che non si incontrano, che non si stringono l'una nell'altra come se niente possa separarle. Un brivido percorre la mia schiena solo a pensare a ciò. Infatti ritiro la mano e la poso sul ventre come se mi sia scottata.
Ora sono io ad essere tesa.
Inizio a mordicchiarmi il labbro inferiore lanciando un'occhiata veloce ai tavoli che ci circondano.
Non ci sono molte persone, per lo più ragazzi che studiano e giovani coppie.
«Allora emh...ti va un caffè?» Martin rompe il silenzio attirando la mia attenzione. «Si grazie.» annuisco e lui si alza per andare al bancone, lasciandomi sola.
Mi prendo qualche secondo di tempo per osservarlo.
Ieri sera a stento l'ho guardato in faccia poichè volevo evitare che si creasse dell'imbarazzo spiacevole.
Non è cambiato per nulla nel corso di questi mesi.
I ricci marroni dominano la sua testa e riesco a notare qualche ciocca più chiara delle altre, tendente al biondo scuro. La mascella pronunciata, le goti leggermente rosse e le labbra carnose e perfette.
Ma sono i suoi occhi celesti a fregarmi ogni volta, sono proprio quelli che mi hanno fatto innamorare di lui.Li ho amati sin dal primo momento in cui hanno incontrato i miei, per puro caso, in un ristorante italiano.
Ricordo alla perfezione quel giorno come se fosse ieri.
-Flashback.
«America ma perchè mi hai portata qui.» piagnucolo inclinando leggermente il viso di lato. «Sono due ore che aspettiamo le nostre ordinazioni, sto morendo di fame.»
«Madonna sempre a lamentarti stai!» mi rimprovera fulminandomi con lo sguardo. «Non puoi dire che il servizio è veloce.» ribatto alzando entrambe le sopracciglia in un'espressione ovvia, sistemando in un secondo momento gli occhiali che porto.
La mora mi fissa per qualche secondo poi sbuffa e annuisce, dandomi così ragione. «Su questo hai ragione, ma si mangia davvero molto bene, fidati di me per una volta.» sussurra riempiendosi il bicchiere con altro vino rosso.
«Lo sai che mi fido.» dico semplicemente avvicinando il mio calice al suo per far si che lo riempia anche a me.
Posso notare il sorriso che cresce sul suo volto e non posso fare a meno di ricambiarlo.
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•Hard Choices•
RomanceÈ difficile avere la mente libera quando ad offuscarla ci sono due ragazzi. Johnathan e Christopher: due caratteri totalmente diversi ma in affari tutto è lecito. Illegalità e amore sconvolgeranno la semplice, ma al contempo faticosa, vita di Abigai...